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Sindrome del tunnel carpale Via il dolore un’ora dopo l’intervento

 
06 aprile 2019 | 09:08

Sindrome del tunnel carpale Via il dolore un’ora dopo l’intervento

06 aprile 2019 | 09:08
 

La sindrome del tunnel carpale “è una malattia molto comune che interessa gran parte della popolazione ed è molto fastidiosa”, ha detto Luciana Marzella, dell’Unità Operativa di Ortopedia esperta in Chirurgia della Mano.

Le dichiarazioni sono apparse in un articolo pubblicato su Humanitasalute, che vi proponiamo di seguito.

(Sindrome del tunnel carpale Via il dolore un’ora dopo l’intervento)


La patologia coinvolge il cosiddetto “tunnel carpale”, un canale del polso in cui passano il nervo mediano e i nove tendini flessori delle dita, che vanno dall’avambraccio fino alla mano. «L’aumento di pressione sul nervo o il suo schiacciamento sono all’origine di questa sindrome. Quando il nervo diventa costretto soffre e il primo disturbo percepito dal paziente sono delle piccole scariche che portano al formicolio», ha chiarito Luciana Marzella.

La sindrome del tunnel carpale inizialmente non genera un vero e proprio dolore ma, come anticipato, un formicolio al polso che si manifesta spesso di notte. Con il prolungarsi della patologia questo fastidio può coinvolgere anche il braccio e la spalla e nei casi più avanzati può comparire anche un deficit motorio. La debolezza della mano e delle dita può addirittura arrivare a ridurre le capacità di afferrare saldamente gli oggetti.

«Quando il nervo peggiora e degenera si perde progressivamente la sensibilità e dunque la forza: molti pazienti raccontano che prendendo un piatto gli cade dalle mani - ha raccontato la dottoressa - Le dita più colpite da intorpidimento e formicolio sono il pollice, l’indice, il medio e l’anulare, ma non il mignolo». L’esame più comune per verificare lo stato di salute del nervo mediano è l’elettromiografia, che valuta muscoli e nervi.

Una volta verificata la diagnosi, «quando ci troviamo di fronte una sintomatologia importante bisogna intervenire chirurgicamente - ha spiegato la dottoressa - si possono eseguire interventi classici “open”, con una vera incisione del palmo, quelli che pratichiamo normalmente ovvero operazioni mini-invasive in cui facciamo una piccola incisione, di meno di 1 cm al polso e da cui decomprimiamo il nervo».

«Le operazioni mini-invasive consentono una ripresa molto più rapida, già il giorno stesso il paziente riesce a muovere, aprire e chiudere le dita e usare la mano già un’ora dopo intervento», ha concluso Marzella.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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