Si dice che di necessità si faccia virtù. Ma in questo caso aggiungiamo che c’è proprio la capacità (che hanno in pochi) di prevedere le esigenze del mondo che verrà. È il caso di Nibol, la start up tutta italiana che ha sviluppato un’app che in un solo colpo aiuta ristoranti, bar e locali ad affrontare la pandemia, riconvertendo gli spazi in postazioni di co-working, e il popolo di smart worker alla ricerca di scrivanie on-demand sanificate e munite di wifi. Magari proprio in un contesto stimolante dove poter pure godere di una pausa pranzo preparata ad hoc.
L'app trasforma bar e caffetterie in spazi di lavoro
Opportunità anche oltre il CovidE pensare che l’idea è nata ben prima dell’arrivo del Covid e, sicuramente, gli sopravviverà. Perché se nel mentre Nibol è, infatti, utile per permettere ai
ristoranti di restare a
galla (dove naturalmente sono aperti in zona gialla) dall’altra, in futuro, continuerà a essere utilizzata come “entrata aggiuntiva” per i ristoranti e i bar, che, nelle ore in cui il servizio rallenta e ci sono meno clienti possono cambiare veste e
guadagnare. Che poi sì sa, mentre si lavora, magari scappa un caffè, poi uno spuntino, qualcosa per pranzo così fino all’aperitivo.
Un’idea intelligente tanto che
Forbes Italia nel 2021 ha inserito
Riccardo Suardi, il 27enne fondatore, tra i 100 ragazzi under 30 (divisi in 20 categorie) che stanno rivoluzionando il nostro modo di lavorare, di curarci, di investire e di acquistare.
Idea che piace agli smart workerQuasi una rivoluzione nella rivoluzione perché se è vero che il 60% dei lavoratori dichiara di voler continuare a
lavorare da remoto anche post-pandemia (fonte Indagine Cgil/Fondazione Di Vittorio sullo Smartworking), è altrettanto vero che lavorare da casa non è sempre facile, o bello: «La gente non ama andare in ufficio ogni giorno ma neppure stare chiusa in casa. La nostra app offre una soluzione di mezzo» ammette Riccardo Suardi.
Una soluzione che, infatti, piace: «Prima del
lockdown avevamo centinaia di prenotazioni ogni mese. Persino nei weekend. Ora la situazione è un po’ bloccata visto le attuali restrizioni. Ma nelle
zone gialle dove siamo attivi stiamo lavorano bene».
Espansione anche nei piccoli centri e nelle zone ruraliLa zona gialla per Nibol è attualmente
Roma, dove l’app è arrivata. E all’elenco di città, oltre naturalmente a
Milano, si sono anche aggiunte
Napoli e
Bologna. Ma, elemento interessante, il servizio si sta espandendo anche nei
piccoli centri e nelle
zone rurali. E questa è un’ottima notizia, perché spesso (vedi il delivery) l’innovazione non riesce a raggiungere i piccoli comuni relegando le idee alle grandi città.
Riccardo Suardi
Ma questo non è il caso di Nibol che nella sua mappa vede, ad esempio, il
Caffè Panzera in
Stazione Centrale a
Milano (che con questa opportunità sta agganciando una nuova clientela) accanto ad alcuni
agriturismi in provincia di Arezzo. E c’è da credere che con la nuova tendenza che spinge gli smart worker a ricercare anche posti isolati e
borghi storici in cui lavorare la lista, in questo senso si allungherà notevolmente. Ma pensiamo che all’utilità per gli
alberghi. Un esempio concreto è offerto da
Meininger, il gruppo di ostelli, che a Roma e a Milano ha aderito a Nibol con la sua hall aperta 24 ore su 24 e dotata di caffetteria.
E i ristoratori ci guadagnano…Ecco il punto, ristoratori, gestori di locali e
albergatori stanno, infatti, vedendo in Nibol una concreta opportunità nel presente per riconvertire gli spazi in luoghi di lavoro sicuri e sanificati e nel futuro continuare ad avere una possibilità di guadagno cavalcando la rivoluzione che la pandemia ha solo accelerato: «le
caffetterie e i
bar non hanno costi fissi per entrare nel network di Nibol, potendo così sfruttare anche le ore solitamente meno frequentate – aggiunge Suardi – Nibol prende, infatti solo 50 centesimi a persona. E i locali possono decidere in assoluta autonomia quanti e quali tavoli destinare a “ufficio” e naturalmente scegliere le ore che preferiscono».
Già oltre 100 localiI numeri parlano chiaro e ad oggi sono più di
100 i
locali che hanno scelto il progetto tra ristoranti, bar, agriturismi, hotel, caffetterie, appartamenti e co-working space. E ogni giorno se ne attivano uno o due. Anche perché iscriversi è facile: «I locali si candidano e dopo la nostra selezione (per verificare che ci sia ad esempio il Wi-Fi, che sia un posto luminoso, che non venda tabacchi e non ci siano slot machine, ma anche che si possa lavorare in tranquillità) possono aprire la loro
vetrina».
Così come è facile
l’utilizzo dell’app: grazie alla
geolocalizzazione, l’app mette in evidenza i locali Nibol più vicini all'utente. Sulle pagine dei diversi locali, sono visibili i dettagli delle singole postazioni – dalle prese elettriche all'aria condizionata, dalla disponibilità di menu per celiaci o piatti vegani, fino alla possibilità di potare o meno animali - e le recensioni lasciate dagli altri clienti su voci quali comodità e tranquillità della location, ma anche qualità del cibo e bevande. Scelto il luogo ideale si procede a prenotare il tavolo con l’indicazione di quanto verrà occupato. E se si tratta di una caffetteria o di un ristorante si pagherà solo le
consumazioni.
E si aggiunge la pubblicitàNon solo un’opportunità, dunque, ma anche una bella vetrina per i locali che così possono avere anche una
pubblicità aggiuntiva… e se poi pensiamo che J.K. Rowling ha scritto Harry Potter in un pub…. chissà che altro Nibol potrebbe portare.