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Bar, ristoranti, negozi e covid: Confermato il crollo del fatturato

Per l'Unioncamere quasi due terzi dei negozi e dei pubblici esercizi ha avuto perdite elevate. Solo l'8% delle imprese ha aumentato le vendite. E intanto Confindustria prevede il rischio di uno stop alla ripresa. Si profila una seconda recessione e cresce l'allarme occupazione. La domanda interna è troppo fragile in tutti i settori.

 
21 novembre 2020 | 12:35

Bar, ristoranti, negozi e covid: Confermato il crollo del fatturato

Per l'Unioncamere quasi due terzi dei negozi e dei pubblici esercizi ha avuto perdite elevate. Solo l'8% delle imprese ha aumentato le vendite. E intanto Confindustria prevede il rischio di uno stop alla ripresa. Si profila una seconda recessione e cresce l'allarme occupazione. La domanda interna è troppo fragile in tutti i settori.

21 novembre 2020 | 12:35
 

Come era orami purtroppo un dato di fatto, le imprese commerciali e di somministrazione sono quelle che hanno subito in modo più pesante la crisi pandemica. Quasi due terzi delle imprese commerciali e di somministrazione dichiara per il 2020 riduzioni del fatturato, un dato peggiore di quello relativo alle altre imprese industriali e di servizi (55%). È quanto emerge, come riporta l’Ansa, da un indagine rapida effettuata nel mese di ottobre da Unioncamere e presentata in una recente audizione in Parlamento. E intanto si profila per Confindustria il rischio di una seconda recessione.

Bar, ristoranti, negozi e covid: Confermato il crollo del fatturato

Per l'Unioncamere sul frote servizi vi è comunque settore una quota di imprese che dichiarano una stazionarietà delle vendite: è del 29% (per le altre imprese è il 36%), e alcune imprese indicano persino incrementi (8% per le imprese commerciali e di somministrazione, 10% per le altre imprese).

Guardando alle possibilità di ripresa futura dell'attività su livelli analoghi a quelli pre-COVID-19, il 28% di imprenditori ascoltati non hanno potuto/saputo fornire risposta, c'e' un nucleo del 27% che ritiene di poter recuperare i propri livelli produttivi "a partire dal 2021", Il 19% nel 2022, il 6% "solamente dal 2023 in poi.Fra gli intervistati vi è anche un 15% di fortunati che "non ha mai visto ridurre i propri livelli produttivi a causa del Covid" e un 5% che al contrario pensa di non riornare mai ai livelli produttivi pre-Covid.

Per Confindustria c'è il rischio caduta
Confindustria evidenzia in partiocolare il "rischio di nuova caduta",  una "seconda recessione" per l'Italia con il Pil del quarto trimestre atteso "di nuovo in calo". Il centro studi di via dell'Astronomia lo indica con il rapporto mensile 'congiuntura flash' sottolineando le criticità: "Peggiorano i servizi", ma anche l'industria vede una "risalita stoppata".

 
La domanda interna e "fragile" e "con la seconda ondata di pandemia è previsto un nuovo stop a fine 2020" per gli scambi del commercio mondiale. Ed è allarme per uno "stop dell'occupazione": gli economisti di Confindustria rilevano che "l'occupazione si è di nuovo appiattita a settembre, dopo la risalita temporanea a luglio-agosto. La disoccupazione sembra ripuntare verso il basso, come a marzo-aprile, per la contrazione della forza lavoro. Il quarto trimestre anche per l'occupazione si preannuncia in negativo".

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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