A marzo l’indice di fiducia dei consumatori scende drasticamente raggiungendo il valore più basso da gennaio 2021. Il ridimensionamento così accentuato dell’indice è essenzialmente dovuto al forte deterioramento delle aspettative, sia sulla situazione economica del paese sia su quella personale, nonché a un aumento delle attese sulla disoccupazione. In deciso peggioramento risultano anche i giudizi sull’opportunità all’acquisto di beni durevoli.

A marzo dimininuisce anche l’indice di fiducia delle imprese, dopo il recupero registrato lo scorso mese. Il calo è principalmente imputabile a un diffuso peggioramento sia dei giudizi sia delle attese sugli ordini/vendite nel comparto manifatturiero, nei servizi e nel commercio al dettaglio.
Tutti i comparti registrano una diminuzione dell’indice di fiducia ad eccezione di quello delle costruzioni. Più in dettaglio, l’indice di fiducia diminuisce nel comparto manifatturiero (da 112,9 a 110,3), nei servizi di mercato (da 100,4 a 99,0) e nel commercio al dettaglio (da 104,5 a 99,9). In controtendenza, nelle costruzioni l’indice sale da 159,7 a 160,1.
In relazione alle domande sulle esportazioni rivolte alle imprese manifatturiere trimestralmente, si stima un aumento del numero di imprese che segnala ostacoli all’attività di esportazione (la relativa percentuale passa da 44,5% del quarto trimestre 2021 a 53,5%). In particolare, cresce fortemente (dall’8,2 al 24,8%) la quota di imprese che evidenzia “Altri motivi” tra i principali ostacoli che condizionano l’export.
«In questo contesto vi sono anche segnali positivi come la ripresa della fiducia degli operatori turistici, legata al venir meno di molte restrizioni. Anche in questo caso i prossimi mesi rappresentano un test per verificare se l’inversione di tendenza ha basi solide o si esaurirà rapidamente», ha dichiarato invece Confcommercio.