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Un ristorante su 4 non vive più di 2 anni Per lavorare servono doti manageriali

Aprire un’attività è relativamente semplice, è portarla avanti che richiede capacità che non tutti hanno, soprattutto nel mondo della ristorazione e soprattutto in un periodo di boom del settore. Lo confermano dati Fipe che rivelano come in Italia un ristorante su 4 chiuda i battenti dopo 2 anni di vita.

22 novembre 2018 | 12:03
Un ristorante su 4 non vive più di 2 anni 
Per lavorare servono doti manageriali
Un ristorante su 4 non vive più di 2 anni 
Per lavorare servono doti manageriali

Un ristorante su 4 non vive più di 2 anni Per lavorare servono doti manageriali

Aprire un’attività è relativamente semplice, è portarla avanti che richiede capacità che non tutti hanno, soprattutto nel mondo della ristorazione e soprattutto in un periodo di boom del settore. Lo confermano dati Fipe che rivelano come in Italia un ristorante su 4 chiuda i battenti dopo 2 anni di vita.

22 novembre 2018 | 12:03
 

Aprire un’attività è relativamente semplice, è portarla avanti che richiede capacità che non tutti hanno, soprattutto nel mondo della ristorazione e soprattutto in un periodo di boom del settore. Lo confermano dati Fipe che rivelano come in Italia un ristorante su 4 chiuda i battenti dopo 2 anni di vita.

Di questo se ne è discusso durante l’evento Ristomeglio, tenutosi a Catania, che è servito ai cuochi siciliani - ma di riflesso a tutto il mondo della ristorazione nazionale - a fare il punto sugli ingredienti necessari ai ristoratori per far sopravvivere la loro attività.

(Un ristorante su 4 non vive più di 2 anni Per lavorare servono doti manageriali)

È emerso prima di tutto che il ristoratore di oggi non può più permettersi di saper cucinare, di proporre piatti belli, buoni e innovativi, ma deve anche essere dotato di capacità manageriali spiccate per evitare di dover vedere “morire” il proprio sogno.

Tra trend di consumo, tabelle di costi, processi di produzione, leve, criticità e valori di break even point, i partecipanti all’incontro hanno avuto modo di confrontarsi e condividere nuove visioni: «Oggi l’enogastronomia italiana rappresenta la chiave per accendere il motore turistico del nostro Paese - spiega il docente Paolo Guidi, autore di diverse pubblicazioni sull’argomento - le attività sono sempre più vincolate a nuove dinamiche e la cattiva gestione porta inevitabilmente a non intercettare le opportunità di business presenti. Il nostro obiettivo è quello di fornire skill manageriali adeguate e informazioni tecniche legate ai nuovi trend di mercato, per rendere le imprese del settore capaci di riscrivere la propria ricetta aziendale di successo».

Suggerimenti utili ad un settore che vuole (e deve) sentirsi sempre più capofila del progetto di sviluppo del Sistema Italia considerate anche le oltre 300mila attività distribuite da nord a sud, isole comprese.

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