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Bere consapevole Il cliente va informato di più

di Ernesto Molteni
presidente ABI Professional
 
20 febbraio 2018 | 08:46

Bere consapevole Il cliente va informato di più

di Ernesto Molteni
presidente ABI Professional
20 febbraio 2018 | 08:46
 

Spetta al bartender educare con pazienza il cliente, fargli comprendere che il miglior modo di gustare un cocktail è consumarlo in piccole dosi, informandolo sui rischi connessi ad un’assunzione smodata di alcol.

Da sempre l’uomo ha trovato nelle bevande alcoliche il mezzo ideale per attenuare le fatiche quotidiane, l’elemento liberatore per esprimere i sentimenti, il compagno generoso della gioia, del coraggio, della forza e della sincerità. La storia dell’umanità stabilisce che si beve fin dall’antichità: gli Assiri bevevano vino di palma, i Pellerossa consumavano succo d’acero fermentato, i Tartari bevevano latte di cavalla fermentato, mentre i Greci e i Romani sorseggiavano vini con miele o aromatizzati con spezie. Inutili nella storia i tentativi di proibire e demonizzare, come è evidente dagli effetti del proibizionismo. Oggi si continua a bere, a tutti i livelli: lo fanno uomini di grande intelletto, scienziati, artisti, attori, professori, politici, oltre alla gente comune. Cosa può cambiare in futuro?

(Bere consapevole Il cliente va informato di più)

Si parla molto di bere consapevole grazie ad una campagna mediatica istituzionale che cerca di risolvere i problemi inerenti alle conseguenze deleterie dovute all’esagerata e irrazionale assunzione di bevande alcoliche. Oggi, a differenza di un tempo, ci sono la cultura e la conoscenza, ma non vi è la corretta informazione ed educazione al bere. L’alcol è una droga a tutti gli effetti ed è alla portata di tutti, va quindi studiata e fatta conoscere. I primi che devono conoscerla sono proprio coloro che hanno il permesso di venderla e somministrarla, in particolar modo i bartender. Come esistono obblighi di legge sulle etichette dei prodotti alcolici con l’indicazione della gradazione alcolica espressa in volumetria, così sarà un giorno anche per i cocktail mixati, che dovranno indicare gradi alcolici, quantità di alcol espressa in grammi, chilocalorie e descrizione organolettica.

Abi Professional, conscia delle sue responsabilità, è la prima associazione che ha creato l’etichetta dei cocktail, in modo da informare il consumatore su ciò che sta bevendo. Un po’ come si sta facendo con gli alimenti confezionati dove c’è l’obbligo di riportare proteine, carboidrati, grassi e chilocalorie. I professionisti sono in grado di creare bevande alcoliche di grandi qualità organolettiche anche con pochi gradi alcolici (meno di 12°). Senza rinnegare i classici cocktail alcolici, ciò che conta è che il consumatore sia informato sui rischi di un abuso e che, allo stesso tempo, sia consapevole che due drink al giorno, con gradazione leggera e assunti a stomaco pieno, non sono un problema per la salute.

Per questo motivo la nostra associazione ha inserito l’etichetta dei cocktail sia nel piano formativo dei corsi per barmen sia in tutti i concorsi ed eventi. Inoltre, il nostro intento è quello di educare e formare il barman sulla piena conoscenza scientifica e sociale dell’alcol. Il futuro è la lista dei drink con l’etichetta. Il nostro obiettivo è quello di creare dei drink equilibrati e ben bilanciati, di grande soddisfazione organolettica per il benessere psicofisico del consumatore. La nostra responsabilità come creatori del cocktail termina solo quando il drink è pronto, così come la nostra responsabilità come creatori di bevande alcoliche finisce solo quando il consumatore è a casa al sicuro. Spetta a noi spiegare con pazienza tutto questo al cliente, così come fargli comprendere che il miglior modo di gustare un cocktail, per ragioni chimico-fisiche e di temperatura, è consumarlo in piccole dosi. Bere deve essere un piacere sapientemente dosato come, del resto, la gran parte degli alimenti che conosciamo. Il bartender deve essere l’angelo custode di cui fidarci, colui che ci accoglie, ci rispetta e ci suggerisce il giusto comportamento per un bere consapevole e moderato, al fine di raggiungere uno stato di benessere che includa la tutela della propria salute.

Le istituzioni oggi cercano di risolvere il problema utilizzando sistemi di repressione sia da un punto di vista penale sia adottando forti sanzioni. In realtà, riteniamo che l’unica strada percorribile sia l’educazione e la conoscenza da diffondere nelle scuole già a partire dai 14 anni. E se volessimo dare fin da subito un bel contributo alla risoluzione di questo problema sarebbe ora che i nostri governanti decidessero di far somministrare i superalcolici solo da professionisti patentati e iscritti ad un Albo, anche se purtroppo in Italia la nostra categoria non è ancora riconosciuta. Non si può far servire e somministrare alcol da persone che non conoscono la materia, solo il professionista dovrebbe avere la licenza di farlo.

Anche le aziende produttrici di bevande alcoliche hanno compreso l’importanza del bere consapevole consce del fatto che oggi è la qualità del prodotto a contare, anche da un punto di vista commerciale. Il problema è che il nostro è un settore in continua evoluzione. In questo momento c’è la moda della Mixology con utilizzo di tecniche moderne per preparare drink polivalenti con gusti accattivanti e nuovi che incuriosiscono i consumatori. Spesso però si tende a dare più valore all’estro, all’aspetto estetico e allo stile sotto forma di show, che è una forma di marketing, piuttosto che alla qualità del drink visto non solo da un punto di vista organolettico bensì come alimento sano con l’alcol ben dosato. In questo modo nascono in breve tempo nuovi bartender che, pur non avendo un background di esperienza, riescono ad acquisire una notevole immagine mediatica che li fa diventare protagonisti nel nostro settore. Le aziende li utilizzano per ovvi motivi commerciali nella diffusione dei loro prodotti, dimenticando spesso che sarebbe ben più lungimirante appoggiarsi ad associazioni professionali che perseguono gli insegnamenti della scuola classica e del bere consapevole ed educato.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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