Nella laguna di Marsala di fronte alle Egadi, un pugno di isolette racconta avventure marinare che iniziano con i Fenici, il Marsala nel mondo, archeologia e uccelli rari. Il viaggiatore può conoscere anche la cucina locale. Andrea Figuccia con la sua famiglia da più di trent’anni ha portato a San Vito Lo Capo (Tp) questo mondo genuino e gustoso. I locali sono due: uno ristorante, l’altro gastronomia.

Andrea Figuccia con la moglie Brigida e i figli Enrico e Marilena
In Italia ogni borgo ha abitudini e alimenti propri. In Sicilia si aggiunge la presenza nei secoli di oltre dieci popoli dal Mediterraneo e dall’Europa che hanno condizionato cultura, costumi e cucina: ebrei, arabi, tunisini, genovesi, napoletani, albanesi e altri ancora.
Il pesce di Andrea, dalla barca alla tavolaIl cuoco
Andrea Figuccia aprì Lo Stagnone a San Vito Lo Capo nei primi anni 2000 e il nome ricorda la dolcezza lagunare della sua Marsala e gli usi culinari originari; il menu ritrae il noto mulino a vento riflesso nell’acqua bassa pochi palmi. I baffoni bianchi del cuoco sembrano dire: “fidati di me”. Sposò
Brigida Rubino che cura cucina e sala; seguirono due figli modello,
Marilena, in sala e ai vini, ed
Enrico, preparatissimo in cucina. L’ampia strada che porta al Faro era chiamata “strada delle vacche” per il ricovero degli animali. Oggi la veranda invita all’ampia sala interna, tavoli e sedie di legno.
Polpo fresco
Cucina di casa, curata, senza compiacimenti a sapori di maniera. Iniziamo con gli antipasti: il polpo è morbido grazie ai segreti della Casa, si può gustare con sedano fresco e carote in aceto o in varianti; favette con olio evo e menta, alici marinate, pesce crudo dello Stagnone. Tra i primi, le busiate, vessillo trapanese di pasta fatta a mano, con otto condimenti a scelta: dello Stagnone con cozze, vongole, gamberi; con pesto trapanese; aragosta; tonno fresco; pesce spada; sarde; alla Norma; all’italiana di Brigida con gambero rosso; il mitico cuscus di pesce; scelta di spaghetti e linguine. Quando Andrea pesca con la sua barca è una festa di varietà secondo stagione: da maggio a giugno tonnetti, seppie e spigole. Si privilegiano la griglia, la cottura sotto sale, la grigliata e le fritture. Ottime le verdure dell’orto di casa.
Una dozzina i golosi dolci, in primis il cannolo scomposto: la ricotta sul piatto, con granella di pistacchio e cioccolata, è coperta dalla scorza croccante. Marilena apre ogni bottiglia a richiesta. Si possono degustare al calice i vari tipi di vino dei produttori in carta: Grillo, Inzolia, Zibibbo secco, Cataratto e Grecanico, Nerello Mascalese, Nero d’Avola, Spumante metodo Classico, Viognier, Frappato, Syrah, Nero Cappuccio, Chardonnay, Catarratto Lucido, Merlot.
Stagnone 2, mix dei sapori della gastronomia sicilianaFrancesco Saladino conobbe Marilena Figuccia a scuola e quando suo padre Andrea aprì il ristorante omonimo divenne gestore della gastronomia. Il locale è ampio, ordinato, tutti i piatti in esposizione al banco e disponibili per l’asporto. Dell’infinito menu segnalo anzitutto il pollo allo spiedo bio. Quindi caponata di melanzane; insalata d’aragosta; insalata venere di mare e siciliana. Arancine al ragù con riso, zafferano, concentrato di pomodoro, piselli; parmigiana e hamburger di melanzane; calzoni con würstel; sfincione con pomodoro, cipolla, caciocavallo, acciughe; pane cunzato con la morbida muffoletta; panelle.
Francesco Saladino
Gustosi piatti di verdure stagionali: patate al prezzemolo, fagiolini, zucchine in agrodolce, carciofi sott’olio, patatine fritte e al forno. Lasagne e anelletti al forno, timballo alla Norma con salsa di pomodoro, basilico, melanzane fritte, ricotta salata; cuscus di pesce, tabulé. Seppioline ripiene, fritto di calamari, filetto di pesce San Pietro, spatola a beccafico, involtini di pesce spada. Pasticceria, cornetti, ciambelle, treccine, bomboloni al forno.
Cuscus
La cucina siciliana è varia, colorata, ogni piatto è una pagina di cultura; per raccontarla sono utili storia, antropologia, paesaggio, psicologia e folklore. La gastronomia rappresenta al meglio questo mondo allegro e propone ogni giorno un tesoretto della miglior cucina isolana. Nei secoli l’Isola ha accolto popoli diversi che hanno lasciato tracce nella sua cucina, dai Greci, ai Fenici, ai Romani, via via fino ai Piemontesi. L’influenza ebraica è visibile nella preparazione delle verdure e delle frattaglie; i tunisini portarono il cuscus incocciato a mano nel triangolo compreso tra Pantelleria, San Vito Lo Capo e Trapani; lo stesso pesto trapanese è d’origine genovese. Palermo e Napoli, legate per secoli nel Regno delle Due Sicilie, ancora oggi hanno gusti comuni. La gastronomia siciliana è paragonabile a uno scrigno, con piatti gustosi, genuini, di campagna e di mare.
Per informazioni:
www.lostagnoneristorante.com