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È stato un Vinitaly internazionale: mai così tanti stranieri

A Verona Fiere sono passati 88mila visitatori, 25mila dei quali da 139 Paesi esteri. Un record al netto della pandemia e dei mancati arrivi da Cina, Giappone e Russia. La soddisfazione del sottosegretario Centinaio

 
13 aprile 2022 | 18:12

È stato un Vinitaly internazionale: mai così tanti stranieri

A Verona Fiere sono passati 88mila visitatori, 25mila dei quali da 139 Paesi esteri. Un record al netto della pandemia e dei mancati arrivi da Cina, Giappone e Russia. La soddisfazione del sottosegretario Centinaio

13 aprile 2022 | 18:12
 

Cala il sipario sulla 54ª edizione di Vinitaly, che segna il solco più profondo degli ultimi anni di una manifestazione sempre più orientata al business, con i wine lover nella città medievale di Verona, palcoscenico naturale di Vinitaly and the city. Vinitaly 2022 registra il record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: i 25.000 operatori stranieri (da 139 Paesi) rappresentano infatti il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera (88.000). E ciò al netto della fortissima contrazione, legata alle limitazioni pandemiche agli spostamenti internazionali, degli arrivi da Cina e Giappone, oltre ovviamente ai buyer russi. Un risultato positivamente sottolineato dal sottosegretario alle Poliriche agricole, Gianmarco Centinaio.

Veduta aerea del Vinitaly2022 (Ennevi foto) È stato un Vinitaly internazionale: mai così tanti stranieri

Veduta aerea del Vinitaly2022 (Ennevi foto)

Il Vinitaly 2022 è piaciuto agli stranieri

Il Vinitaly 2022 è stato capace di registrare un record storico di presenze di visitatori stranieri. Ben 25.000, provenienti da 139 Paesi. E questo al netto delle limitazioni agli spostamenti legate all’emergenza pandemica, e ai mancati arrivi di buyers da Cina, Giappone e Russia. Un contingente che pesa complessivamente per circa 5.000 mancati arrivi, ma che non ha impedito la rimodulazione dell’assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave nazionale ha anche ribilanciato le presenze del Centro-Sud - in rialzo - con quelle del Nord.

Stati Uniti e Germania in testa nelle presenze

Sul fronte delle presenze estere, nel testa a testa tra Stati Uniti e Germania la spuntano i primi che confermano la leadership nella classifica delle nazioni presenti. Terzo rimane il Regno Unito, mentre il Canada subentra alla Cina nella quarta posizione, davanti alla Francia. Seguono Svizzera, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Danimarca. Bene, nel complesso, le presenze dal continente europeo, che hanno rappresentato oltre due terzi del totale degli esteri. Ottime anche le performance di Francia, Svizzera, Belgio e Olanda che vedono aumentare il numero degli operatori rispetto alle passate edizioni. Si consolidano inoltre le presenze dei Paesi del Nord e dell’Est, con in evidenza Finlandia, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovenia e Romania. In ambito extraeuropeo, tengono Paesi come Singapore, Corea del Sud, Vietnam; in crescita l’India. Infine, anche se con valori assoluti contenuti, si dimezzano le presenze dall’Oceania mentre più che raddoppiano quelle dall’Africa.

 

 

Gli organizzatori brindano al successo: «Merito delle imprese che si stanno internazionalizzando»

Per il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese i dati legati all’aumento degli stranieri hanno un significato preciso. «Il ruolo delle fiere italiane è sempre più legato all’aumento numerico delle imprese che si avviano all’internazionalizzazione, in particolare delle Pmi – ha detto - Vinitaly, in questa edizione più che mai, si è concentrato molto su questo aspetto con un risultato molto positivo in favore di un settore morfologicamente caratterizzato da piccole realtà. Guardiamo ora al 2023 con un evento ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo 3 anni».

Da sinistra Maurizio Danese e Giovanni Mantovani (Ennevi foto)  È stato un Vinitaly internazionale: mai così tanti stranieri

Da sinistra Maurizio Danese e Giovanni Mantovani (Ennevi foto)

Alle sue parole sono seguite quelle del direttore generale di Veronafiere  Giovanni Mantovani: «Si è chiuso il Vinitaly che volevamo, e non era nulla scontato. Abbiamo dato un primo riscontro dopo una lunga attività di ascolto e condivisione con le aziende del settore, e dato vita a un piano che troverà, progressivamente, pieno regime entro il prossimo biennio. Segnare il record di incidenza di buyer esteri in un anno così difficile sul piano congiunturale e geopolitico è tutt’altro che banale ed evidenzia tutta la determinazione di Veronafiere nel perseguire i propri obiettivi».

 

Centinaio: gli stranieri base del successo

«Vinitaly 2022 si chiude senz'altro con un bilancio positivo. Il settore ha confermato la ripresa, e nonostante le difficoltà dello scenario internazionale, quest'edizione - tornata finalmente in presenza - è stata caratterizzata dall'ottimismo degli operatori. Significativo il record di 25 mila buyer esteri presenti fra gli stand, a conferma che seppure sono diminuiti i visitatori sono cresciuti gli acquirenti professionali, anche stranieri. Un dato che testimonia il grande interesse verso il Made in Italy. Bisogna sostenere il settore. Adesso puntiamo anche a rafforzare il mercato interno». Così il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio.

Gianmarco Centinaio È stato un Vinitaly internazionale: mai così tanti stranieri

Gianmarco Centinaio


«In questi giorni ricchi di appuntamenti e incontri - continua il sottosegretario con delega al settore vitivinicolo - abbiamo ribadito che per noi il vino è identità, fa parte del nostro stile di vita e in Italia viene consumato in modo responsabile, anche dai giovani, a differenza dei loro coetanei di tanti altri paesi. Il successo della 54esima edizione di Vinitaly è la nostra risposta a quanti hanno provato o proveranno a mettere etichette o bollini su uno dei nostri migliori ambasciatori nel mondo e su un prodotto che caratterizza i nostri territori». «Il vino è parte della Dieta mediterranea patrimonio Unesco, e nelle giuste dosi non fa male alla salute, al contrario. A Verona è stata protagonista anche la sostenibilità, per la quale l'Italia è all'avanguardia e che vogliamo non sia solo ambientale ma anche economica e sociale», ha concluso Centinaio.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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