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Balneari, avanti con il decreto milleproroghe, ma l'Unione Europea...

Oggi, lunedì 13 febbraio alle 15, il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto Milleproroghe che comprende anche il rinvio di un anno per le gare per le concessioni. Proroga che non piace alla Commissione europea

 
13 febbraio 2023 | 11:19

Balneari, avanti con il decreto milleproroghe, ma l'Unione Europea...

Oggi, lunedì 13 febbraio alle 15, il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto Milleproroghe che comprende anche il rinvio di un anno per le gare per le concessioni. Proroga che non piace alla Commissione europea

13 febbraio 2023 | 11:19
 

Prendere tempo: questa, come abbiamo visto, al momento, sembra essere la “soluzione” del Governo sulle concessioni balneari con, appunto, il rinvio di un anno per le gare comparso nel decreto milleproroghe. Un rinvio che è piaciuto alla categoria, ma non all’Europa, tanto che si è riaperto lo scontro con Commissione europea. In ogni caso scade oggi, lunedì 13 febbraio alle 15, il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto Milleproroghe, al vaglio del Senato. Domani, martedì 14 alle 16.30 il provvedimento, che è all’esame in prima lettura, è atteso in aula per l’avvio della discussione. Per l’ok definitivo dovrà passare alla Camera e va convertito in legge entro il 27 febbraio.

Nel decreto milleproroghe il rinvio di un anno per le gare delle concessioni balneari


Il rinvio del Governo

Ma torniamo indietro un attimo per capre cosa è successo: Fratelli d’Italia, con un combinato disposto di tre emendamenti al decreto Milleproroghe - dei relatori Alberto Balboni (FdI) e Dario Damiani (FI), di Forza Italia (prima firmataria Ronzulli) e della Lega (Marti), ha approvato un’ulteriore proroga delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, data che può slittare fino al 31 dicembre 2025 per i Comuni alle prese con un contenzioso in essere o con «difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa». L'apertura al mercato slitta, dunque, dal 2024 al 2025 e ci saranno cinque mesi di tempo in più (fino a luglio 2023) per portare a termine la complessa operazione di mappatura delle concessioni esistenti. Nel mentre i comuni non potranno istituire bandi di gara.


Non è stata invece toccata un’altra scadenza decisiva, quella della delega al Governo, da esercitare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge (quindi fine febbraio), per riordinare e semplificare con uno o più decreti legislativi volti la disciplina delle concessioni balneari.

 


Il malcontento di Bruxelles

Contenti, come dicevamo, i balneari, un po’ meno Bruxelles, poiché nel complesso, il pacchetto del “Milleproroghe” è un significativo indietreggiamento rispetto all'impianto della legge per la concorrenza, in contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato che aveva fissato improrogabilmente il termine ultimo al 31 dicembre 2023.


Così la Commissione europea aveva precisato che: «stiamo seguendo molto da vicino le recenti discussioni sulla riforma della legge sulla concorrenza e anche quale potrebbe essere l’impatto» per le «concessioni balneari». E pochi giorni da Bruxelles in un incontro tra il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto e il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, hanno fatto intendere di non transigere sulla messa a gara degli stabilimenti.


Santanchè: Una boccata d’aria per il settore, ma faremo ciò che è giusto

Sulla questione è intervenuta anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè «Adesso hanno questa proroga, il ministro Fitto andrà in Europa e vedremo quello che possiamo fare, però, tutti hanno la certezza che stiamo con loro, con le 30mila aziende balneari che spesso sono famiglie». Per la ministra la proroga è «un attimo di respiro» al settore e alle richieste di Bruxelles di procedure trasparenti, imparziali e aperte aggiunge: «Faremo la cosa giusta e in maniera strutturale perché non è più possibile andare avanti a forza di proroghe, non si dà stabilità al sistema, non ci sono investimenti e si mettono tutti in una situazione di precarietà» conclude il ministro Santanchè.

Daniela Santanchè

 

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