"Made in Lombardy", il nuovo brand per rilanciare l'enoturismo all'estero

Con la ripartenza del turismo e l'appeal delle esperienze legate alle degustazioni (e non solo) fra vigne e cantine, anche Regione Lombardia ha deciso di investire sull'accoppiata vino-ospitalità

19 giugno 2021 | 11:30
di Emanuele Bottiroli
Ora che il turismo riparte servono politiche attive e investimenti a sostegno del settore enoturistico. L’emergenza pandemica sembra aver fissato in modo indelebile un “prima” e un “dopo”. Adesso, migliaia di appassionati al vino e al cibo sono pronti a tornare a un turismo di prossimità, tra esperienze, emozioni e cultura, occorre una grande sensibilità al tema da parte delle istituzioni. L’enoturismo, come insegna il Movimento Turismo del Vino dall’ideazione di Cantine Aperte ad oggi, può essere un driver per lo sviluppo di tanti territori rurali, all’insegna della sostenibilità e dell’economia della bellezza.



Anche la politica si interessa all'enoturismo

In merito anche la politica leva la propria voce perché sia data alle imprese nuova linfa per fare accoglienza in cantina, puntando tra l'altro sulla legge nazionale sull’enoturismo varata dall’ex ministro alle Politiche Agricole e oggi sottosegretario alla partita, Gian Marco Centinaio, poi integrata in molte Regioni (non ancora in tutte) dai provvedimenti attuativi per mettere gli imprenditori nelle condizioni di fatturare in maniera chiara e trasparente le attività turistiche che le cantine organizzano.

Si muove anche la Lombardia, storicamente più riconosciuta per la sua manifattura, la sanità, il design e la moda che per vino e gusto. Nonostante ciò la Regione è un giacimento a cielo aperto di grandi vini, paesaggi unici e tanta bellezza rurale, a due passi dalle grandi città. «Non può che essere il vino uno degli elementi in grado di rilanciare il turismo dei nostri territori. È il prodotto più identificativo e che meglio sa raccontare la storia dell'intera Lombardia come accade in tutta Italia», così Angelo Ciocca, europarlamentare e membro della Commissione Agricoltura a Bruxelles.

«L’enogastronomia - ha rimarcato Ciocca - sarà uno dei principali motivi di attrazione dei flussi turistici post Covid. E la Regione Lombardia vuole essere pronta a intercettare queste opportunità. Vigneti e cantine sono luoghi ideali per passare giornate all’aperto e in totale sicurezza. La Lombardia in Italia e nel mondo si sta confermando sempre più come una straordinaria regione vitivinicola».

Per rilanciare la filiera all'estero ecco il brand Made in Lombardy

L’attrattività turistica della Lombardia e la capacità di richiamare l’attenzione di flussi internazionali passano anche da luoghi e paesaggi di fascino e, soprattutto, dalle eccellenze enologiche riconosciute a livello mondiale. Per rimarcare la forte propensione internazionale dei prodotti vitivinicoli lombardi e per stringere rapporti con nuove realtà istituzionali, Ciocca ha chiesto all'Ue una presenza costante per farsi promotrice all'estero del “Made in Lombardy”.

«La Lombardia - ha concluso Ciocca - è un’eccellenza sia per la produzione che per la qualità dei luoghi, per la qualità delle realizzazioni prodotte nelle diverse cantine. Penso ad esempio all'impegno di Ascovilo, associazione dei consorzi vitivinicoli, che ha messo in campo numerosi appuntamenti per sostenere l'immagine e il marketing del territorio che ha saputo generare prodotti di assoluta qualità. Qualità e sicurezza, sostenibilità e tracciabilità della filiera, sono gli elementi che caratterizzano la produzione dei Consorzi vitivinicoli lombardi espressione di un’imprenditoria intelligente e attenta ai suoi consumatori e alla sua terra». Non solo. «Finalmente con la zona bianca si torna a brindare in presenza, rispettando tutte le precauzioni per poterlo fare in assoluta sicurezza».



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Alberto Lupini


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