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Milano-Cortina 2026 Tarabini inventa il piatto “olimpico”

 
04 luglio 2019 | 16:27

Milano-Cortina 2026 Tarabini inventa il piatto “olimpico”

04 luglio 2019 | 16:27
 

Ad una settimana dall’assegnazione dei Giochi Invernali 2026 a Milano-Cortina che vedrà Bormio (So) tra le sedi di gara, il cuoco de La Fiorida di Mantello (So) (stella Michelin) propone una ricetta dedicata.

La Valtellina si prepara alle Olimpiadi 2026 e Tarabini (membro Euro-Toques) inventa un piatto a cinque cerchi per celebrare quello che sarà un appuntamento storico per il territorio.

I cinque ravioli che compongono il piatto olimpico (Milano-Cortina 2026 Tarabini inventa il piatto olimpico)
I cinque ravioli che compongono il piatto olimpico

«I cinque cerchi - spiega il cuoco - diventano cinque ravioli; i loro cinque colori aprono a cinque sfumature di sapore diverse, ma armoniche tra loro, così come è nello spirito che unisce gli atleti dei cinque continenti. Le Olimpiadi Invernali 2026 potranno essere una grande festa di sport, ma già oggi sono una preziosa opportunità di comunicazione e valorizzazione del nostro territorio. Ero anche io in piazza Garibaldi a Sondrio durante la grande attesa di lunedì 24 giugno e ho potuto gioire con tutti i presenti all’annuncio dell’assegnazione a Milano e Cortina dei Giochi. Ho subito iniziato a pensare come poter non solo celebrare l’avvenimento, ma soprattutto incuriosire le persone nell’attesa che l’evento vada in scena: la potenzialità turistica di un luogo ha nei sapori un valore aggiunto incredibile, perché generano emozioni, quindi ricordo ed attenzione. Ho così voluto giocare con il simbolo sportivo per eccellenza, ricostruendolo con i migliori prodotti della filiera de La Fiorida, del territorio Valtellinese e senza dimenticare un omaggio a Milano».

Gianni Tarabini (Milano-Cortina 2026 Tarabini inventa il piatto olimpico)
Gianni Tarabini

Cinque ravioli, impiattati secondo l’ordine dei cerchi olimpici, di cui riprendono il colore. L’impasto è a base di farina, uova di selva (deposte da galline allevate libere nei boschi orobici sopra Morbegno) e una piccola parte di farina di saraceno, a ricordare i nostri pizzoccheri. La diversificazione dei colori avviene aggiungendo un ingrediente diverso a ciascuna variante: l’azzurro con mirtilli della val Gerola, il nero con carbone vegetale, il rosso con la Pasola, varietà locale di rapa usata particolarmente a Livigno; inferiormente spiccano il giallo dello zafferano (citazione del tipico risotto milanese) e il verde delle erbette di montagna.

Ciascun raviolo contiene un ripieno che amalgama ricotta del caseificio de La Fiorida, una riduzione di amaro Braulio e un pizzico di Pesteda grosina. Il tutto impiattato su pietra ollare tipica della Valchiavenna e della Valmalenco, con una fonduta di Bitto Dop, il Re dei formaggi d’alpeggio, e una polvere di Bresaola della Valtellina Igp. Un territorio, le sue tipicità ed un messaggio di buon augurio alle Olimpiadi Invernali 2026 in un solo piatto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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