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Il dicembre nero del catering. Senza feste si perde il 100% dei fatturati dopo un anno tragico

Altro allarme dell'Anbc, l'associazione dedicata al banqueting e catering denuncia un 2020 tragico, complicato da festività che non porteranno alcun lavoro. La richiesta: ristori per il periodo marzo-dicembre.

 
16 dicembre 2020 | 16:10

Il dicembre nero del catering. Senza feste si perde il 100% dei fatturati dopo un anno tragico

Altro allarme dell'Anbc, l'associazione dedicata al banqueting e catering denuncia un 2020 tragico, complicato da festività che non porteranno alcun lavoro. La richiesta: ristori per il periodo marzo-dicembre.

16 dicembre 2020 | 16:10
 

Perdite totali in un periodo dell'anno caldo, bollente, cruciale per il settore. A lanciare l'allarme è Paolo Capurro, presidente di Anbc, Associazione Nazionale Banqueting e Catering riferendosi alle festività natalizie. «Come per molti altri settori - spiega - il mese di dicembre, con le sue festività, rappresenta un periodo fondamentale anche per il mondo del catering. I numeri parlano molto chiaramente. Il fatturato dell’ultimo mese dell’anno corrisponde a circa il 18% del totale annuo, parliamo di 450 milioni su 2,5 miliardi. Ebbene, per l’ennesima volta le perdite rispetto allo stesso mese del 2019 registreranno uno spaventoso -100%».

L'allarme di Anbc - Il dicembre nero del catering Perdite del 100% rispetto al 2019

L'allarme di Anbc

Perdite a dicembre del 100%
Il bilancio dell'intero anno è drammatico. Andando a ritroso e ripercorrendo mese per mese quanto e come si è potuto lavorare, Capurro evidenzia che i mesi in cui si è fatturato sono stati solo 3 su 12. «Come possiamo andare avanti in queste condizioni? - si chiede il presidente - ci siamo impegnati a fare il massimo per offrire un servizio in totale sicurezza, adottando protocolli ancora più rigidi di quelli previsti dalla legge stessa, eppure dall’inizio della pandemia siamo riusciti a riprendere l’attività solo a settembre, e comunque lavorando a regimi più che ridotti con perdite del 70%. Dopo settembre ancora uno stop. Se guardiamo indietro abbiamo potuto lavorare solo 3 mesi su 12. Una sciagura che impone sostegno maggiore da parte delle Istituzioni, che finora hanno purtroppo fatto troppo poco. Ricordiamo a tutti che il nostro comparto, per cui abbiamo chiesto lo stato di crisi senza ricevere peraltro alcuna risposta, conta 1.400 imprese per 135mila addetti e 2,5 miliardi di fatturato stimato. Possiamo permetterci di abbandonarlo così? Io non lo credo».

Senza lavorare servono ristori per il periodo marzo-dicembre
E, come per molti altri settori, il problema resta sempre quello di aiuti che non arrivano e non fanno che peggiorare la situazione, sia dei bilanci che a livello di umori dei professionisti. «Urgono ristori - conclude Paolo Capurro - che prendano in esame tutto il periodo della crisi, da marzo a dicembre, e non il solo mese di aprile. Ma sono tante le misure necessarie, dal prolungamento della cassa integrazione per tutto il 2021, all’estensione del credito d’imposta sugli affitti, anch’esso per tutto il 2021. Infine un suggerimento sul fronte del credito bancario, con finanziamenti garantiti con rientro in 20 anni. Aspettiamo un segnale d’attenzione che finora non c’è stato, sperando che non sia troppo tardi».
 

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