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Il flop dei 3mila navigator Solo 220mila offerte di lavoro

Incaricati a settembre 2019 di trovare lavoro a chi percepisce il reddito di cittadinanza, hanno iniziato a diventare davvero operativi praticamente ad agosto 2020. Un fallimento annunciato tutto all’italiana.

 
28 settembre 2020 | 17:10

Il flop dei 3mila navigator Solo 220mila offerte di lavoro

Incaricati a settembre 2019 di trovare lavoro a chi percepisce il reddito di cittadinanza, hanno iniziato a diventare davvero operativi praticamente ad agosto 2020. Un fallimento annunciato tutto all’italiana.

28 settembre 2020 | 17:10
 

Che il progetto navigator potesse essere un buco nell’acqua lo si sospettava, ma non con numeri così impietosi. A oggi le offerte di lavoro e le opportunità formative rese disponibili dai navigator nei confronti di cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza sono state 220.048. Il tutto alla luce di una platea di 1,23 milioni di cittadini con i quali era stato stipulato un “patto di servizio” e quindi pronti a lavorare.

Navigator, che flop - Il flop dei 3mila navigator Solo 220mila offerte di lavoro

Navigator, che flop

Fino a fine luglio i patti sottoscritti erano 318.221 e solo 710mila persone (quindi il 57,8% del totale) avevano ricevuto la prima convocazione ai centri per l’impiego. Anpal Servizi raccoglie i monitoraggi delle Regioni sui tanto discussi centri per l’impiego e sulle rendicontazioni che ogni mese inviano i 3 mila navigator e da questi non si può che constatare una situazione di grave difficoltà.

Tra la presa e in carico e l’effettiva fase operativa poi ce ne passa. Ad ora chi è riuscito nell’impresa che consiste poi in una seconda convocazione dopo la sottoscrizione del patto di servizio sono state 174.857 persone. Altri tuttavia sono i numeri che non lasciano scampo: solo 518mila cittadini su 1,23 milioni di beneficiari del reddito di cittadinanza sono stati convocati per il primo accesso. Certo, c’è stata di mezzo l’emergenza coronavirus, ma forse questa è solo una scusa per aver allungato i tempi di molto.

Poi, c’è il solito scarso senso civico. I centri per l’impiego hanno fatto sapere che al primo appuntamento si è presentato solo il 71,5% dei convocati. Tra questi, il 63£ degli appuntamenti è finito con la sottoscrizione del patto. Sui 507mila soggetti che hanno invece risposto alla convocazione, 69.943 sono stati esonerati perché avevano a carico bambino o familiari con disabilità o perché impegnati loro stessi in corsi di formazione.

E poi ancora: 17.827 sono i beneficiari che sono stati rinviati ai servizi sociali dei Comuni per il patto di inclusione sociale e 21.494 sono stati sanzionati, con il loro nominativo inviato all’Inps per violazione delle condizionalità previste dal reddito. Tra l’allungamento notevole dei tempi bisogna anche considerare il fatto che solo da poco i navigator incaricati a settembre 2019; il perché si ritrova nel notare che il 25% delle 220mila offerte di lavoro sono state effettuate ad agosto, un anno dopo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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