Otto perquisizioni a carico di altrettanti cittadini italiani appartenenti a movimenti no-vax sono state eseguite dalla Polizia in diverse città. Nel mirino delle forze dell'ordinine, i partecipanti a un gruppo Telegram (app di messaggistica istantanea) che avevano ipotizzato di compiere azioni violente nel corso delle varie manifestazioni indette per protestare contro i provvedimenti del Governo in tema di sicurezza sanitaria.
Il blitz contro il gruppo no-vax ha portato alla perquisizioni di 8 cittadini italiani
Da Telegram ai preparativi per le azioni violente: stroncata la chat dei "guerrieri"
Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte da Digos e Polizia Postale impegnate nelle perquisizioni in diverse abitazioni a Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia. Oltre alle residenze, sono stati controllati anche pc, cellulari, tablet e account social. Obiettivo, trovare traccia dei preparativi per azioni violente di cui i membri delle chat Telegram - che si definivano i "guerrieri" - parlavano in vista di un imminente raduno no-vax a Roma. Secondo quanto ricostruito dagli scambi di messaggi, il gruppo aveva l'intenzione di costruire rudimentali ordigni fai da te e di approvigionarsi di coltelli con cui presentarsi alla manifestazione. Del gruppo facevano parte 5 donne e 3 uomini.
Indaga il pool antiterrorismo di Milano
Preparativi che hanno attirato l'attenzione delle forze dell'ordine e del pool antiterrorismo di Milano guidato da Alberto Nobili e dal pm Piero Basilone che parlano di azioni violente «tese a mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale», scrivono i due nei decreti di perquisizione. Per gli inquirenti, il blitz del 9 settembre rientra in una «importante attività preventiva contro dei disordini» che erano stati programmati. Da un lato, c'è il riscontro che questi gruppi stanno "alzando il tiro" e dall'altro si dimostra che le istituzioni e le forze dell'ordine sono presenti nel contrastarli.