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Bottura scrive a Conte: Abbiate rispetto della ristorazione

Il più famoso cuoco italiano propone 5 punti al premier per modificare il Dpcm e non mortificare un comparto che rappresenta l'identità nazionale. Ma Conte non intende cambiare nulla anche se politicamente è più solo .

 
27 ottobre 2020 | 00:51

Bottura scrive a Conte: Abbiate rispetto della ristorazione

Il più famoso cuoco italiano propone 5 punti al premier per modificare il Dpcm e non mortificare un comparto che rappresenta l'identità nazionale. Ma Conte non intende cambiare nulla anche se politicamente è più solo .

27 ottobre 2020 | 00:51
 

Incurante delle piazze e delle reazioni negative di parte della sua stessa maggioranzanza (da Renzi a molti parlamentari 5 stelle), nonchè del no delle Regioni,dell' opposizione e delle associazioni di categoria, il premier Conte va avanti per la strada e dice che non cambierà il Dpcm e che, semmai, farà di tutto per dare in fretta e bene i soldi di compensazione previsti alle aziende danneggiate. Nonostante questa sua volontà di restare anche solo contro tutti (col solo sotegno dell'Oms che promuove il Dpcm, del Pd e di parte dei 5 stelle), a Conte è arrivata una lettera con cui anche il cuoco italiano più famoso e più premiato, Massimo Bottura, gli manifesta la sua contrarietà e lo invita a rivedere una strategia che non serve contro i contagi e crea solo danni colossali all'intera ristorazione.

Massimo Bottura - Bottura scrive a Conte: Abbiate rispetto della ristorazione

Massimo Bottura

Questo il testo della lettera di Massimo Bottura, neo ambasciatore dell'Onu per la fame nel mondo, che si conclude con 5 punti concreti da cui potrebbe dipendere il futuro del comparto:


Io mi domando: Ma noi chi siamo?
 
Io credo che oggi un ristorante, in Italia, valga una bottega rinascimentale: facciamo cultura, siamo ambasciatori dell’agricoltura, siamo il motore del turismo gastronomico, facciamo formazione, ed ora abbiamo dato inizio ad una rivoluzione culinaria “umanistica” che coinvolge il sociale.

L’ospitalità e la ristorazione, l’arte e l’architettura, il design e la luce sono gli assi portanti della nostra identità. Negli ultimi cinque anni a Modena, grazie ad un micro ristorante come l’Osteria Francescana, sono nati oltre 80 b&b. È nato il turismo gastronomico dove migliaia di famiglie, coppie, amici, passano due o tre giorni, in giro per l’Emilia, a scoprire e celebrare i territori e i loro eroi: contadini, casari, artigiani, e pescatori.

Focalizzandoci sulla ristorazione in pochi oggi hanno liquidità, anzi, oggi più che mai ci sentiamo soli.
Abbiamo chiuso a marzo e ci avete chiesto di riaprire dopo tre mesi rispettando le regole. L’abbiamo fatto.
In tantissimi si sono indebitati per mettersi in regola: mascherine, gel, scanner di temperatura, saturimetri, sanificazione dell’aria, test per tutto lo staff, ingressi alternati, tavoli distanziati.

Per uscire da questa crisi senza precedenti, abbiamo bisogno di speranza e fiducia. La speranza è quella che ci mantiene in una condizione attiva e propositiva. La fiducia è credere nelle potenzialità personali e degli altri.
La forza principale che ci ha sempre sostenuto è il sogno, non il guadagno. Oggi, senza liquidità, perché in tanti continuano a sognare con l’incasso giornaliero, molti non ce la faranno e il paese perderà una delle colonne portanti della sua identità.
La mancanza di contante porta prima di tutto al mancato pagamento degli stipendi, poi dei fornitori, le rate dei mutui e infine gli affitti. Serve un segnale che ci riporti fiducia.

Ora si rischia la depressione.
Ora abbiamo bisogno di coraggio e di stimoli.
Per trovare la voglia di continuare e non sentirci soli.
 
In concreto abbiamo bisogno:
1) Della chiusura serale almeno alle 23.00
2) Di liquidità in parametro ai fatturati.
3) Della cassa integrazione almeno fino alla stabilizzazione del turismo europeo.
4) Della decontribuzione 2021 visto che per il 2020 abbiamo già adempito in pieno.
5) Dell’abbassamento dell’aliquota iva al 4% per il prossimo anno.
 
La politica è fatta di coraggio e di sogni.
È simile alla poesia.
È fatta di immaginazione e di futuro.
La politica deve rendere visibile l’invisibile.



Massimo Bottura

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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