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Via dalla Sardegna senza tamponi De Luca: Chiudiamo la Campania

I contagi crescono ovunque, ma sull'Isola è caos, tra focolai, mancati controlli e ordinanze dei sindaci. Il Governatore campano ha annunciato di voler chiedere al Governo la limitazione degli spostamenti tra Regioni.

 
22 agosto 2020 | 12:28

Via dalla Sardegna senza tamponi De Luca: Chiudiamo la Campania

I contagi crescono ovunque, ma sull'Isola è caos, tra focolai, mancati controlli e ordinanze dei sindaci. Il Governatore campano ha annunciato di voler chiedere al Governo la limitazione degli spostamenti tra Regioni.

22 agosto 2020 | 12:28
 

C’è la Sardegna, dove i nuovi casi di contagio da Covid 19 stanno continuando a crescere, dopo che per mesi l’Isola era stata al riparo dal virus, e c’è ora anche la Campania, il cui Governatore Vincenzo De Luca ha ventilato l’idea di chiedere al Governo una limitazione degli spostamenti interregionali.

Christian Solinas e Vincenzo De Luca - Via dalla Sardegna senza tamponi E De Luca: Chiudiamo la Campania

Christian Solinas e Vincenzo De Luca

I nuovi contagi interessano tutte le regioni d’Italia e sono in rapido aumento in questi giorni di vacanza, com’era prevedibile, visto lo spostamento di milioni di persone da una regione all’altra e anche all’estero. Ma è in queste due regioni che la situazione appare al momento più delicata. Ad accendere i riflettori sulla Campania ci ha pensato ancora una volta il presidente De Luca: «Sono 68 i contagi registrati venerdì - ha detto - 14 solo a Napoli, di cui tre provenienti dall’estero e 6 da strutture turistiche della Sardegna. Anche a Salerno e Caserta sono stati registrati contagi provenienti da Spagna e Sardegna. Quando siamo di fronte a questi dati bisogna bloccare i viaggi dall’estero». Tra una settimana, a fine agosto, il Governatore campano ha annunciato che valuterà «se chiedere al Governo di limitare o meno la mobilità interregionale», considerato il «rilassamento generale che si è registrato nel nostro Paese, soprattutto in alcuni settori delle attività economiche legate al tempo libero con episodi di non rispetto delle norme di sicurezza, con assembramenti con migliaia di giovani».



Altri governatori, però, sono d’accordo: «In questo momento mi pare di no - risponde Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, a chi gli chiede se il rischio di blocco paventato da De Luca esista - Dopodiché si segue sempre l’evoluzione del virus e poi si discute tra Regioni e Governo. Bisogna sempre tenere monitorata la situazione perché quelli che parlano il giorno dopo mi hanno sempre fatto abbastanza pena».

«Non ritengo vi sia una emergenza clinico-sanitaria tale da presupporre o fare presagire ulteriori chiusure. Stiamo attenti, teniamo la mascherina, facciamo tutto quello che dobbiamo fare ma evitiamo di tornare a terrorizzare questo Paese che non ne ha bisogno», ha detto il presidente della Liguria, Giovanni Toti.

Intanto il picco estivo di contagi continua a crescere giorno dopo giorno: ieri sono stati  947 i nuovi casi registrati, per un totale di 257.065, e nove i morti. Crescono anche i ricoveri, che toccano quota 919 con i 36 in più rispetto al giorno precedente, pur restando stabili le terapie intensive.

In Sardegna (47 nuovi casi solo ieri) la situazione è decisamente più confusa: da zero contagi a fine giugno, si è passati al più alto numero di positivi in rapporto agli abitanti tra le regioni italiane, al punto che l’assessore alla sanità della Regione Lazio ha chiesto che le partenze dalla Sardegna siano controllate (tamponi nei porti e negli scali aeroportuali) se non addirittura bloccate. E mentre il quadro diventa sempre più preoccupante, il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo essere tornato a parlare del passaporto sanitario per chi arriva e aver rifiutato di effettuare controlli in uscita, ha chiesto il rimpatrio dei migranti giunti nelle scorse settimane sull’Isola, accusandoli di rappresentare il principale veicolo di infezione.

Santo Stefano, teatro di uno dei focolai sardi - Via dalla Sardegna senza tamponi E De Luca: Chiudiamo la Campania
Santo Stefano, teatro di uno dei focolai sardi

Ad oggi sono due i principali focolai sardi di cui si ha notizia, entrambi sviluppatisi nei luoghi di villeggiatura. Il più grosso è quello di un villaggio turistico sull’isola di Santo Stefano, nell’arcipelago della Maddalena, dove per 4 giorni 470 turisti sono rimasti in quarantena dopo che tra il personale del centro vacanze era stato riscontrato un caso di positività al virus. Il secondo focolaio si è acceso invece in Costa Smeralda e i casi - si parla di un centinaio di contagi identificati - riguardano giovani in vacanza in Sardegna. Tra loro, al momento, i contagiati messi in isolamento in Sardegna sono ventuno, ma molti sono tornati a casa, seppure positivi.

Nel frattempo sull’isola i sindaci cercano di tamponare la situazione a suon di ordinanze. Dopo quella del primo cittadino di Arzachena, che ha imposto lo stop alla musica allo scoccare della mezzanotte (sollevando la reazione di Flavio Briatore, che ha chiuso il Billionaire, e degli esponenti della Lega), a prendere carta e penna è stato anche il sindaco de La Maddalena, Luca Montella: «Oltre agli stessi limiti sulla musica - ha detto - si è pure imposto l’uso della mascherina in certi orari e certe zone e non ho ricevuto alcuna protesta».

A Porto Ottiolu, in provincia di Sassari, a pochi chilometri da San Teodoro, il sindaco ha invece stabilito il divieto di accedere alla spiaggia dalle 22 alle 6 del mattino. Insomma, ognuno fa quel che vuole, nel tentativo di proteggere il proprio territorio, ma di fatto contribuendo ad aumentare il caos, che si avverte un po’ ovunque sull’Isola, anche in molti ristoranti che, a detta di tanti turisti, sarebbero stati presi alla sprovvista da questa escalation di contagi, dovendosi adeguare in fretta a quelle norme che avrebbero già dovuto osservare con rigore fin dall’inizio della stagione.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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