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Ristoranti in Italia: 1 su 3 è gestito da donne. E sono in crescita

Il rapporto Unioncamere ha evidenziato che la media di imprese guidate da donne è del 22,8%. Se si fa riferimento ai soli Pubblici esercizi, nel 2021 le attività a titolarità femminile sono risultate 112.752, il 28,5% del totale

 
01 agosto 2022 | 15:50

Ristoranti in Italia: 1 su 3 è gestito da donne. E sono in crescita

Il rapporto Unioncamere ha evidenziato che la media di imprese guidate da donne è del 22,8%. Se si fa riferimento ai soli Pubblici esercizi, nel 2021 le attività a titolarità femminile sono risultate 112.752, il 28,5% del totale

01 agosto 2022 | 15:50
 

Il settore della ristorazione è tra i più "virtuosi" in Italia per quanto riguarda il numero di imprese a titolarità femminile. Il rapporto Unioncamere ha evidenziato che, in Italia, la media di imprese guidate da donne è del 22,8%. Se si fa riferimento ai soli pubblici esercizi, invece, come dimostrano i dati contenuti nel Rapporto ristorazione curato da Fipe-Confcommercio, nel 2021 le attività a titolarità femminile sono risultate 112.752, il 28,5% del totale. Un dato incoraggiante che sottolinea l’impegno delle donne nel settore della ristorazione, ma che può ancora essere migliorato.

Gender gap al ristorante, Italia virtuosa: 1 impresa su 3 è gestita da donne


Sostegni concreti per le nuove aziende femminili

«Il fondo per l’imprenditoria femminile istituito presso il ministero per lo Sviluppo economico e finanziato per 160 milioni di euro grazie ai fondi del Pnrr e per gli latri 40 milioni grazie a fondi statali, gioca un ruolo determinante – sottolinea Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne di Fipe-Confcommercio - I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati sono destinati alle imprenditrici che hanno il desiderio di creare realtà virtuose, ad alto tasso di innovazione di prodotto e processo, ma anche ad alta sostenibilità. A questo si aggiunge l’attività costante della federazione, che ha messo in campo programmi di empowerment, cultura finanziaria e cultura d’impresa in generale allo scopo di consolidare il radicamento delle aziende femminili già attive e favorire la nascita di nuove realtà. Tutte con il minimo comune denominatore della sostenibilità che nel nostro settore si traduce in attenzione per la filiera agroalimentare di qualità e l’applicazione dei contratti di lavoro più tutelanti e riconosciuti».


Recuperare il gap di manodopera femminile qualificata

Una delle priorità è infatti recuperare il gap di manodopera femminile qualificata che si è persa negli ultimi due anni di pandemia. Nella ristorazione, infatti, rispetto al 2019, si sono persi oltre 98mila posti di lavoro precedentemente occupati da donne, il 19,3% del totale.

 


«Rimettere queste persone al lavoro anche attraverso lo sviluppo di progetti innovativi – conclude Picca Bianchi – è la condizione ineludibile per dare futuro e prospettiva al settore».

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