È ufficiale: Inalpi ha acquisito il gruppo Marenchino, storico nome della tradizione casearia piemontese. L’accordo tra le due aziende segna così un passaggio importante per il comparto lattiero-caseario regionale e per la stessa Inalpi, che rafforza così la propria presenza sul territorio.

Inalpi ha acquisito il gruppo Marenchino, storico nome della tradizione casearia piemontese
A spiegare il senso dell’operazione è stato Ambrogio Invernizzi, presidente di Inalpi: «L'obiettivo di questa operazione è fornire supporto al territorio per rilanciare una storica realtà produttiva e, per questo, abbiamo rilevato il fatturato, i dipendenti e acquistato i marchi del gruppo. L'acquisizione è resa possibile da un contestuale piano industriale che prevede l'ampliamento della presenza e il consolidamento della posizione di Inalpi nel comparto lattiero-caseario piemontese. In un'ottica più ampia, prevediamo inoltre la creazione di specifiche divisioni Inalpi, tra cui la Divisione Inalpi Dop all'interno della quale sarà coinvolto per la sua esperienza e conoscenza Bartolo Marenchino» spiega Invernizzi.
La mossa di Inalpi non si limita a un semplice passaggio di proprietà. È un intervento che punta a preservare competenze, conoscenze e professionalità radicate nel territorio. Come si legge nella nota diffusa dall’azienda, «l'operazione rappresenta un intervento di potenziamento industriale, di valorizzazione del territorio e coinvolge una trentina di dipendenti diretti, assumendo così una duplice valenza nel preservare sia un'importante know-how, che valorizzare le competenze professionali dei lavoratori, in un settore fondamentale per l'economia locale».
Il gruppo Marenchino - noto per la produzione di formaggi tipici piemontesi come Toma, Bra, Raschera e Tomini - entra così a far parte di un progetto industriale più ampio, che guarda alla crescita ma anche alla continuità di una storia produttiva nata e cresciuta nel cuore del Piemonte. La scelta di coinvolgere Bartolo Marenchino nella nuova Divisione Inalpi Dop appare in questo senso una garanzia di coerenza e di rispetto per le radici di un marchio che, per decenni, ha rappresentato un punto di riferimento per la filiera locale.
Il piano industriale alla base dell’operazione prevede infatti un rafforzamento complessivo dell’azienda cuneese, che negli ultimi anni ha intrapreso un percorso di crescita costante. Lo confermano i numeri: «Il percorso che Inalpi sta compiendo in questi anni è volto a una crescita continua. Una scelta che anche i numeri confermano essere corretta: abbiamo chiuso il 2024 a oltre 300 milioni di fatturato e abbiamo una previsione, per il 2025, che ci fa ipotizzare di poter raggiungere circa 320 milioni di euro. In questo contesto e con la consapevolezza di poter rafforzare la nostra posizione, riteniamo nostro compito di imprenditori, metterci in gioco per rilanciare una storica realtà produttiva e valorizzare le comunità che intorno a essa vivono la propria quotidianità» ha concluso Invernizzi.