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Dalle istituzioni tante parole Ma vogliamo aiuti concreti

La burocrazia sta rendendo tutto più difficile. Sentiamo tante dichiarazioni di vicinanza alle imprese, ma ci aspettavamo procedure più snelle e veloci per agevolare la ripresa delle nostre attività. Più di 50mila aziende del settore rischiano la chiusura e contemporaneamente più di 300mila addetti potrebbero rimanere senza lavoro.

di Angelo Musolino
Presidente Conpait
 
01 giugno 2020 | 14:42

Dalle istituzioni tante parole Ma vogliamo aiuti concreti

La burocrazia sta rendendo tutto più difficile. Sentiamo tante dichiarazioni di vicinanza alle imprese, ma ci aspettavamo procedure più snelle e veloci per agevolare la ripresa delle nostre attività. Più di 50mila aziende del settore rischiano la chiusura e contemporaneamente più di 300mila addetti potrebbero rimanere senza lavoro.

di Angelo Musolino
Presidente Conpait
01 giugno 2020 | 14:42
 

Il nostro Paese è precipitato ormai da più di due mesi in una grave crisi, determinata dalla pandemia, facendoci piombare in un’esperienza inedita di paralisi, isolamento, incertezza e paura. Questa crisi comporta ancora momenti di insicurezza alla ripartenza di noi pasticceri e gelatieri, come tutte le altre realtà. Si cerca di inventarsi un modo per sopravvivere e riprogettare il nostro domani visto che le ordinanze di Governo ed enti locali hanno messo in fermo quasi tutte le attività.

Dalle istituzioni tante parole Ma vogliamo aiuti concreti

La speranza di pasticceri e gelatieri è che naturalmente si ritorni presto alla normalità, con sollievo e rinnovato entusiasmo. Anche se in molti si preparano al peggio, noi auspichiamo che le autorità competenti ci accompagnino ad una ripresa che possa dare dignità a ognuno di noi.

In questi giorni vorremmo condividere le riflessioni dei nostri colleghi, che tra un problema e l’altro, uno sfogo, una mail o una telefonata, ci raccontano cosa sta succedendo su ogni territorio, e di come si può piano piano aprire le serrande delle aziende. Nonostante tutto è difficile mandare giù questa burocrazia, soprattutto in una situazione di emergenza quella attuale. Dato che non sentiamo altro che dichiarazioni di vicinanza alle imprese, di riconoscimento dell’importanza del nostro lavoro per garantire un futuro al nostro Paese, ci aspettavamo procedure più snelle e veloci per agevolare la ripresa delle nostre attività! Inoltre sappiamo benissimo che più di 50mila aziende del nostro settore rischiano la chiusura e contemporaneamente più di 300mila addetti potrebbero rimanere senza lavoro.

Dalle istituzioni tante parole Ma vogliamo aiuti concreti

Volendo allargare lo sguardo, possiamo dire che, oggi più di ieri, ci sarebbe bisogno di snellire drasticamente la burocrazia per affrontare tutte le scadenze che ormai assillano le nostre aziende quotidianamente. Su questo fronte non è stato legiferato nulla fino ad ora. Quindi ci ritroviamo ad affrontare una lenta ripresa dedicando tante risorse ed energie ad inutili adempienze, quando basterebbe raggruppare e snellire il tutto per lasciarci liberi di poter impostare strategie più utili a ripartire con le nostre attività rimettendo in moto l’economia.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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