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Mario Giorgio Lombardi, un grande nell’enogastronomia e nella vita

Mario Giorgio Lombardi era una vera forza della natura, un uomo incredibile, innamorato della vita e della gente; conosceva e dava valore all’amicizia. Il vuoto che rimarrà nel mondo dell’enogastronomia sarà incolmabile

di Sandro Romano
 
09 maggio 2016 | 12:04

Mario Giorgio Lombardi, un grande nell’enogastronomia e nella vita

Mario Giorgio Lombardi era una vera forza della natura, un uomo incredibile, innamorato della vita e della gente; conosceva e dava valore all’amicizia. Il vuoto che rimarrà nel mondo dell’enogastronomia sarà incolmabile

di Sandro Romano
09 maggio 2016 | 12:04
 

Forse non avrei mai conosciuto Mario se, quel giorno di ottobre di 7 anni fa, non avessi deciso di partire da solo in auto alla volta di Chianciano Terme, dove si teneva il Simposio dell’Accademia Italiana Gastronomia Storica. Ricordo quel giorno come fosse ieri. Avevo un impegno importante a Taranto e non potevo arrivare in tempo per l’inizio della manifestazione, anche perché da Bari e dalla Puglia in genere la strada è lunga e non ci sono mezzi comodi per raggiungere la cittadina toscana.

Mario Giorgio Lombardi
Mario Giorgio Lombardi

L’unica possibilità per arrivare, anche se in ritardo e a evento già in corso, era quella di sobbarcarmi oltre sette ore di macchina, viaggiando completamente da solo. Ma sentivo di doverci andare e così feci. Fu in quell’occasione che conobbi tutti gli amici dell’Accademia, della quale ero entrato a far parte solo pochi mesi prima. Ma soprattutto conobbi Mario Giorgio Lombardi (nella foto), che dell’Accademia era il governatore generale.

Dallo scorso sabato 7 maggio, purtroppo, Mario non c’è più. Ci ha lasciati, e il vuoto che rimarrà nel mondo dell’enogastronomia sarà incolmabile. La lunga malattia lo ha consumato e, alla fine, come troppo spesso accade, ha vinto. Noi tutti quasi non pensavamo che la malattia potesse sconfiggerlo e oggi stentiamo a credere alla perdita di questo grande amico.

Perché Mario era una vera forza della natura, un uomo incredibile, innamorato della vita e della gente. Si affezionava e, se ricambiavi la sua amicizia, era uno di quei pochi capace di donarti molto più di quello che tu potevi o riuscivi a dare. L’ho conosciuto nel 2009 a Chianciano, in occasione del Simposio dell’Accademia Italiana Gastronomia Storica e subito ebbi la netta impressione di avere conosciuto una persona speciale.

Non dimenticherò mai il momento in cui, alla fine della manifestazione, salì sul palco del Pala Montepaschi di Chianciano e, provato dalla stanchezza ma con voce rotta dall’emozione, ci ringraziò tutti, raccogliendo la gratitudine dei presenti in quella che era stata una kermesse diversa da tutte le altre a cui avevo partecipato prima di allora. Nel Simposio si affrontavano importanti temi riguardanti l’enogastronomia, l’alternanza scuola lavoro e la sana alimentazione, con grande serietà ma anche con quella leggerezza che riesce a renderti tutto gradevole.

Si parlava dell’”arte della gustosa semplicità”, come amava spesso ripetere. Ma, soprattutto, a Chianciano in quei tre giorni si respirava forte il valore dell’amicizia e fu per me occasione per ammirare l’applicazione di quella sinergia che tutti auspichiamo e in cui Mario era senza dubbio un precursore. Un mese dopo ebbi modo di stringere ancor più l’amicizia con lui a Paestum, in occasione di un’altra manifestazione che l’Accademia organizzava, e fu allora che la conoscenza iniziò a trasformarsi in quella che poi è diventata una grande amicizia.

Da allora non ci siamo più mollati, avevamo capito che era nata qualcosa di più di una semplice amicizia, qualcosa che, partendo dalla passione comune per l’enogastronomia, ci portava a percorrere la nostra strada insieme. Cominciammo così a telefonarci con regolarità e ad incontrarci più volte nel corso degli anni, in occasione degli eventi che lui organizzava in Toscana, in Umbria e in Campania. Spesso veniva a trovarmi in Puglia, dove aveva trovato una specie di seconda casa e dove tutti noi dell’Accademia lo accoglievamo sempre con grande affetto. Un affetto che lui, come sempre, ricambiava dieci volte tanto.

Abbiamo sviluppato insieme tanti progetti, idee, chiacchierato, condiviso, discusso. Ci telefonavamo spesso, e l’ultima volta è stato non molti giorni fa, circa quindici, forse venti. Mario già mi parlava della prossima manifestazione a Citerna, nella quale lui teneva sempre tantissimo alla presenza di una folta rappresentanza proveniente dalla Puglia. L’avevo sentito abbastanza bene quella volta, ma sapevo che era la sua grande forza a sorreggerlo. Capitava che, qualche volta, lo sentissi giù, perché le cure lo provavano parecchio e allora nella sua voce si percepiva questa stanchezza. Aveva una forza incredibile, appena stava meglio voleva sentirci tutti e, quasi miracolosamente, sembrava ogni volta riprendersi. Io e tutti i suoi amici eravamo arrivati a considerarlo quasi invincibile. Ma non è stato così, alla fine la malattia ha prevalso.

Mario conosceva e dava valore all’amicizia, quella vera. «Siete la mia medicina - mi ripeteva spesso - quando sento voi mi sento rinascere». Mi raccontava di aver passato giorni difficili tra chemio e trasfusioni, ma poi subito mi parlava di eventi in fase di organizzazione, di cucina, di Puglia. La Puglia era nel suo cuore e noi lo accoglievamo sempre con grande piacere. L’ultima volta che l’ho incontrato di persona è stato, invece, lo scorso novembre, proprio nella bella cittadina umbra in cui nacque, Citerna, in occasione de “La bisaccia del tartufaio”, manifestazione dedicata al tartufo e che, negli ultimi anni ha rappresentato, in qualche modo, anche per la nostra massiccia e affezionata presenza, una sorta di gemellaggio tra Toscana, Umbria e Puglia della gastronomia.

Era provato, si vedeva, ma anche in quel caso era la sua passione, la sua purezza d’animo, la sua capacità di combattere ad avere il sopravvento. Ci ha insegnato tanto, in particolare nel modo di affrontare la vita, e probabilmente dai suoi insegnamenti non riusciremo mai a imparare abbastanza, perché per vivere come Mario ci vuole una forza non comune, che solo i grandi come lui hanno. Un abbraccio, caro amico mio, sono sicuro che anche lì dove andrai saprai farti apprezzare per la tua semplicità, il tuo amore per il prossimo, la tua lealtà, la tua onestà intellettuale e la tua purezza d’animo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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12/05/2016 14:44:04
1)
Se andate nella pagina Fb ho scritto quello che penso di Mario.....L'ho conosciuto di persona a Castiglion Fiorentino dove mi regalo' il libro, AREZZO E LE SUE VALLATE...., in questo libro ci sono delle foto mie, .........Ecco, poi ci siamo ritrovati a Citerna ,ci eravamo ripromessi di ritovarsi.... spero quando il giorno verra' anche per me di poterlo riabbracciare.....Ciao Mario , hai lasciato un vuoto <3 Zita .
Zita Sgrevi
Casalinga -appasionata foto-


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