Le cisti sono piccole sacche o cavità piene di liquido che possono interessare anche il fegato. Non causano generalmente problemi seri anche se in alcuni casi sono da asportare per evitare complicazioni.
Delle caratteristiche delle cisti e della possibilità di un intervento chirurgico ne ha parlato
Roberto Ceriani, responsabile del Day Hospital epatologico e dell’Epatologia interventistica di Humanitas in un articolo pubblicato su
Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.
“Le cisti possono essere semplici o multiple. Delle cisti semplici non si conoscono le cause, anche se si ritiene abbiano origine congenita e dunque siano presenti fin dalla nascita; si ipotizza possano provenire dalla progressiva dilatazione di dotti biliari anomali che non riescono a sviluppare connessioni normali con l’albero biliare.
Nel secondo caso si parla di malattia epatica policistica (acronimo Pcld), una condizione rara. Il fegato, dato l’alto numero di cisti di diverso volume presenti, può andare incontro negli anni a un importante aumento delle sue dimensioni, con conseguenti gonfiore addominale, fastidio o dolore. Questa patologia è congenita ed è solitamente associata a malattia renale policistica.
Le mutazioni genetiche sono state identificate nei geni Pkd1 e Pkd2. Occasionalmente la malattia policistica epatica si presenta in assenza di malattia renale policistica. È bene sottolineare che le cisti biliari semplici o quelle della malattia epatica policistica non evolvono in tumore maligno.
Le cisti tumorali sono invece rare e sono dette cistoadenomi. Sono benigne, interessano in particolare le donne di mezza età e possono evolvere in cisto adenocarcinomi che sono tumori maligni; questi colpiscono invece ugualmente uomini e donne.
Vi sono infine le cisti idatidee che si formano in seguito all’infezione di un parassita, l’echinococco. Questo parassita, che si trova in tutto il mondo, è particolarmente diffuso nelle zone di allevamento di ovini e bovini.
Nella maggior parte dei casi le cisti del fegato sono asintomatiche. Se di grandi dimensioni possono però causare un dolore sordo al quadrante addominale superiore destro. I pazienti con cisti epatiche talvolta riferiscono gonfiore addominale e sazietà precoce. In alcuni casi, se la cisti è abbastanza grande, si può osservare una massa addominale. Di rado la loro presenza può causare ittero per la compressione dei dotti biliari, oppure si possono rompere o torcere causando dolore addominale acuto.
La diagnosi di cisti epatica viene effettuata con l’ecografia, una metodica facilmente disponibile, non invasiva e altamente sensibile. Anche la Tc è altamente sensibile, di facile interpretazione ed è molto utile per decidere e pianificare il trattamento. Permette inoltre la diagnosi differenziale tra cisti semplici e tumorali.
L’epatopatia policistica o le cisti solitarie del fegato necessitano di trattamento solo nei pazienti sintomatici perché il rischio che insorgano complicanze correlate alla lesione è inferiore al rischio associato al trattamento.
In presenza di sintomi, o se le cisti sono molto grandi, il trattamento chirurgico prevede l’asportazione della porzione della parete della cisti sulla superficie del fegato (fenestratura); l’approccio laparoscopico è considerato lo standard di cura. Un’alternativa terapeutica è rappresentata dall’aspirazione combinata con la sclerosi con alcol o altri agenti, ma i tassi di insuccesso o recidiva sono alti.
Nell’epatopatia policistica solo i pazienti con dolore invalidante devono essere considerati per la chirurgia. L’obiettivo è quello di decomprimere il più possibile il fegato cistico mediante fenestratura o, in pazienti selezionati, con la resezione di parte del fegato; la ricorrenza dei sintomi con entrambe le procedure è alta, in quanto nuove cisti sostituiscono quelle che sono state asportate. Un piccolo numero di pazienti infine viene trattato con trapianto di fegato.
”