Diciotto arresti e beni sequestrati per un valore di un milione di euro. È questo il bilancio di un blitz della Guardia di Finanza che, insieme alla Polizia locale di Roma Capitale, ha sgominato un’associazione a delinquere dedica a racket, estorsione e corruzione nell’ambito del commercio ambulante nella capitale. Otto persone sono finite in carcere e altre 10 ai domiciliari: tra le persone coinvolte ci sono anche pubblici ufficiali, imprenditori e sindacalisti, alcuni appartenenti a una nota famiglia di ambulanti romani.
Prezzi gonfiati nei mercati romani per frutta, verdura e bevande
I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di associazione per delinquere, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione del segreto d’ufficio, estorsione, abusiva attività finanziaria, usura e autoriciclaggio.
L’indagine della Guardia di finanza e della polizia locale di Roma denominata “Monsone” ha consentito di ricostruire “un collaudato sistema corruttivo ed estorsivo posto in essere da un sodalizio criminale di 13 persone”: due pubblici ufficiali (l’allora responsabile degli Uffici “Disciplina” e “Rotazioni” del Dipartimento Attività Produttive del Comune di Roma e un suo diretto collaboratore), quattro esponenti di un’associazione sindacale di categoria ed un gruppo di sette imprenditori/commercianti (tre dei quali di nazionalità bangladese, siriana e israeliana).
L’organizzazione – secondo gli investigatori – ha “gestito, a scopo di illecito arricchimento, le autorizzazioni amministrative per l’esercizio di attività commerciali su aree pubbliche e le numerose postazioni presenti nella capitale nel settore del commercio ambulante, avvalendosi (qualora necessario) di condotte intimidatorie, minacce e violenze per ottenere indebite somme di denaro”.
Un ambiente, quello delle
bancarelle, dove oltre alle pratiche illegali contestate dalla Guardia di Finanza, regna anche il diffuso malcostume del rincaro dei prezzi di alcuni generi alimentari, dalla frutta alle bibite, dalle caldarroste ai gelati: nei chioschi situati nei principali itinerari delle città d’arte e nelle più rinomate località turistiche - è la denuncia di Coldiretti - la frutta di stagione viene venduta a prezzi da gioielleria, con valori fino a 20 volte superiori a quelli pagati agli agricoltori.
Un inganno che può riguardare ad esempio anche la qualità, con l’offerta durante tutto l’anno di caldarroste congelate senza alcun rispetto della stagionalità. Ma
il business si estende dalla frutta alle bibite, dai gelati fino ai fiori che vede spesso al lavoro cittadini asiatici, che in realtà operano “in nome e per conto” dei veri proprietari delle licenze.
Secondo il
Rapporto Agromafie di Coldiretti, Eurispes e Osservatorio Agromafie nella Capitale esiste un sistema di potere che accumula utili in poche mani e, inoltre, determina prezzi pazzeschi, quali i 3 oppure 4 euro per una bottiglietta d’acqua anelata da turisti accaldati alla ricerca di refrigerio. Una situazione che pesa in misura rilevante sull’immagine della Capitale in un momento in cui è importante intervenire per rilanciare il turismo in difficoltà per l’emergenza covid.
La dia in azione nei campi controllati dalla mafia
Il ruolo delle
mafie nel comparto agroalimentare è purtroppo sempre di attualità: i
n Italia il giro d’affari illecito all’interno del settore vale circa 25 miliardi di euro e minaccia di crescere ulteriormente, mettendo le mani su un tessuto economico indebolito dalla crisi determinata dall’emergenza coronavirus. Fatti illeciti che non riguardano soltanto le bancarelle, ma che coinvolgono anche migliaia di attività legate alla ristorazione, non solo nella capitale, ma un po’ in tutta Italia.
L’ultima a segnalarlo, in ordine di tempo, è la Direzione investigativa antimafia nella sua relazione semestrale, consegnata nei giorni scorsi al Parlamento. Le aziende sono più deboli in questa fase post lockdown e sensibilmente più deboli e ricattabili di quanto non lo fossero in passato. Da qui la necessità di ulteriori strette sui comportamenti illeciti delle organizzazioni per delinquere, da parte delle forze dell’ordine, ma anche di nuove norme che diano una mano agli esercizi pubblici e ai commercianti (anche ambulanti) a risollevarsi economicamente dalla situazione drammatica che stanno attraversando in questi mesi.