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Fascino d’un tempo e cucina di casa alla spoletina Osteria del Trivio

Spoleto ha studiato un piano di mobilità sostenibile assai moderno che consente di godersi al meglio il centro storico dove sorge l’Osteria del Trivio, dal menu rigidamente tipico e l’arredamento rustico

di Claudio Riolo
 
17 settembre 2017 | 12:19

Fascino d’un tempo e cucina di casa alla spoletina Osteria del Trivio

Spoleto ha studiato un piano di mobilità sostenibile assai moderno che consente di godersi al meglio il centro storico dove sorge l’Osteria del Trivio, dal menu rigidamente tipico e l’arredamento rustico

di Claudio Riolo
17 settembre 2017 | 12:19
 

Johann Wolfgang Goethe nel suo Viaggio in Italia racconta l’arrivo a Spoleto il 27 ottobre 1786; ammirando l’acquedotto o Ponte delle Torri costruito sotto Augusto lo definì una seconda natura intesa alla pubblica utilità. Ora l’antica città ha realizzato il mirabile programma di mobilità alternativa; grazie a gallerie nella montagna, tapis roulant e scale mobili, il centro storico è bandito alle auto.

Umberto Muraro e la moglie Mirella - Fascino d’un tempo e cucina di casa alla spoletina Osteria del Trivio

Umberto Muraro e la moglie Mirella

Si godono con facilità le stradine che dal piano portano alla Cattedrale e viceversa; si dipanano, si sdoppiano e si dividono, s’incrociano, si trasformano in ripide scalinate, si passa sotto archi suggestivi. Appagati dalla lunga camminata, è obbligo scendere nella bassa ma sempre fascinosa Spoleto e concedersi un tuffo nella tradizione culinaria nell'accogliente Osteria del Trivio. Non lontano da un’antica chiesetta con campanella, la trattoria si annuncia fin dall’esterno con due finestrine nelle mura solide e il menu alla porta, l’atmosfera della trattoria anni Cinquanta, linda e allegra. Ma in realtà tutto è stato rifatto ad arte nel 2002 dal proprietario, sulla base di un vecchio locale precedente.

Il buongustaio è accolto da due salette rustiche con i soffitti in legno, tovaglie a quadretti rosse sui tavoli quadrati e sedie di legno; vecchie madie compreso il tradizionale scaffale armadio per alimenti e cereali di una vecchia rivendita. Alle pareti si ammirano collezioni d’epoca, cavatappi, fotografie, fiaschi.

Nel menu stuzzicante e di rigida impronta locale tutto è fatto in casa e preparato al momento: antipasto di salumi tagliati a mano; ottima scelta di formaggi; passata di legumi. In particolare segnalo le tagliatelle con funghi porcini; gli gnocchi di patate; il filetto di manzo all’aceto; le costolette d’agnello; ancor più tradizionali e tipici gli strangozzi con fave; la pancetta e pecorino, il gallo alla spoletina; i carciofi ripieni con carne. Golosi i dolci, la crescionda di cioccolata e amaretti, la zuppa inglese; i tozzetti e vin santo. I vini sono quelli locali ormai divenuti internazionali per la scalata alle classifiche mondiali; e dico Montefalco, Sangiovese e Trebbiano.
 
Umberto Muraro, nativo di Spoleto, ha viaggiato 15 anni in Europa lavorando in buoni ristoranti. Ha quindi aperto il ristorantino nella sua città e ora sta in sala, mentre la moglie Mirella è in cucina, apprezzatissima. I Muraro, Ambasciatore delle Arti, vi consigliano la visita al Ponte delle Torri. Chiusa martedì.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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