Il mercato agroalimentare mostra dinamiche complesse nel 2024-2025, con fenomeni contrastanti tra diversi comparti. In Italia, le susine vedono un calo dei consumi interni, ma i prezzi crescono fino al 15% e l’export registra un record storico di 70 milioni di euro, trainato da Emilia-Romagna e Campania. Parallelamente, a livello europeo, le quotazioni dell’olio di cocco hanno registrato un trend ribassista ad agosto 2025 (-12,7%), mentre il premio sul palmisto si riduce drasticamente, evidenziando fragilità della supply balance globale e pressioni sui prezzi alimentari.

Momenti differenti per susine e olio di cocco
Prezzi susine +15% in media, discount e ipermercati in aumento fino al 30%
Le coltivazioni di susine in Italia si mantengono stabili su circa 11-12 mila ettari, con una produzione negli ultimi tre anni tra 160 e 180 mila tonnellate. Emilia-Romagna e Campania si confermano i poli principali del comparto. La lunga stagionalità del frutto, con vendite fino a novembre, consente una distribuzione uniforme nel periodo autunnale: circa un terzo delle vendite a settembre, il 15% a ottobre e il 6% a novembre, trainata da varietà a elevata conservabilità come l’Angeleno.
Secondo il Monitor Ortofrutta di Agroter, i consumi domestici di susine hanno registrato un arretramento negli ultimi cinque anni, tornando ai livelli del 2020 dopo il picco del 2022. Tra i canali di vendita, il dettaglio tradizionale ha perso oltre il 20%, mentre i discount hanno mantenuto una performance più stabile. Per quanto riguarda i prezzi, si osserva un incremento medio del 15% nel biennio, con un aumento più marcato nei discount (+21%) e negli iper e supermercati (+30%) rispetto al 2019. Nonostante la contrazione dei consumi interni, l’export delle susine italiane ha raggiunto nel 2024 un record degli ultimi cinque anni, con 70 milioni di euro esportati. Le 45 mila tonnellate esportate hanno generato un saldo commerciale positivo di 47 milioni di euro a valore e circa 30 mila tonnellate a volume, rappresentando oltre un quarto della produzione nazionale, la percentuale più alta tra frutti simili.

Prezzi in rialzo per le susine
«L’export continua a essere un elemento chiave per il settore», spiegano gli analisti, «consentendo di compensare il calo dei consumi interni e valorizzare le varietà italiane sui mercati esteri». Il comparto delle susine italiane mostra un equilibrio delicato tra consumi interni e performance export. La stabilità delle coltivazioni, unita alla lunga stagionalità e alla forte domanda internazionale, rappresenta un punto di forza per il settore, mentre il rallentamento dei consumi nel dettaglio tradizionale suggerisce la necessità di strategie mirate di marketing e promozione nei canali domestici.
Prezzi olio di cocco in Europa: ad agosto trend ribassista e riduzione del premio sul palmisto
Nel mese di agosto 2025, le quotazioni dell’olio di cocco sul mercato europeo hanno registrato un trend ribassista, scendendo del 12,7% tra inizio e fine mese. Nonostante ciò, i prezzi restano circa il 52% al di sopra dei livelli di fine agosto 2024, ma non hanno superato la soglia dei 3.000 $/t, scendendo invece sotto i 2.600 $/t. Parallelamente, l’aumento dei prezzi dell’olio di palmisto, sostenuto da rialzi anche sull’olio di palma e da una domanda crescente per la sostituzione dell’olio di cocco, ha determinato una drastica riduzione del premio del cocco sul palmisto, scendendo a circa 400 $/t a fine agosto, dopo essere stato sopra i 1.100 $/t nei mesi precedenti.

Scendono i prezzi dell'olio di cocco
Secondo Areté, i ribassi osservati riflettono «un certo grado di distruzione della domanda legato ai prezzi record registrati a luglio», combinato con «un rallentamento stagionale degli acquisti durante agosto e una propensione a vendere prima dell’inizio della stagione dei tifoni», che ha determinato un temporaneo aumento dell’offerta. Nonostante la flessione dei prezzi, persistono elementi di fragilità della supply balance. La produzione di olio di cocco nelle Filippine e a livello globale dovrebbe mostrare un aumento solo marginale rispetto alla campagna precedente, mantenendo il mercato globale in deficit strutturale.
Inoltre, le esportazioni filippine di olio di cocco, pur in calo mese su mese da gennaio 2025, risultavano ancora superiori a quelle della campagna 2023/24 alla fine di giugno 2025, a livello cumulato dall’inizio della campagna 2025/26. «Questo scenario indica che il mercato resta fragile e sensibile a eventuali perturbazioni della produzione o della logistica», sottolineano gli analisti. Il mercato europeo dell’olio di cocco resta quindi influenzato da dinamiche stagionali, variazioni dei prezzi del palmisto e fattori produttivi globali. Per i produttori e gli operatori della food industry, diventa cruciale monitorare l’equilibrio tra domanda e offerta e pianificare acquisti e approvvigionamenti in modo strategico per fronteggiare eventuali nuovi picchi dei prezzi.