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Il Giro d'Italia... e il turismo. Ecco quanto vale essere città di tappa

Sono state presentate le tappe del Giro d'Italia 2023, previsto dal 6 al 28 maggio. La corsa ciclistica non è però soltanto una competizione sportiva, ma un grande volano per il turismo. Si parla di 11 milioni di spettatori lungo il percorso e il 25% di loro si ferma almeno per una notte fuori casa. Numeri importanti, che si uniscono alla costante crescita del cicloturismo

di Gianluca Pirovano
18 ottobre 2022 | 12:05
Una tappa del Giro d'Italia 2022 Il Giro d'Italia... del turismo: che impatto ha essere città di tappa?
Una tappa del Giro d'Italia 2022 Il Giro d'Italia... del turismo: che impatto ha essere città di tappa?

Il Giro d'Italia... e il turismo. Ecco quanto vale essere città di tappa

Sono state presentate le tappe del Giro d'Italia 2023, previsto dal 6 al 28 maggio. La corsa ciclistica non è però soltanto una competizione sportiva, ma un grande volano per il turismo. Si parla di 11 milioni di spettatori lungo il percorso e il 25% di loro si ferma almeno per una notte fuori casa. Numeri importanti, che si uniscono alla costante crescita del cicloturismo

di Gianluca Pirovano
18 ottobre 2022 | 12:05
 

Il Giro d'Italia 2023 è stato ufficialmente svelato. Sono state infatti presentate al pubblico le 21 tappe che i ciclisti dovranno percorrere tra il 6 e il 28 maggio del prossimo anno per conquistare l'ambita maglia rosa. Un viaggio per il Belpaese di 3.448,6 chilometri che prenderà il via dall'Abruzzo, per la seconda volta nella sua storia lunga 106 anni, e si concluderà nella Capitale, con la passerella finale ai Fori Imperiali. 

La corsa rosa non è però soltanto una delle manifestazione ciclistiche più importanti al mondo, ma anche un importante volano per il turismo e una finestra perfetta per raccontare l'Italia al mondo. 

Le tappe del Giro d'Italia 2023 Il Giro d'Italia... del turismo: che impatto ha essere città di tappa?

Le tappe del Giro d'Italia 2023

Giro d'Italia e turismo: i numeri 

A dare conferma dell'importanza del Giro anche dal punto di vista turistico ci sono i numeri delle passate edizioni. Si parla di circa 11 milioni di spettatori che seguono le gare lungo il percorso. Di questi, il 25% dorme almeno una notte fuori casa per seguire la corsa. Risultato? Una spesa media di 250 euro per chi pernotta, che scende a 95 euro per chi si sposta in giornata. Una fetta importante dell'indotto lo portano però anche i residenti. La giornata del passaggio del Giro in città è, per tradizione, un momento di festa condivisa. Le strade vengono chiuse in attesa dei corridori e le attività commerciali e della ristorazione organizzano eventi ad hoc. 

Secondo la Provincia Autonoma di Trento, il 52% delle attività commerciali ha dichiarato un aumento del volume di affari, il 50% un aumento della clientela e il 22% ha addirittura aumentato il numero dei dipendenti in occasione del passaggio del Giro. 

Tornando ai numeri, nudi e crudi: sette spettatori su dieci vengono da località diverse da quella di tappa, il 52% dichiara di assistere dal vivo a una tappa per ragioni turistiche, il 30% intende tornare nelle città visitate durante il Giro. E poi c'è il turismo straniero: l'11% degli spettatori arriva da fuori dall'Italia

Città di tappa, un affare da 600mila euro 

Essere città di tappa, ospitare cioè la partenza o l'arrivo di una delle tappe, è un affare importante a livello turistico. Certo, non si tratta di un'opportunità gratuita. I Comuni devono infatti investire per poter essere scelti (si parla di cifre tra i 70 e i 200mila euro), ma il risultato è, di fatto, garantito. Una città di tappa può contare su un giro d'affari che si aggira tra i 400 e i 600mila euro, spesso oltretutto in un momento dell'anno considerato di bassa stagione. I fattori che influiscono sulla cifra in positivo e in negativo sono diversi: si va dal meteo, al giorno della settimana. A "incassare" di più sono sicuramente le tappe di montagna, sia per la loro importanza sia per il fascino che esercitano sugli appassionati sia per la bellezza del paesaggio. 

L'arrivo dell'ultima tappa 2022 a Verona  Il Giro d'Italia... del turismo: che impatto ha essere città di tappa?

L'arrivo dell'ultima tappa 2022 a Verona

Un prodotto da mostrare in tutto il mondo 

Allargando la visuale, il Giro è anche una vetrina importante per l'Italia. Anche in questo caso i numeri sono eloquenti: tra giornalisti e fotografi, gli accreditati sono più di duemila con un'audience complessiva che supera i 750 milioni di spettatori e con più di 190 Paesi collegati da tutto il mondo. È quindi facile pensare come una attenta promozione turistica possa arrivare a mercati interessanti e avere un ritorno importante nel medio e lungo periodo. Il Giro questo lo sa e anche sul suo sito ufficiale offre spazio alle bellezze del Belpaese. 

Già lo scorso anno poi Rcs, organizzatore dell'evento, e il ministero del Turismo, avevano stretto un acccordo proprio in questo senso. «Il Giro d’Italia sta diventando sempre di più un volano del turismo perché grazie all’accordo fatto con Enit e con il Ministero del Turismo, tramite una serie di declinazioni, c’è la possibilità di far vedere le bellezze italiane e invogliare e motivare le persone a venire in Italia - aveva sottolineato allora il presidente di Rcs, Urbano Cairo - La platea è molto ampia. È una grande manifestazione popolare, ci sono dai 10 ai 12 milioni di persone lungo le strade che vanno a incitare i corridori. Nel mondo arriviamo in 200 Paesi e si stima che il numero complessivo di persone che vengono raggiunte sia intorno agli 800 milioni di persone. Veramente dei numeri impressionanti». 

 

 

Cicloturismo in Italia: un mondo in crescita 

Ultimo, ma non per importanza, l'impatto della corsa rosa sul cicloturismo in Italia. Sono infatti molti gli appassionati che durante l'anno raggiungono diverse destinazioni iconiche del Giro per ripercorrere la tappa fatta dai professionisti. In questo senso, è di alcuni giorni fa una ricerca di Banca Ifis che fotografa in pieno questa tendenza. Non parla del Giro d'Italia, ma di un'altra corsa ciclistica storica, il Giro di Lombardia. Secondo lo studio, la gara genera durante l'anno 49,2 milioni di euro di ricavi per il territorio. Il grosso, l'84% è il valore indotto dalla competizione in sé, ma il restante 16% (7,8 milioni di euro) è portato dal cicloturismo. Gli appassionati delle due ruote vengono apposta in Lombardia per  percorrere non solo le strade della gara ma anche quelle naturalistiche, tanto che una delle prime richieste ai Tour operator specializzati è quella di avere una guida turistica sul posto per conoscere a fondo il territorio. 

Un trend che si inserisce in un più ampio momento positivo per il cicloturismo italiano e che potrebbe quindi dargli ulteriore vigore. Il mercato supera infatti i 4 miliardi di euro e coinvolge, secondo i dati di Fiab, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, 8 milioni di italiani, il 16% della popolazione maggiorenne. Prima della pandemia gli italiani che avevano deciso di usare la bici durante l'estate erano stati circa 5 milioni. Un dato notevole, il 41% in più rispetto a sei anni prima, in grado di avvicinare l'Italia a Paesi con una maggiore tradizione di cicloturismo, come Francia e Germania (dove il settore supera i 5 miliardi). Un boom accompagnato, naturalmente, da una crescita esponenziale delle vendite di biciclette (2 milioni nel 2020, poco meno nel 2021) e nello specifico di eBike, il settore con la crescita maggiore. 

Tutte le immagini sono della pagina Facebook ufficiale del Giro d'Italia 

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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