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La pizza, un piatto prestigioso. Ma basta con l'assegnare premi inutili

Troppi contest, manifestazioni, premiazioni e guide sulle pizzerie d'Italia e del mondo. Un piatto da celebrare, ma anche da rispettare. Altrimenti, cosa succederà? Ecco la risposta in un racconto semiserio

di Vincenzo D’Antonio
 
23 settembre 2021 | 12:28

La pizza, un piatto prestigioso. Ma basta con l'assegnare premi inutili

Troppi contest, manifestazioni, premiazioni e guide sulle pizzerie d'Italia e del mondo. Un piatto da celebrare, ma anche da rispettare. Altrimenti, cosa succederà? Ecco la risposta in un racconto semiserio

di Vincenzo D’Antonio
23 settembre 2021 | 12:28
 

Guai a toccare la pizza, quella vera e italiana, anzi: attendiamo ormai da anni, e con speranze sempre più flebili, che pure la guida Michelin inserisca sulla “Rossa” le pizzerie per suggellare un piatto la cui arte di prepararlo è stata riconosciuta pure dall’Unesco. Ma proprio per il rispetto e il gusto che nutriamo nei confronti della pizza, dei pizzaioli e delle pizzerie diciamo: basta. Basta con premi, contest, guide, classifiche, proclami e riconoscimenti che si susseguono un giorno sì e l’altro pure lungo tutto lo Stivale. Premi che si mischiano, si confondono, si accavallano, si sbugiardano e lasciano spazio a tante di quelle perplessità che quasi quasi ci scappa la voglia di gustarcela una pizza.

Lo scenario degli ultimi anni attorno alla pizza ce lo immaginiamo così, in questo racconto semiserio che, si spera, possa dare uno scossone all’ambiente.

Stop alle manifestazioni sulla pizza La pizza, un piatto prestigioso. Ma basta con l'assegnare premi inutili

Stop alle manifestazioni sulla pizza

 

Siamo a Morviglino, ameno borgo rurale di mezza collina, in riva al mare. Qui a 6mila metri di altitudine, la neve è perenne. Soffia sempre una gradevole brezza marina. Poche centinaia di abitanti, Morviglino è una delle sette megalopoli più popolose del pianeta. Clima tropicale, l’inverno è lungo e rigido, l’estate è molto piovosa. Si patisce sovente la siccità. Quando fa caldo e quando fa freddo.

Gloria e vanto di Morviglino è il Festival Mondiale della Pizza, giunto oramai alla sua ennesima edizione, laddove “n” è un numero a piacere che viene scelto di volta in volta in base alle circostanze. Ad ogni modo, “n” è un numero grande, dacché il Festival Mondiale della Pizza non ha, come sarebbe agevole presumere, cadenza annuale, bensì… biennale, direte Voi. No, non è biennale!

 

La frequenza del Festival?

E allora, è come le Olimpiadi e come i Mondiali di Calcio, ogni quattro anni, sarete sempre Voi a dire. No, né biennale e né quadriennale. Vi fornisco un indizio atto ad indovinare la cadenza del Festival Mondiale della Pizza: tra i criteri di aggiudicazione dell’ambito titolo di Campione Mondiale della Pizza, c’è la scelta degli ingredienti costituenti il topping. Ah, ecco! Allora c’è il doveroso riguardo verso la stagionalità dei prodotti usati! E allora è tutto chiaro! Sono due edizioni all’anno, un po’ come il Festival della Moda: l’edizione autunno/inverno e l’edizione primavera/estate.

Ammetto che vi siete avvicinati, ma suvvia non è ancora così. Riflettete meglio: le stagioni, quante sono le stagioni? Ecco, sono quattro e quindi, quante edizioni all’anno di questo prestigioso ed autorevole Festival Mondiale della Pizza? Quattro, come le quattro stagioni che poi, ma poco c’entra, è anche una pizza. Ecco, con quattro ci avviciniamo e “nuntio vobis gaudium magnum” che se fate uno sforzo ulteriore e pensate ai mesi… ma allora è facile, direte voi, sono dodici edizioni all’anno, una per ogni mese dell’anno e tutto sommato, ci sta, è giusto, con produzioni agroalimentari che hanno vita così breve. Un po’ di sadismo, lo ammetto, vi ho indotto in errore, ma questa volta ci prendete di sicuro… pensate alle settimane dell’anno.

 

E se volessimo differenziare tra weekend e giorni feriali?

Ah, quindi 52 edizioni l’anno: e ci sta; ma sì, ci sta ancora meglio che non dodici. È giusto così! E difatti, finalmente ci abbiamo preso. Sono quasi 52 edizioni l’anno. Appena appena, a voler spaccare il capello, un po’ di più di 52; pensate che anche ai fini della comunicazione, c’è un target che privilegia il middle week ed un target che privilegia il week end, e allora di edizioni se ne fanno due a settimana: sì il Festival Bisettimanale Mondiale della Pizza. Allora, e siete al limite di una crisi di nervi, adesso in coro direte: 104! Ma no! Ma non si dica che qui si esagera. 104 parrebbe davvero un’esagerazione! No, non sono 104 le edizioni annue del Festival Bisettimanale Mondiale della Pizza. Sono solo 100; suvvia, est modus in rebus. La settimana di Natale, di Capodanno, di Pasqua e di Ferragosto, si tiene soltanto una, davvero solo una edizione, non due. Ed ecco che si arriva al numero 100!

 

Altri "nodi" da sciogliere

Alcune informazioni suppletive, utili ai fini della comprensione di come si articola questo Festival Mondiale Bisettimanale della Pizza. I concorrenti. Possono partecipare tutti i pizzaioli del mondo. Prerequisito: essere già famosi. La giuria. Solo esperti di fame internazionale. Ah, dalla tastiera è uscito “fame”, ma forse si voleva intendere “fama”. O forse, la componiamo così, si vuole dire: esperti con fame di essere di fama.

Gli sponsor. È manifestazione sponsor free. Ad ogni modo… pecunia non olet. Coverage mediatico. Come tutti i Festival che si rispettano, il coordinamento delle attività di comunicazione a mezzo stampa è affidato ad ufficio stampa. Inoltre, ogni pizzaiolo dispone di suo ufficio stampa. E, a dirla tutta, ma un pizzaiolo senza ufficio stampa, suvvia, e che pizzaiolo è?

Domanda: “Chi vincerà la prossima edizione? Quella che si svolge mercoledì prossimo?” Ah, saperlo! E quella di sabato prossimo? Ah, saperlo!

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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