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Verona, capitale del vino 7 i Best of Wine Tourism

A vincere: Di Vinum, Massimago, Ca’ Rugate, F.lli Fraccaroli, Albino Armani Viticoltori, Ca’ del Moro Wine Retreat e Tenuta Santa Maria. Nel mondo crescono i wine hotel e i wine resort.

di Emanuele Bottiroli
 
08 novembre 2020 | 18:30

Verona, capitale del vino 7 i Best of Wine Tourism

A vincere: Di Vinum, Massimago, Ca’ Rugate, F.lli Fraccaroli, Albino Armani Viticoltori, Ca’ del Moro Wine Retreat e Tenuta Santa Maria. Nel mondo crescono i wine hotel e i wine resort.

di Emanuele Bottiroli
08 novembre 2020 | 18:30
 

I magnifici sette di Best of Wine Tourism, il concorso sul turismo enologico delle Grandi Capitali del Vino, cui Verona ha aderito tramite la sua Camera di Commercio, giunto alla 4a edizione, sono Di Vinum per i servizi per l’enoturismo, Massimago Wine Relais per le esperienze innovative nell’enoturismo, Ca’ Rugate per l’arte e cultura, F.lli Fraccaroli – Sapori in Cantina per la ristorazione, Albino Armani Viticoltori dal 1607 per le politiche sostenibili nell’enoturismo, Ca’ del Moro Wine Retreat per la ricettività e Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani per l’Architettura e il paesaggio.

Al concorso hanno partecipato 78 tra cantine e imprese di servizi che hanno scelto l’enoturismo come ulteriore opportunità di sviluppo del proprio business.

L’enoturismo è un importante opportunità di business - Verona, capitale del vino 7 i Best of Wine Tourism

L’enoturismo è un importante opportunità di business

Anche in pieno Covid il mondo del vino veronese ha fatto sistema
«Settantotto imprese che hanno partecipato al concorso durante il lockdown di questa primavera dovuto al Covid-19, a dimostrazione della capacità di reazione del sistema imprenditoriale veronese. Il turismo esperienziale è l’evoluzione dell’enoturismo – commenta il presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello - come abbiamo potuto verificare selezionando le aziende vitivinicole veronesi vincitrici del Concorso Best of Wine Tourism. Abbiamo scoperto come l’enoturismo si stia diversificando: è un esempio perfetto di sistema dove alla base c'è l'impresa che racconta al turista il territorio attraverso le produzioni agroalimentari, dove gusto, storia e bellezza si fondono in un’unica espressione. Il nostro compito è di farla conoscere e di promuoverla».

Ora si passa alla selezione internazionale
I sette premiati concorreranno alla selezione internazionale, in gara con le imprese scelte nelle altre capitali del vino.
I vincitori di tutte le categorie sono promossi dalla rete delle Great Wine Capitals, le Grandi capitali del vino, che ha ideato il concorso puntando sul sempre più stretto rapporto tra turismo e mondo del vino.

Continua così l’attività di sviluppo territoriale legata al mondo dell’enoturismo che vede Verona unica città italiana ad essere presente nella rete delle Grandi Capitali del Vino assieme a Adelaide (South Australia), Bilbao e Rioja (Spagna), Bordeaux (Francia), Losanna (Svizzera), Mainz (Germania), Mendoza (Argentina), Porto (Portogallo), San Francisco - Napa Valley (Usa), Valparaìso - Casablanca Valley (Cile) e Capetown (Sudafrica).

Crescono nel mondo i wine hotel
Intanto, nel mondo, crescono i “wine hotel” e i “wine resort”: strutture ricettive a tema vino che propongono prodotti e servizi coerenti e capaci di veicolare la cultura vitivinicola locale, quali degustazioni, trattamenti a base vino e molto altro ancora.

Una delle più grandi studiose di enoturismo al mondo, Roberta Garibaldi, spiega di cosa si tratta: «Si caratterizzano per le proposte esperienziali di alto livello oltre che per allestimenti che richiamano costantemente il patrimonio vitivinicolo. Oggi sono un concept di particolare interesse, non solo per gli enoturisti. Il 69% dei viaggiatori italiani con motivazione vino apprezzerebbe pernottare in queste strutture immerse nei vigneti, mentre tra i turisti generalisti questo desiderio si attesta al 43%».

Il 69% dei viaggiatori italiani con motivazione vino apprezza pernottare in queste strutture immerse nei vigneti - Verona, capitale del vino 7 i Best of Wine Tourism
Il 69% dei viaggiatori italiani con motivazione vino apprezza pernottare in queste strutture immerse nei vigneti

Tradizionale, minimalista o alternativo: le facce dei wine resort
Questi hotel possono essere ospitati in edifici rurali ristrutturati precedentemente adibiti ad altre funzioni, che utilizzano materiali naturali quali legno e pietra per creare un forte legame con il territorio. In altri casi a farla da padrone è il design contemporaneo, minimalista, spesso abbinato a soluzioni ad alto contenuto tecnologico. Esistono inoltre wine hotel più “particolari” che accolgono i propri clienti in tende luxury tra i vigneti o in botti bungalow. A prescindere dall’aspetto esteriore, queste strutture cercano d creare suggestioni coerenti ed in linea con l’esperienza che vogliono offrire, stimolando i sensi dei propri ospiti e coinvolgendoli emotivamente.

Per quanto concerne l’offerta, questa spazia dal semplice pernottamento alle proposte a tema vino, quali degustazioni in cantina o nei vigneti, tour a piedi, in bicicletta o a cavallo, cene ed aperitivi in vigna. Si possono inoltre ritrovare trattamenti di benessere a base vino, attività culturali che abbinano arte e musica con il gusto, attività sportive come trekking e yoga. Una pluralità di esperienze che testimonia la forte propensione alla caratterizzazione di queste strutture tematiche.

Accoglienza fattore chiave per la vendita
«I wine hotel - ricorda Roberta Garibaldi - possono presentarsi sia come strutture ricettive indipendenti che affiliate in catene volontarie. Le prime spesso si configurano come servizio aggiuntivo di un’azienda vitivinicola; per tale motivo, possono vantare uno stretto legame con la produzione e il territorio, differenziandosi così dalla concorrenza ed offrire proposte integrate con la cantina. La gestione e la promozione sono tendenzialmente gestiti internamente, dalla proprietà o da un management dedicato, che si occupa di costruire un’accoglienza fatta su misura dei propri clienti.

Le catene nascono in risposta alla necessità da parte delle singole strutture di risultare maggiormente competitive sul mercato». L’accoglienza risulterà sempre più un fattore chiave, anche per la vendita diretta a valore e per contrastare gli effetti nefasti della pandemia che ha stravolto il modo di posizionare brand e referenze in questo 2020, con il settore Horeca che sta pagando un prezzo altissimo ed è in forte contrazione in termini di coperti e di presenze.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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