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Ai mini cenoni c'è poco da brindare: a rischio oltre 1 miliardo per il vino

La cifra spesa nelle festività del 2019 dagli italiani solo per vini e spumanti si prospetta irraggiungibile. Colpa delle restrizioni anti-Covid destinate a limitare i ritrovi familiari intorno alla tavola. A pesare anche stop a mercatini e sagre in cui si acquistano regali enogastronomici. E ci sarà un calo di attività per quattro cantine su 10.

 
11 novembre 2020 | 13:05

Ai mini cenoni c'è poco da brindare: a rischio oltre 1 miliardo per il vino

La cifra spesa nelle festività del 2019 dagli italiani solo per vini e spumanti si prospetta irraggiungibile. Colpa delle restrizioni anti-Covid destinate a limitare i ritrovi familiari intorno alla tavola. A pesare anche stop a mercatini e sagre in cui si acquistano regali enogastronomici. E ci sarà un calo di attività per quattro cantine su 10.

11 novembre 2020 | 13:05
 

«Ci sarà un provvedimento che riguarderà il Natale», ha annunciato la sottosegretaria del ministero della Salute, Sandra Zampa. Con l’obiettivo di mantenere l’equilibrio tra situazioni di solitudine o affollamenti a rischio contagio. Che, in pratica, è salvare il salvabile, cioè riunirsi nel nucleo ristretto: parenti di primo grado, fratelli e sorelle. Sempre che le misure di questi giorni diano i loro frutti e che la situazione non peggiori.

E se da un lato, tra tante brutte notizie, questa può essere considerata per molti “buona”, non possiamo tralasciare il risvolto economico delle festività “ristrette”: la perdita di fatturato dei vini e spumanti.

Calcoli alla mano, il Natale e il Capodanno 2019 sono costati 1,2 miliardi di euro, spesi dagli italiani, in casa e fuori, solo per imbandire con vini e spumanti le tradizionali tavolate delle feste (proiezione di Coldiretti divulgata nell’ambito dell’incontro “Covid, la sfida del vino Made in Italy”). Ora con l’addio, certo, a cenoni e pranzi da 9 persone in media (indagine Coldiretti/Ixè su dati 2019), eguagliare questa cifra diventa impossibile, dando un ennesimo colpo al vino italiano.

Nel 2019 cene e cenoni erano in media da 9 persone - Con i pranzi e i cenoni ristretti  1,2 miliardi di euro di vino in acqua

Nel 2019 cene e cenoni erano in media da 9 persone

Nel 2019 stappati 74 milioni di spumanti
Le feste di fine anno fanno, infatti, registrare tradizionalmente il massimo di domanda di spumanti e vino italiani ma a pesare nel 2020 oltre al lockdown per ristoranti e locali pubblici sono soprattutto il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni ma anche i limiti posti agli spostamenti, dal coprifuoco e l’invito a non ricevere in casa persone non conviventi. Il risultato è un taglio netto dei consumi rispetto ai circa 74 milioni di tappi di spumante stappati solo in Italia per le feste di fine anno nel 2019, secondo la Coldiretti.

Con lo stop a mercatini e sagre giù gli acquisti enogastronomici
A tutto ciò si aggiunge un altro dato importante. Lo stop agli eventi tradizionali di fine anno, come sagre, feste paesane e mercatini natalizi, incidono pesantemente sull’acquisto di regali enogastronomici, come vino, liquori e spumanti.

Senza dimenticare l’impatto negativo della mancanza di turisti italiani e stranieri con molti Paesi, a partire dalla Germania, che hanno già messo l’Italia nella black list delle zone più pericolose. Un danno pesantissimo considerato che quasi 1/3 della spesa turistica nel Belpaese è destinata proprio all’enogastronomia.

Crollo delle attività per quattro cantine italiane su 10
Un colpo di grazia, dunque, ai consumi di vino degli italiani e al futuro del vino made in Italy. A oggi, quasi 4 cantine italiane su 10 (39%) registrano un deciso calo dell’attività, con un pericoloso l’allarme liquidità che mette a rischio opportunità di occupazione per 1,3 milioni di persone, dalla vigna al bicchiere (indagine Coldiretti/Ixè sugli effetti dell’emergenza Covid).

Nel 2020 il vino italiano di qualità perde oltre il 40% delle vendite su questo canale di consumo - Con i pranzi e i cenoni ristretti  1,2 miliardi di euro di vino in acqua
Nel 2020 il vino italiano di qualità perde oltre il 40% delle vendite su questo canale di consumo

Più colpiti i vini di alta gamma
Ad essere danneggiata è soprattutto la vendita di vini di alta qualità che trova un mercato privilegiato di sbocco in bar, alberghi e ristoranti.

Nel 2020 il vino italiano di qualità perde oltre il 40% delle vendite su questo canale di consumo. Un colpo pesante che si aggiunge a quello derivante da blocchi o limitazioni di altre attività che sono direttamente o indirettamente connesse al consumo di vino, come feste, matrimoni, convegni, congressi, fiere e spettacoli.

Coldiretti: Servono massicci investimenti per l'export
«A livello nazionale la Coldiretti è impegnata nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti ma serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con il vino che rappresenta un elemento di traino dell’intero Made in Italy sui mercati mondiali» ha commentato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che «serve un piano strategico per l’internazionalizzazione necessaria per sostenere la ripresa come abbiamo avuto la possibilità di illustrare al Capo dello Stato Sergio Mattarella nell’incontro che ci ha concesso».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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