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La vita sedentaria rende ansiosi Il rimedio è fare più attività fisica

Potrebbe esserci un collegamento tra la sedentarietà e ansietà (ma forse è solo la televisione a causarla). È abbastanza certo, però, che fare dello sport può aiutare molto per abbattere questo stato di angoscia

 
18 luglio 2015 | 15:46

La vita sedentaria rende ansiosi Il rimedio è fare più attività fisica

Potrebbe esserci un collegamento tra la sedentarietà e ansietà (ma forse è solo la televisione a causarla). È abbastanza certo, però, che fare dello sport può aiutare molto per abbattere questo stato di angoscia

18 luglio 2015 | 15:46
 

Secondo uno studio condotto in Australia, ci sarebbe una correlazione tra vita sedentaria e ansia. I ricercatori hanno notato che 3 studenti su 10 che passavano più di due ore davanti la tv erano più a rischio di subire stati di ansia. Ma il nesso di causalità tra i due fattori non è ancora chiaro. Probabile che sia la televisione stessa a generare ansia, non tanto la sedentarietà. Di certo fare attività fisica può essere un modo per lenire questo profondo disturbo. Riportiamo di seguito il commento in merito di Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta di Humanitas, tratto interamente da Humanitasalute.it.



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Pigri e inattivi sono avvisati: la sedentarietà è associata a un maggiore rischio di ansia. L’accostamento arriva da una ricerca della Deakin University, Australia, che ha passato in rassegna gli studi scientifici sul legame tra sedentarietà e ansia. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Bmc Public Health. Dei lavori presi in esame dal team, uno studio in particolare ha associato il tempo trascorso davanti alla tv a un aumentato rischio ansia. Tre studenti su 10 delle scuole superiori che passavano oltre due ore davanti alla tv erano più a rischio.

Tuttavia, pur suggerendo un parallelismo tra sedentarietà e sintomi d’ansia, il nesso di causalità tra questi due fattori non è ancora chiaro. Sono gli stessi ricercatori ad avvertire la necessità di ulteriori approfondimenti per definirne meglio la correlazione.

Qual è quindi il rapporto tra ansia e sedentarietà?
«La correlazione è tutta da approfondire, soprattutto perché l’ansia è un fenomeno di carattere psicologico multifattoriale che non è possibile ricondurre a un’unica causa, ma in cui sono coinvolte e indissolubilmente legate tra loro variabili individuali e ambientali che si influenzano reciprocamente. Bisogna quindi stare attenti e non giungere a conclusioni affrettate identificando la sedentarietà come causa dell’ansia: quello che si può dire è che la sedentarietà, intesa come inattività fisica, può peggiorare una condizione di ansia già presente o fungere da “innesco” insieme ad altri fattori in una persona già predisposta a sviluppare un quadro ansioso», dice il dottor Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta di Humanitas.

Si può dire invece che lo sport può far bene a chi soffre d’ansia?
«Questa questione è studiata e dibattuta nella comunità scientifica da diversi decenni. Attualmente una meta-analisi effettuata su oltre 15 anni di ricerca su sport e sintomi d’ansia, ha permesso di stabilire che è possibile evidenziare dei benefici derivanti dall’attività fisica dopo almeno due mesi e mezzo di esercizio fisico regolare. Tale miglioramento – spiega lo specialista – riguarderebbe sia l’ansia di stato (sintomi acuti) sia l’ansia di tratto (caratteristica relativamente stabile di personalità)».

Ma perché lo sport ha questo effetto benefico nel ridurre i sintomi d’ansia?
«Nel soggetto ansioso che pratica sport aumenta il senso di autoefficacia e di padronanza di sé, la cui mancanza è spesso implicata nella genesi e nel mantenimento dell’ansia. L’ansia infatti può essere definita come uno squilibrio tra la percezione vissuta come potenzialmente pericolosa di una situazione (in ambito lavorativo, relazionale o familiare, ad esempio) e gli strumenti che si ritiene di avere a disposizione per farvi fronte. Lo sport quindi dà un beneficio rispetto ai sintomi d’ansia perché, oltre a essere correlato a un rilascio di endorfine a livello biologico, restituisce a livello psicologico un ruolo attivo in cui ci si sente gratificati e adeguati, ribaltando quindi quel ruolo di passività e impotenza che contraddistingue e aumenta l’ansia».

«Tuttavia – continua il dottor Lombardi – è bene sottolineare che lo sport è risultato utile per alleviare l’ansia ma non per curarla: quindi ha un effetto benefico rispetto ai sintomi ma non agisce sulle cause dell’ansia, come testimonia il fatto che alcuni famosi sportivi professionisti soffrono di disturbi d’ansia e attacchi di panico nonostante effettuino quotidianamente una regolare e intensa attività fisica».

«Attualmente le linee guida internazionali per il trattamento dei Disturbi d’ansia individuano come interventi di elezione e provata efficacia empirica la psicoterapia a indirizzo cognitivo comportamentale (Practice Guidelines, American Psychiatric Association, 2009) e il sostegno farmacologico qualora ritenuto necessario».

«Quindi possiamo dire che la sedentarietà non possa porsi da sola come causa dell’ansia, allo stesso modo di come l’attività fisica non può considerarsi una cura per i disturbi d’ansia, ma senz’altro – conclude il dottor Lombardi – è utile valutare nei protocolli terapeutici universalmente riconosciuti per il trattamento dei disturbi d’ansia (psicoterapia e sostegno farmacologico), l’integrazione di una regolare attività fisica per alleviarne i sintomi».
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© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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