Coliche biliari, come affrontarle Dagli antinfiammatori all'operazione

La colica biliare è il sintomo primo della presenza di calcoli, generalmente formati da colesterolo. In particolare, lo spasmo della colecisti si manifesta spesso di notte e specialmente dopo un pasto abbondante

23 febbraio 2019 | 16:40
O comunque una cena ricca di grassi. Lo spasmo della colecisti è più acuto in presenza di un calcolo nel coledoco, il dotto biliare principale. Di questo problema ne soffrono circa l'8% degli italiani, senza che si manifestino sintomi o dolori. A parlare di questa patologia è Paolo Omedei, responsabile della sezione di Gastroenterologia di Humanitas, in un articolo di Humanitasalute, di seguito riportato integralmente.




Come riconoscere una colica biliare
La colica biliare si presenta con dolori acuti e intermittenti, che possono ripetersi più volte nell’arco di più ore, intervallati da momenti di quiete. Si distinguono dalla colica renale, il cui dolore è discendente, perché il dolore migra verso l’alto, il dorso e la regione sotto la scapola e spalla di destra.

«Il sintomo più caratteristico - ha spiegato Omodei - è il dolore acuto e improvviso alla parte superiore dell’addome e al centro, verso destra, appena sotto le costole. Il dolore spesso tende ad estendersi al fianco destro e in zona posteriore verso la spalla e la scapola. I crampi dolorosi sono determinati dal passaggio di calcoli nel dotto cistico e nel coledoco, che fanno parte del sistema di dotti che portano la bile all’intestino. A volte la colica può essere accompagnata anche da febbre, nausea e vomito, sintomi che potrebbero essere spia di ulteriori complicazioni».

Le altre complicanze dei calcoli alla colecisti
Dopo la colica, la più frequente conseguenza è la colecistite acuta, cioè l’infiammazione della parete della colecisti. «Il dolore avvertito è simile a quello della colica, ma più persistente», ha chiarito Omodei, a cui si può aggiungere la febbre, «segno di un processo infiammatorio che va sedato con tempestività per non rischiare che si sviluppi un ascesso o si perfori addirittura la colecisti».

La conseguenza più temuta è certamente la pancreatite acuta, che è determinata dalla migrazione di un calcolo dalla colecisti. «In questi casi - ha aggiunto il gastroenterologo - il dolore è così forte da indurre chi ne soffre a chiedere aiuto al Pronto Soccorso. Se oltre ai dolori tipici della colica compare anche una colorazione giallastra della pelle delle sclere degli occhi, è probabile che si sia in presenza di un ittero ostruttivo».

La diagnosi
In primo luogo viene effettuata una ecografia addominale per evidenziare «i calcoli, in genere costituti da colesterolo o, in rari casi, da bilirubina di calcio». In alcuni casi vengono eseguiti anche gli esami del sangue, visto che alcuni parametri potrebbero risultare alterati come la transaminasi, la lipasi o l’amilasi che indicano una pancreatica acuta.

Le cure
Nella fasi più acute di dolore si ricorre, dopo consulto del medico, «a farmaci antinfiammatori non steroidei o antispastici. Se invece si è in presenza di una colecistite e si sospetta un’infiammazione delle vie biliari - ha chiarito Omodei - sarà necessaria una cura antibiotica».

La soluzione definitiva per chi ha sofferto più volte di coliche e complicanze è la colecistectomia, ovvero una rimozione chirurgica della colecisti.

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Alberto Lupini


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