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Turismo enogastronomico, si svolta Esperienze digitali per avere appeal

Le realtà che non riusciranno ad intercettare i cambiamenti dettati dal covid rischiano di non avere più appeal sui turisti sempre più esigenti e votati a visite e degustazioni tecnologiche. Il punto della situazione lo fa Roberta Garibaldi, esperta e docente universitaria che sottolinea anche il concetto di squadra.

di Federico Biffignandi
26 settembre 2020 | 08:30
Turismo enogastronomico, si svolta 
Esperienze digitali per avere appeal
Turismo enogastronomico, si svolta 
Esperienze digitali per avere appeal

Turismo enogastronomico, si svolta Esperienze digitali per avere appeal

Le realtà che non riusciranno ad intercettare i cambiamenti dettati dal covid rischiano di non avere più appeal sui turisti sempre più esigenti e votati a visite e degustazioni tecnologiche. Il punto della situazione lo fa Roberta Garibaldi, esperta e docente universitaria che sottolinea anche il concetto di squadra.

di Federico Biffignandi
26 settembre 2020 | 08:30
 

“L’insieme di attività e di servizi a carattere polivalente che si riferiscono al trasferimento temporaneo di persone dalla località di abituale residenza ad altra località per fini di svago, riposo, cultura, curiosità, cura, sport”. La Treccani definisce così la parola “turismo” la cui festa mondiale si festeggia domani, domenica 27 settembre (quest'anno dedicata al turismo rurale). Attività e servizi che mettono il “turista al centro” (cit. Organizzazione mondiale del turismo). Guarda casa proprio ciò che il turismo enogastronomico si prefigge: mettere la persona-turista al centro di un’attività a carattere polivalente. Forse è per questo che il settore negli ultimi anni sta vivendo il suo boom, perché rispetta la definizione pura di “turismo”.


Degustazioni sempre più online - Turismo enogastronomico, si svolta Esperienze digitali per avere appeal

Degustazioni sempre più online

Di certo la festa del turismo non sarà delle più gioiose dato il periodo di crisi e il momento del turismo enogastronomico non può far sorridere più di tanto, ma ciò che si è osservato quest’estate è che il format funziona eccome e che, nonostante la perdita di clienti e fatturati, si possa cavalcare l’onda per il futuro.

Il bilancio lo fa l’esperta di settore nonché docente all’Università di Bergamo, Roberta Garibaldi che proprio al termine della stagione estiva ha effettuato un sondaggio tra le cantine vinicole italiane per capire quali siano stati i movimenti turistici nella bella stagione. Nel 31% dei casi gli imprenditori hanno dichiarato di aver diminuito le proprie iniziative (da leggersi: incassi derivanti dal turismo) del 70%, il 17% ha dichiarato di aver perso tra il 50 e 70% e la stessa fetta di intervistati di aver perso tra il 30 e il 50%. Perdite di attività comprese tra il 10 e il 30% per il 13% degli imprenditori mentre solo il 7% di loro ha ammesso di aver perso meno del 10%.

«Fino a giugno è rimasto tutto fermo - ha premesso Garibaldi - poi la macchina ha iniziato a mettersi in moto. A luglio si sono registrati movimenti importanti, agosto ha confermato il classico trend di mese di punta per questo tipo di attività mentre settembre ha prolungato la stagione grazie ad un meteo gradevole che ha invogliato gli italiani a muoversi ancora».

Non dappertutto però le dinamiche sono state le stesse. Ad attirare i turisti verso destinazione enogastronomiche sono sempre i principali luoghi di villeggiatura: «Le principali località a forte vocazione turistica - ha spiegato la docente - fanno da calamita. Ecco perché per la stagione estiva le regioni del Centro, ma ancor di più il Sud hanno lavorato molto di più rispetto a quelle del Nord che hanno dovuto faticare un po’ di più. Ha pesato molto in quest’ottica anche l’impossibilità di organizzare eventi, o comunque di farlo in modalità ridotte, che solitamente invece rappresentano un ottimo volano per tutto il comparto».
Nelle difficoltà, iniziate dal lockdown, il turismo enogastronomico ha potuto però trarre qualche spunto positivo che, probabilmente, diventerà anche strutturale. «Cibo e vino sono stati oggetto di ricerche diffuse durante la quarantena - ha ricordato Garibaldi - e ciò non ha fatto altre che aumentare l’interesse da parte dei turisti-consumatori verso il settore e di renderlo anche più competente e capace di scegliere le destinazioni e le tipologie di offerte, che sono diventate molto variegate».

Tecnologia al servizio del settore - Turismo enogastronomico, si svolta Esperienze digitali per avere appeal
Tecnologia al servizio del settore

Il lockdown del resto ha modificato un po’ tutti i mercati oltre che la vita quotidiana di ognuno di noi. Tra le variazioni che hanno toccato da vicino il turismo enogastronomico c’è quella della digitalizzazione. L’impossibilità o la poca predisposizione a recarsi in una cantina, in un caseificio, in un frantoio hanno spinto le aziende a proporre “visite” e degustazioni in modo virtuale. E i turisti hanno apprezzato perché ciò che cercano è sempre di più la guida di un esperto che può essere molto utile anche a distanza.

«Sulla digitalizzazione le imprese italiane hanno ancora molto da migliorare - ha detto Roberta Garibaldi - rispetto all’estero siamo molto indietro. Serve fare un passo avanti urgente in questo senso se si vuole migliorare e crescere e non resta che abbracciare tutte le possibilità che la tecnologia mette a disposizione. Anche perché questo è uno di quei cambiamenti che rimarranno. Basti pensare a quanti incontri b2b si effettueranno virtualmente e così anche quelli b2c; questo ha anche dei risvolti positivi perché in questo modo tempi e costi si ridurranno drasticamente».

Roberta Garibaldi - Turismo enogastronomico, si svolta Esperienze digitali per avere appeal
Roberta Garibaldi

È proprio ispirandosi a questo che i produttori e le aziende devono attrezzarsi. Banalmente inserendo i Qr code sui loro prodotti in modo che i consumatori, comodamente da casa e solo con uno smartphone come alleato potranno viaggiare nel mondo di quel prodotto nato da quel territorio grazie alla sapienza di quell’artigiano.

«Resta saldo in tutto questo - conclude Garibaldi - il concetto di squadra che è la chiave del successo per un territorio. La rete tra parti sociali deve essere sempre più salda e sempre più fitta per il bene di tutti perché presto la crisi economica sarà sempre più tangibile e si salverà solo chi avrà solidità e legami».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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