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Grand Hotel Parker’s, storia di uno scienziato che si scoprì albergatore

Era il 1870 quando lo scienziato George Parker Bidder III rilevava la proprietà dell’antico Hotel Tramontano Beau Rivale a Napoli di cui era ospite abituale, per farne la meta elettiva dei viaggiatori del Nord Europa

 
24 febbraio 2022 | 08:30

Grand Hotel Parker’s, storia di uno scienziato che si scoprì albergatore

Era il 1870 quando lo scienziato George Parker Bidder III rilevava la proprietà dell’antico Hotel Tramontano Beau Rivale a Napoli di cui era ospite abituale, per farne la meta elettiva dei viaggiatori del Nord Europa

24 febbraio 2022 | 08:30
 

Questa non è solo la storia di un hotel icona dell’ospitalità napoletana e italiana, ma la storia di uno scienziato che si scoprì albergatore. Era il 1870 quando lo scienziato George Parker Bidder III, facoltoso studioso inglese di biologia marina, impegnato alla Stazione biologica della Real Villa, oggi Villa comunale, rilevava la proprietà dell’antico Hotel Tramontano Beau Rivale di Napoli di cui era ospite abituale, per farne la meta elettiva dei viaggiatori provenienti dal Nord Europa.

 


Come ai tempi del Gran Tour

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, il Parker’s ritorna a vivere grazie all’avvocato Francesco Paolo Avallone, brillante professionista napoletano che nel 1948 acquista la struttura, ridotta quasi a un rudere e la restituisce all’antico splendore. Trent’anni dopo, nel 1980, il sisma che devasta l’Irpinia non risparmia l’hotel, che saranno le Belle Arti di Napoli a ristrutturare interamente. Trasformato in raffinato 5 Stelle Lusso dalla famiglia Avallone, unica proprietaria, oggi il Grand Hotel Parker’s fa rivivere ai suoi ospiti il lusso, l’eleganza e la tradizione di un’antica dimora della Napoli dei tempi del Gran Tour. In una “veste” completamente nuova, grazie ai lavori di ristrutturazione che hanno rimesso a nuovo la facciata e tre piani, insieme al sesto piano, quinta teatrale della scenografica terrazza affacciata sul Golfo e sul Vesuvio. È «un’opportunità imprenditoriale avviata per un atto d’amore della famiglia Avallone», spiega Andrea Prevosti, il general manager dell’hotel, oggi gestito con lo stesso spirito di appartenenza che lo rendeva speciale in passato. E con il desiderio di riportarlo agli antichi fasti di Salvatore Avallone, proprietario insieme alla famiglia, le sorelle Cesira, Bice e Maria Ida, quest’ultima a capo dell’azienda vinicola Villa Matilde, che segue come “donna del vino”, già delegato per la Campania dell’Associazione Donne del Vino dal 2010 al 2018.


A segnare la storia del Grand Hotel Parker’s sono stati i numerosi personaggi illustri che l’hanno scelto per i loro soggiorni partenopei. Ciascuno ha lasciato un’impronta indelebile fatta di aneddoti, ricordi, pagine di giornali, memorie, contribuendo a farne una dimora storica d’élite, prestigiosa non solo per la ricercatezza dei suoi ambienti interni, ma anche e ancor più per la notorietà degli uomini e delle donne che l’hanno vissuta.


Servizi su misura

“Veri padroni di casa”, i concierge “Chiavi d’Oro” Marco e Vincenzo accolgono ogni giorno gli ospiti, pronti a rispondere a qualsiasi esigenza e pianificare il soggiorno grazie a un servizio impeccabile e personalizzato. Si sceglie tra escursioni e tour privati, visite nell’azienda vitivinicola di famiglia Villa Matilde. E ancora, si occupano di prenotazioni di ristoranti, vip transfer con auto di lusso e minivan, servizio di baby-sitter, dog-sitter, biglietteria e molto altro ancora. Studiato per una clientela che ricerca l’autenticità e il fascino di un luogo senza tempo, ma anche per soddisfare un pubblico sempre più attento ed esigente di Millennials, il Parker’s offre oggi servizi all’avanguardia e tecnologia di ultima generazione.


Ideale per un viaggio di coppia o con la famiglia, il Grand Hotel Parker’s accoglie gli ospiti in 79 camere e suites con arredi e finiture d’epoca dall’impareggiabile fascino: raffinati tendaggi, lampadari e applique in cristallo e una fine selezione di pregiati marmi italiani. Camere esclusive dove si respira l’eleganza, la tradizione e tutto il fascino tipico di un’antica dimora partenopea. L’impeccabile e coinvolgente accoglienza in stile partenopeo unito al servizio d’eccellenza ne fanno la tua dimora con vista su Napoli.


Le Muse, il regno di Vincenzo Fioravante

È famoso proprio per la vista spettacolare sul Golfo di Napoli e l’atmosfera sofisticata il Ristorante Le Muse, aperto tutti i giorni per la colazione e il pranzo napoletano, anche in versione delivery. A capo della cucina il cuoco Vincenzo Fioravante porta avanti la tradizione seguendo le ricette di Mamma Matilde, la mamma dei signori Avallone proprietari dell’Hotel: «Non è solo un onore, ma anche un’emozione poter dialogare tutti i giorni con la signora Matilde Avallone attraverso i suoi piatti e far conoscere ai napoletani come una donna forte e appassionata abbia saputo da ligure cogliere l’essenza stessa della nostra tradizione e farne un baluardo della storia della propria famiglia e un po’ della nostra città», spiega il cuoco. Dalla Parmigiana di melenzane ai rigatoni trafilati al bronzo con ragù napoletano al classico Babà al rum, Fioravante propone i piatti della famiglia nati dalla dedizione e dall’amore della signora Matilde per la cucina napoletana così cara al marito, prediligendo prodotti di alta qualità e freschezza. Nata a Genova nel 1931 e arrivata a Napoli adolescente per seguire il padre divenuto comandante del Porto di Napoli, Matilde conosce Francesco Paolo Avallone a soli 14 anni e da quel momento non si lasceranno mai. Diplomata in pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella, aveva uno spiccato talento artistico che riversò anche nella cucina senza mai stravolgere però la tradizione. «Mio padre è sempre stato un amante della buona cucina e soprattutto di quella napoletana, mia madre da genovese era cresciuta con altri sapori. Per amore di papà si adoperò per imparare, con dedizione, tutti i segreti della cucina e in modo speciale di quella napoletana. La sua cucina aveva molto carattere, quello che la distingueva era una leggerezza di fondo per cui anche dopo un pasto completo ci si alzava da tavola senza quel senso di pesantezza che spesso la cucina napoletana può dare. Ha sempre riversato la sua innata eleganza in tutto quello che faceva», racconta la figlia Cesira Avallone.


La Terrazza Efebo

All’ultimo piano del Grand Hotel Parker’s, la Terrazza Efebo domina il Golfo di Napoli, al cospetto del Vesuvio, come un “palco reale” naturale, incorniciata dalle residenze e dai palazzi ottocenteschi più suggestivi della città. È il luogo perfetto per rilassarsi o per organizzare un evento privato in un contesto esclusivo, una spettacolare terrazza en plein air che regala un’esperienza unica.


La stella del George

Orchestrato dal talentuoso Domenico Candela, il Ristorante George, una stella Michelin, è l’ideale per trascorrere una serata indimenticabile, complici l’atmosfera intima ed elegante e la vista che si apre sulla baia di Napoli. L’originalità degli spazi interni, ispirati alla vita di George Parker, si coniuga perfettamente alla raffinata mise en place dei piatti, in un armonioso gioco di colori e di stile. A completare l’esperienza è poi il servizio, attento, discreto e impeccabile. Cenare al George è un’esperienza che stimola tutti i sensi: atmosfera, profumi, sapori ed estetica sono gli ingredienti di un percorso gastronomico raffinato e inedito. Protagonista in tavola, una cucina contemporanea che mixa tecnica classica e tradizione di un territorio unico come la Campania, magistralmente realizzata dal cuoco Domenico Candela, talentuoso napoletano che vanta esperienze nelle più prestigiose cucine italiane e d’Oltralpe.

 


Nei suoi piatti Domenico Candela fonde con piglio creativo i prodotti d’eccellenza della sua terra d’origine, la Campania, le tecniche dell’haute cuisine e le suggestioni internazionali mutuate nei suoi viaggi. Ecco allora che la carta del Ristorante George si trasforma in un viaggio che porta dalle profondità della tradizione partenopea alle vette della sperimentazione, spaziando da Napoli alla Francia e al resto del mondo. Nascono così i Menu Degustazione, che rispettano con rigore la stagionalità degli ingredienti, per farsi esplosione di sapori, colori ed emozioni.


Vino, passione di famiglia

È selezionata dal maître sommelier Enrico Moschella la carta dei vini, che raccoglie in 133 etichette il meglio della produzione locale e i vini più prestigiosi del panorama nazionale e internazionale. Ad affiancarla una carta di acque tra le più sorprendenti al mondo. «Alla mamma papà dedicò un’altra sua grande passione il vino, il vino degli antichi romani che imparò ad amare da giovane assistente di storia del diritto romano e che con caparbia costanza e forza riportò in vita il Falerno. È così nacque il Falerno Villa Matilde, Matilde come mamma e come l’azienda che creò e a cui diede il nome», racconta Cesira Avallone. L’amore e la passione per la tradizione vitivinicola della famiglia Avallone hanno così reso possibile, con l’etichetta Villa Matilde, l’approdo sulla scena nazionale dei loro vini, di indiscussa qualità, in cui si riflette il gusto deciso del territorio, la Campania. Capaci di sorprendere e conquistare anche i palati più esigenti, i nettari di Villa Matilde si abbinano perfettamente ai piatti della tradizione locale, sublimandone e valorizzandone ancor più il sapore.


Domenico Candela, il ritorno alle origini

«La realtà non si forma che nella memoria», diceva Marcel Proust, la pensa così anche Domenico Candela, che sostiene: «La mia cucina è un viaggio nella memoria e memoria di viaggio». E continua: «Ricordare per me significa riportare nel cuore i momenti dell’infanzia e ritrovarli nella studiata alchimia dei sapori, degli odori, dei colori che sono nei miei piatti. Dopo essere stato accolto in Francia, patria della mia formazione, riapprodo nella mia città con grande orgoglio a coniugare l’emozione e la memoria con la disciplina e il rigore della raffinatezza. Porto in tavola le mie scelte, i prodotti di territori d’elezione, l’amore per le salse, l’autenticità del pomodoro che si unisce all’esaltante profumo di basilico. Porto in tavola il mio viaggio quotidiano nel mondo dell’arte gastronomica».

Domenico Candela Grand Hotel Parker’s, storia di uno scienziato che si scoprì albergatore

Domenico Candela


È radicata nelle origini campane ed è influenzata dalla scuola francese la cifra stilistica di Domenico Campana. La lezione d’Oltralpe torna nelle salse, immancabili in ogni sua ricetta, che secondo lo chef sono il Dna della cucina, e poi anche nei consumé, nelle riduzioni, nelle tecniche di cottura, mutuate da Georges Auguste Escoffier, celebre cuoco francese autore di vari libri di cucina, il primo a parlare di Nouvelle Cuisine agli inizi del Novecento. Con grande umiltà e intraprendenza, fin dai primi passi in cucina, ha imparato il significato di disciplina, rigore, impegno, dedizione al lavoro a 360°, perché come spiega egli stesso: «questo mestiere è uno stile di vita». Così ha imparato anche cos’è il rispetto della materia prima, la stagionalità, la ricerca maniacale del prodotto del territorio di qualità. A fianco di importanti cuochi fin da giovanissimo, il suo percorso l’ha portato dall’Italia alla Francia e viceversa, la prima volta in Francia a 23 anni, fa esperienza in un due stelle Michelin; tornato nel Belpaese viene arruolato da Antonio Guida a Il Pellicano di Porto Ercole e da Damiano Nigro a Relais Villa D’Amelia a Benevento. E poi, a Capri, a Il Quisisana, con Stefano Mazzone, marchesiano di scuola francese e al Ristorante Vespasia di Norcia. E poi ancora in Francia, con Yannick Alléno, e in Italia con Enrico Bartolini. E proprio quest’ultimo, fautore di una cucina “tradizionale ma al tempo stesso contemporanea”, gli ha insegnato le moderne tecniche di cottura, senza mai rinunciare alla sperimentazione. Ecco allora Candela farsi interprete di fermentazione, sferificazione e altre tecniche che gli permettono di “trattare” la materia prima anche fuori stagione, pur restando convinto dell’importanza di cambiare il menu seguendo il ritmo delle stagioni, al punto da farne uno dei capisaldi della sua ars coquendi. Una predilezione per le cotture espresse, la ricerca costante della soddisfazione del cliente, la cura per la mise en place, la sperimentazione di tecniche nuove, la voglia di incuriosire e sorprendere sempre l’ospite. La cucina tradizionale viene proposta in modo inedito, sempre rinnovata grazie a nuovi menu, ricchi di piatti equilibrati, a base di sapori netti e riconoscibili. I suoi piatti iconici? Soprattutto i secondi: carne (controfiletto), agnello, mezzene e selvaggina (lepre), interiora, animelle.


La George Lounge

Situata al sesto piano del Grand Hotel Parker’s, la George Lounge è un luogo intimo ed esclusivo dove concedersi un aperitivo o un momento di relax, godendo di una delle viste più emozionanti su Napoli che spazia fino all’isola di Capri. Al bancone del bar, il bartender Antonio Boccia porta avanti un interessante lavoro di ricerca nella moderna mixology, per dare un tocco di originalità a ogni cocktail, o calice di Champagne, accompagnati dalle prelibatezze del cuoco Domenico Candela.


Grand Hotel Parker’s
Corso Vittorio Emanuele 135 - 80121 Napoli
Tel 081 7612474
www.grandhotelparkers.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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