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Colf e badanti dimenticate, il lavoro domestico chiede dignità

Il settore lamenta di non essere trattato come gli altri. Così i sindacati vogliono tutele per lavoratori e famiglie. Bonus babysitter, deducibilità dei costi, diritto all'assistenza: le proposte per evitare il collasso.

 
09 novembre 2020 | 16:21

Colf e badanti dimenticate, il lavoro domestico chiede dignità

Il settore lamenta di non essere trattato come gli altri. Così i sindacati vogliono tutele per lavoratori e famiglie. Bonus babysitter, deducibilità dei costi, diritto all'assistenza: le proposte per evitare il collasso.

09 novembre 2020 | 16:21
 

Tra i tanti settori in difficoltà ce n'è uno, quel del lavoro domestico, che ha paura di ricadere nella stessa situazione del lockdownnazionale della primavera 2020, in un periodo che si preannuncia ugualmente drammatico e difficile per lavoratori e datori di lavoro. Ora chiede misure ad hoc per evitare il collasso di un comparto non trattato con la stessa dignità e considerazione di molti altri, nonostante pesi per l'1,1% del Pil.

La crisi per il coronavirus colpisce anche badanti e colf - Colf e badanti dimenticate, il lavoro domestico chiede dignità

La crisi per il coronavirus colpisce anche badanti e colf

E così Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf per parte lavoratori e Domina e Fidaldo per parte dei datori di lavoro hanno provveduto a rafforzare le misure erogate attraverso il proprio sistema fino alla fine del periodo epidemiologico e garantire un rimborso anche di un’indennità giornaliera in caso di ricovero, di convalescenza, per figli a carico, per il materiale sanitario riabilitativo, per visite mediche domiciliari per Covid-19, oltre a una diaria in caso di provvedimento con sorveglianza attiva o permanenza domiciliare. Ma queste misure non sono sufficienti a scongiurare la crisi del settore.

«Il lavoro domestico è quello più fragile»
E allora: quali richieste fanno le parti sociali alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo? Quali gli errori da non ripetere rispetto ai primi provvedimenti statali adottati? Quali le esigenze e le proposte concrete? Lorenzo Gasparrini e Luciana Mastrocola chiedono alle istituzioni nazionali di essere ascoltati e di contribuire alla soluzione delle diverse questioni aperte.

«Nella prima ondata di coronavirus tutti i datori hanno avuto un sostegno al reddito a esclusione di quelli del nostro settore», dice Gasparrini, segretario generale di Domina. «Il lavoro domestico è probabilmente quello più fragile, quello al quale non si applicano le regole valide per gli altri settori. È in vigore un blocco pressoché totale dei licenziamenti, per esempio, ma colf e badanti possono essere mandate via».

Il bonus erogato ha creato disuguaglianze
Gasparrini ricorda quello che è accaduto pochi mesi fa e che rischia di ripetersi: «Tra marzo e maggio molti datori hanno sospeso il rapporto di lavoro, ma molti hanno continuato a pagare i lavoratori sostituendosi spesso allo Stato». Il bonus erogato direttamente ai lavoratori, poi, «è stato concesso solo ai non conviventi e a chi aveva un contratto di più di 25 ore settimanali, creando disuguaglianze tra i lavoratori, perché è stata esclusa a priori una fetta importante della forza lavoro». Si profila, in questo caso, anche una violazione procedurale dell’applicazione dei diritti equivalenti, sancita dalla Convenzione 189 Ilo sul lavoro domestico.


I numeri dell'emergenza per colf e badanti - Colf e badanti dimenticate, il lavoro domestico chiede dignità
I numeri dell'emergenza

Bonus babysitter per premiare il lavoro regolare
«Chiediamo che il governo prenda in considerazione il punto di vista datoriale», continua il segretario generale di Domina, «alle famiglie che non producono reddito sia riconosciuta, in questo periodo emergenziale, la piena deducibilità dei costi del lavoro. Chiediamo un incontro con la ministra Catalfo, al più presto». Per favorire una progressiva regolarizzazione del settore Gasparrini propone anche di «utilizzare sostegni come il bonus babysitter per premiare il lavoro regolare, legandolo al contratto nazionale e non solo al libretto famiglia».

Sul versante dei lavoratori Mastrocola, responsabile del lavoro domestico di Filcams Cgil, ribadisce la necessità di un trattamento non discriminatorio nei confronti del settore ed elenca i temi sui quali serve intervenire per ridurre la fragilità del comparto, indipendentemente dal periodo di emergenza: «Bisogna fare qualcosa non solo sulle tutele per malattia o maternità, ma anche sul diritto all’assistenza, ai congedi parentali e sugli aspetti previdenziali, importantissimi per incentivare la regolarizzazione anche di quei lavoratori non comunitari che non hanno un progetto migratorio di grande durata».

I 500 euro non hanno riguardato metà della platea
Tornando al presente, Mastrocola critica apertamente i recenti provvedimenti nazionali: «Il decreto cura Italia ha escluso espressamente il lavoro domestico, nel decreto Ristori non c’è nulla per il settore. La misura del bonus di 500 euro in due tranche, poi, ha danneggiato più o meno la metà dei lavoratori, che non hanno nemmeno avuto il diritto di chiedere il sussidio».

Se ritornassero le restrizioni del lockdown, viene chiesto al governo «di ripensare alle misure di compensazione del reddito non percepito: la cassa integrazione in deroga, secondo noi, è lo strumento giusto», conclude la sindacalista.



Le misure chieste dai sindacati - Colf e badanti dimenticate, il lavoro domestico chiede dignità
Le misure chieste dai sindacati


E sugli aiuti alle famiglie, Gasparrini chiede un impegno maggiore e propone che «il cosiddetto bonus babysitter, nella sua applicazione, sia legato al recente contratto nazionale del lavoro domestico e non concesso solo attraverso lo strumento del libretto famiglia, utile solamente per le prestazioni occasionali».

Fino al mese di febbraio 2020 i lavoratori che utilizzavano il libretto famiglia erano mediamente meno di 10mila ogni mese. Nel mese di marzo 2020 sono stati oltre 66mila, per arrivare nel mese di giugno a quasi 186mila, a seguito del primo bonus babysitter decreto a marzo sotto lockdown.

Categoria da tutelare nella tragedia dell'emergenza
Complessivamente, l’importo erogato tramite libretto famiglia, in quel periodo, è aumentato di quasi 20 volte dal primo semestre 2019 allo stesso periodo 2020, passando da 14 milioni di euro a 269 milioni. Naturalmente, anche l’importo medio per lavoratore è aumentato, in relazione all’aumento delle ore lavorate. Se nel 2019 si era superata solo una volta la soglia dei 300 euro mensili pro-capite, nel mese di 2020 l’importo medio ha raggiunto 566 euro, rimanendo sopra 500 euro anche nei mesi successivi. Conclude Gasparrini: «Nella tragedia emergenziale, il governo premi e sostenga anche il lavoro domestico regolare contrattualizzato».

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