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Linea Verde e la pasta svizzera Coldiretti: Offese 300mila aziende

La nota trasmissione di Rai Uno ha mandato in onda ieri, domenica 10 novembre, un servizio dal Canton Ticino, in cui si tessevano le lodi della pasta prodotta con materie prime provenienti da Oltreoceano.

 
11 novembre 2019 | 17:33

Linea Verde e la pasta svizzera Coldiretti: Offese 300mila aziende

La nota trasmissione di Rai Uno ha mandato in onda ieri, domenica 10 novembre, un servizio dal Canton Ticino, in cui si tessevano le lodi della pasta prodotta con materie prime provenienti da Oltreoceano.

11 novembre 2019 | 17:33
 

Non è stato digerito da Coldiretti il servizio che ieri mattina la trasmissione Linea Verde ha mandato in onda dalla Valposchiavo, in Svizzera, nel quale si parlava della pasta prodotta in terra elvetica con il grano proveniente dal Canada.

Linea Verde ha dedicato un servizio alla pasta prodotta in Svizzera (Linea Verde e la pasta svizzeraColdiretti: Offese 300mila aziende)

Linea Verde ha dedicato un servizio alla pasta prodotta in Svizzera

«È inaccettabile - scrive l’associazione in una nota - che una trasmissione del servizio pubblico Rai dedicata all’agricoltura e al cibo italiani si trasformi in uno “spot” a favore della pasta svizzera fatta con grano canadese trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità che sul territorio nazionale sono addirittura esplicitamente vietate».

Secondo Coldiretti, il servizio «tradisce l’impegno quotidiano e le tante battaglie portati avanti dalla Rai e dalla Rete ammiraglia in favore della produzione Made in Italy», in quanto rappresenterebbe «una vera e propria campagna promozionale per un tipo particolare di pasta fatta in Svizzera con grano importato dal Canada, per ammissione del titolare dello stabilimento».
 
Per l’associazione dei coltivatori si è trattato di un vero e proprio «insulto al prodotto simbolo del Made in Italy giustificato nel servizio addirittura dalla falsa pretesa che il grano straniero sarebbe di maggiore qualità. Si tratta di un’offesa per gli italiani che pagano il canone e, soprattutto, per le oltre trecentomila aziende agricole nazionali che, con enormi difficoltà e spesso in aree interne, continuano a coltivare il grano in Italia dove matura grazie al sole, e non per effetto di sostanze chimiche accusate peraltro di essere cancerogene, come accade per quello canadese».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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