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Mai sottovalutare il soffio cardiaco Può essere “innocente”, ma va controllato

 
31 gennaio 2018 | 10:00

Mai sottovalutare il soffio cardiaco Può essere “innocente”, ma va controllato

31 gennaio 2018 | 10:00
 

Viene definito “innocente” quando non corrisponde ad alcuna patologia ed è solo un rumore anomalo causato dal flusso del sangue. Ma in altri casi può indicare la presenza di malattie cardiache che vanno trattate.

Normalmente il nostro cuore produce solo suoni causati dalla chiusura delle valvole. Il soffio cardiaco è invece prodotto dal flusso turbolento del sangue attraverso le valvole, all’interno delle camere cardiache o nelle strutture vascolari maggiori poste in prossimità del cuore stesso. Il soffio può essere presente dalla nascita o manifestarsi nel corso degli anni.

(Mai sottovalutare il soffio cardiaco Può essere innocente, ma va controllato)

Se invece non si associa ad alcuna patologia obiettivabile, il soffio, verosimilmente prodotto da un’elevata velocità di transito del sangue all’interno del cuore e delle valvole, viene definito “innocente”. Questo è prodotto dal passaggio più rapido del sangue attraverso le strutture cardiache, causato da attività fisica, o dalla febbre, o in gravidanza, o per patologie quali anemia e ipertiroidismo.

Il soffio cardiaco patologico può invece essere associato a difetti congeniti del cuore (il caso più frequente nei bambini) o da problemi alle valvole cardiache insorti in età adulta (come alterazioni degenerative, calcificazioni, lassità o prolasso dei lembi). Le alterazioni valvolari che promuovono lo sviluppo di un soffio possono essere anche la conseguenza di infezioni come avviene nell’endocardite e, indirettamente, nella febbre reumatica.

Il soffio “innocente” non si associa ad alcuna sintomatologia cardiologica per definizione. Anche i soffi cardiaci prodotti da malattie del cuore possono peraltro non accompagnarsi a sintomi specifici, benché sia più frequente che, secondo la gravità della patologia, siano rilevati in pazienti che si presentano con cianosi della cute (soprattutto a livello di dita e labbra), gonfiori agli arti inferiori o aumento improvviso di peso, fiato corto, tosse cronica, fegato ingrossato, dilatazione e turgore delle vene del collo, dolore al petto, vertigini, svenimenti e, nei bambini, scarso appetito e problemi di crescita.

In genere il soffio cardiaco viene scoperto durante una visita medica, nel corso della quale il medico ausculta il cuore con lo stetoscopio appoggiato sul torace. Sarà il medico a valutare l'intensità del soffio, la sua localizzazione rispetto alle valvole cardiache, nonché il suo tono, il momento di comparsa nel ciclo cardiaco, la durata ed eventuali fattori in grado di modificarlo come la respirazione del paziente o l'attività fisica. In genere il paziente con un soffio cardiaco “innocente” non richiede nessun trattamento specifico. Qualora il soffio fosse associato a una malattia extracardiaca, come l’ipertiroidismo o l’anemia, scomparirà curando la patologia sottostante.

A volte non è necessario alcun trattamento anche in caso di soffio patologico e il medico raccomanderà solo controlli regolari per monitorare la situazione. Secondo la gravità della malattia associata al soffio potrà essere indicato: l’impiego di vari farmaci, che spaziano dagli antiaritmici agli anticoagulanti ai medicinali per ridurre la pressione (diuretici, Ace-inibitori, betabloccanti). In altri casi il medico prescriverà interventi chirurgici veri e propri o interventi percutanei effettuati mediante l’inserzione di cateteri nei vasi sanguigni e posizionamento degli stessi all’interno delle strutture cardiache, per eliminare o correggere anomalie specifiche.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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