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Lezioni di cucina nel carcere di Bologna Ad inaugurare sarà Chef Rubio

Il 6 ottobre Chef Rubio inaugurerà il seminario di cucina per i detenuti della Casa circondariale di Bologna, in memoria di un patto stretto con Marco Pannella, nell'ottica delle possibilità di lavoro dopo il carcere

 
03 ottobre 2016 | 14:27

Lezioni di cucina nel carcere di Bologna Ad inaugurare sarà Chef Rubio

Il 6 ottobre Chef Rubio inaugurerà il seminario di cucina per i detenuti della Casa circondariale di Bologna, in memoria di un patto stretto con Marco Pannella, nell'ottica delle possibilità di lavoro dopo il carcere

03 ottobre 2016 | 14:27
 

Fatto tesoro della recente esperienza alle Paralimpidi di Rio, dove ha cucinato per gli atleti azzuri come chef ufficiale di Casa Italia, Chef Rubio (nella foto) terrà una lezione di due ore sulla gestione e preparazione dei cibi per le mense. Si tratta di un ulteriore impegno del cuoco frascatano nel segno della “buona cucina” intesa come nutrimento per il bene sociale di ogni categoria socio-culturale o di genere, attraverso la covivialità e l’integrazione.

Chef Rubio

Chef Rubio (foto: Alessandro de Alberto)

L’appuntamento con i detenuti a Bologna fa seguito alle passate esperienze di Rubio nel carcere delle Vallette di Torino al fianco della squadra di rugby La Drola e ai fornelli del carcere di LaSpezia con il Progetto Accanto Team LaSpezia.

«L’intenzione - spiega Chef Rubio - era quella di tornare in carcere con Marco Pannella. Così c’eravamo promessi a gennaio durante una diretta su Radio Radicale: lui avrebbe digiunato ancora per il diritto e la legalità all’interno delle carceri ma da ottimo cuoco qual era avrebbe spadellato volentieri assieme a me per dare a chi ha sbagliato una chance di costruire un futuro lavorativo dopo il fine pena. Questa lezione sarà la mia promessa mantenuta in quel solco comune tracciato da Pannella».

«La ristorazione è un ambito che offre opportunità di lavoro reali. L’obiettivo di questo seminario - spiega Silvia de Pasquale della cooperativa sociale Siamo Qua, che già gestisce la sartoria Gomito a Gomito nella sezione femminile - è quello di valorizzarne le potenzialità all’interno del carcere, dando la possibilità ai detenuti che hanno già frequentato il corso di cucina di acquisire nuove professionalità e, perché no, tentare di stabilire le premesse per l’art. 21 o possibilità lavorative future».

«Se la privazione della libertà personale ha un senso - continua Silvia de Pasquale - questo va ricercato nella possibilità di una ri-educazione che la Costituzione italiana sancisce nell’art. 27: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”».

Al seminario di cucina partecipano le persone detenute che hanno già frequentato un corso di formazione interno di circa 300 ore per Addetto alla preparazione dei pasti, e che già lavorano nella cucina dell’istituto penitenziario divisi in due brigate. Seguiranno le lezioni degli chef: Vincenzo Vottero Vintrella, Massimiliano Poggi, Francesco Oppido, Carlo Alberto Borsarini.

I detenuti della redazione del giornale online “Ne vale la pena” (www.bandieragialla.it) intervisteranno gli chef e faranno un reportage del seminario.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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