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Ginocchio instabile: quando serve il tutore?

Il suo utilizzo deve essere sempre prescritto e consigliato da uno specialista ortopedico in seguito a una lesione dei legamenti, a un intervento chirurgico al menisco o ai legamenti o in caso di instabilità del ginocchio

 
17 aprile 2023 | 07:30

Ginocchio instabile: quando serve il tutore?

Il suo utilizzo deve essere sempre prescritto e consigliato da uno specialista ortopedico in seguito a una lesione dei legamenti, a un intervento chirurgico al menisco o ai legamenti o in caso di instabilità del ginocchio

17 aprile 2023 | 07:30
 

Il tutore è un dispositivo medico chiamato anche ginocchiera ortopedica. Il suo utilizzo deve essere sempre prescritto e consigliato da uno specialista ortopedico in seguito a una lesione dei legamenti, a un intervento chirurgico al menisco o ai legamenti o in caso di instabilità del ginocchio. Tuttavia, il tutore non è sempre la soluzione giusta per l’instabilità. Ne parla il dottor Federico D’Amario, responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva di Anca e Ginocchio di Humanitas San Pio X in un articolo di Humanitas Salute che pubblichiamo.

Ginocchio instabile: quando serve il tutore?

Il tutore è un dispositivo medico chiamato anche ginocchiera ortopedica

A cosa serve il tutore al ginocchio?

La ginocchiera ortopedica (o tutore) è un dispositivo tubolare destinato a migliorare la stabilità dell’articolazione del ginocchio in caso di dolore e gonfiore in seguito a traumi da caduta, distorsioni del ginocchio e lesioni dei legamenti.

La ginocchiera non va confusa con le semplici fasce elastiche spesso utilizzate dagli atleti per specifiche esigenze di stabilità atletica o in caso di lievi distorsioni del ginocchio.

Il tutore viene prescritto dopo un intervento chirurgico, ad esempio dopo un intervento di ricostruzione dei legamenti o di sutura del menisco. A seconda del tipo di intervento, cambiano il tipo di tutore e il tempo di utilizzo. Ad esempio, negli interventi di riparazione dei legamenti, l’uso di un tutore specifico per i legamenti con stabilizzatori laterali è consigliato per almeno un mese, al fine di fornire stabilità durante il processo di guarigione ed evitare il sovraccarico.

Nell’intervento di sutura del menisco, la ginocchiera è consigliata per circa due settimane per proteggere le suture. Per entrambi i tipi di tutore, la funzione principale è quella di sostenere l’intera articolazione, in modo da evitare che la persona compia movimenti dannosi per l’articolazione e il processo di guarigione.

 

Nell’instabilità di ginocchio il tutore è utile?

L’instabilità del ginocchio può essere causata da un evento traumatico acuto o può essere cronica. In entrambi i casi, la persona può avere la sensazione che il ginocchio debba cedere a ogni passo e che sia difficile stare in piedi.

La causa dell’instabilità legamentosa può essere una struttura legamentosa particolarmente debole, magari dovuta a un vecchio trauma, che induce un’insufficienza funzionale dei legamenti e quindi del ginocchio. Per queste persone, infatti, possono essere problematici alcuni movimenti come i cambi di direzione improvvisi o la pratica di alcuni sport come lo sci o il tennis o il padel.

L’uso di un tutore può essere consigliato per aumentare la stabilità del ginocchio nei casi di età avanzata e instabilità, ma non deve essere considerato una terapia sufficiente. Infatti, la terapia per l’instabilità legamentosa del ginocchio dipende da diversi fattori, tra cui:

  • la causa;
  • l’età del paziente;
  • il tipo di attività sportiva svolta;
  • il grado di gravità dell’instabilità.


Cosa fare quando il tutore di ginocchio non è sufficiente?

La visita ortopedica del ginocchio e alcuni esami specifici (risonanza magnetica e TAC) consentono di valutare il grado di compromissione delle strutture legamentose e di indicare la possibilità di una ricostruzione chirurgica dei legamenti, di solito  in artroscopia.


L’obiettivo dell’intervento chirurgico è quello di risolvere il problema dell’instabilità e permettere al paziente di recuperare l’indipendenza di movimento. Si utilizzano diverse tecniche chirurgiche a seconda dell’età e delle esigenze funzionali del paziente.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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