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Il Ristorante I Due Cigni festeggia il traguardo dei 50 anni

Ha aperto nel 1970 e a fine agosto ha celebrato il suo mezzo secolo con tanti ospiti ed un menu vintage, che ha ricordato un vero e proprio banchetto nuziale.

di Carla Latini
 
03 settembre 2020 | 06:40

Il Ristorante I Due Cigni festeggia il traguardo dei 50 anni

Ha aperto nel 1970 e a fine agosto ha celebrato il suo mezzo secolo con tanti ospiti ed un menu vintage, che ha ricordato un vero e proprio banchetto nuziale.

di Carla Latini
03 settembre 2020 | 06:40
 

Il Ristorante I Due Cigni aprì i battenti il lunedì di Pasqua del 1970. In una grande sala adibita ai banchetti proprio nella costruzione dove si trova adesso. Fu fortemento voluto da Ida Giustozzi, la mamma della chef Rosaria Morganti, che desiderava cambiare vita e lavorare con soddisfazione. Seguirono anni brillanti. La banchettistica, in quei tempi, era più semplice e lineare. Poi si affinò il genio culinario della Morganti che, lasciati gli studi di medicina, si dedicò anima e corpo alla cucina.

Il momento della torta - I 50 anni del Ristorante I Due Cigni a Montecosaro Scalo

Il momento della torta

Seguì, a sostegno de I Due Cigni, l’arrivo di Sandro Morganti, cugino, cuoco e socio. Devono passare ancora molte stagioni di cerimonie ed eventi per arrivare a proporre i menu à la carte e per sviluppare catering professionali come quelli di adesso. Strada facendo e sempre sotto la supervisione di Ida che alla bella età di 92 anni controlla con piglio da generale ogni mossa dell’attività, arriviamo a tre anni fa, all’apertura di un ristorante parallelo nell’ala della casa verso sud. Molto elegante e raffinato con l’enoteca Non Solo Vino aperta al pubblico per gli acquisti.



Domenica 30 agosto una grande festa, composta, educata e a debita distanza, ha celebrato questa data importante. 50 di storia, di cucina, di emozioni. Tantissimi ospiti, sicuramente più di 200, hanno trovato la sorpresa che molti speravano. Un menu vintage che ha ricordato un sontuoso banchetto nuziale ricco e sempre attuale. Galantina con insalata russa, vincisgrassi, bollito di gallina e verdure ripassate, fritto misto alla marchigiana con anche i cremini di cioccolato, zuppa inglese e profiteroles. Un successo. Innaffiato da due cantine amiche sempre presenti nella carta dei vini de I Due Cigni: Umani Ronchi e Poderi Mattioli.

Un menu vintage, come un sontuoso bacchetto nuziale - I 50 anni del Ristorante I Due Cigni a Montecosaro Scalo
Un menu vintage, come un sontuoso bacchetto nuziale

All’ingresso ai partecipanti, ai quali è stato chiesto un simbolico contributo di 20 euro per l’acquisto di un grande ulivo da piantare in giardino come accadde 50 anni fa, è stato regalato un libricino dal titolo: Festeggiate insieme a noi. Vogliamo condividere l’introduzione. È il racconto di Rosaria visto attraverso gli occhi di una bimba cresciuta nella Valle del Chienti e delle Abbazie.

I vini degustati durante la serata - I 50 anni del Ristorante I Due Cigni a Montecosaro Scalo
I vini degustati durante la serata

“Le presentazioni celebrative sono un po’ tutte uguali, la storia, i contatti, il territorio, i premi (tutti sono superpremiati). Mi piace raccontare e raccontarmi nella valle del Chienti, all’ombra di questa chiesa Santa Maria a Piè di Chienti, conosciuta come l’Annunziata, in questa terra attraverso i decenni '60/'70/'80/'90/2000 e attraverso le stagioni, i ricordi, le emozioni e i sentimenti diventati pietre miliari della mia storia e del mio "essere" ora semplicemente così. La campagne assolate dalla soglia di una cucina, quadrata, grande e buia, osservo, bambina di una decina d’anni, il sole che scalda ed illumina un chilometro quadrato di terra. Alle spalle, il buio interno ed intenso della grande cucina: le imposte di legno azzurrino, chiuse alla luce ed alla calura, creano un’oasi di fresco e di pace che sembra estendersi a distanza sulla destra, dove posso scorgere il limite rettilineo di un fossato con tanta fresca acqua. Vita per i nostri campi, nascosta da due linee di platani e di foglie verdi che si muovono all’unisono con il vento, rispettando il suo ritmo. Da lì, la sensazione immaginata di frescura che mitiga la calura.Tutto è silenzio, dal ponte sul fossato, il nostro "vallato", non arriva nessuno, né una bicicletta, né una macchina, né un motorino si affaccia alla nostra bianca strada polverosa. Il mio sguardo viaggia. Campi perfettamente rettangolari fino al limite della vista. Quanto sudore per tracciarli così avranno sperso i miei? Dalla destra, dal ponte sul vallato, percorro la strada bianca di breccino a due corsie con al centro, solo in alcuni punti, degli sparuti ciuffi di erba ribelle, semi sfuggiti alle bordure laterali dei fossi. Quanta regolarità! Dal vallato i due fossi corrono lungo la strada dritta che taglia a metà il mio orizzonte e mi porta fino al fiume Chienti. Davanti a me il mio orizzonte è limitato da una collinetta nostrana con piccoli gruppi di case, la chiamano Monte S.Rosa, non è altro che un lembo estremo di Montegranaro che si spinge verso Monte S.Giusto. A valle vedo la linea del Chienti, al di là dei forti, al di là della lussureggiante vegetazione dal verde intensissimo e lucido, quasi vicino per l’intensità del suo colore, prima di sconfinati prati verdissimi di erba morbida, senza zolle, solo puntata da qualche fiore”.

Aspettiamo l’ultima festa a dicembre. I Due Cigni sapranno stupirci ancora.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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