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Spesometro, Astoi richiede la deroga La demagogia apre la strada all'evasione

Dopo che la deroga concessa agli operatori del turismo riguardo il cosiddetto “spesometro” non è stata rinnovata per il 2015, Astoi ne richiede la proroga oltre a un innalzamento della soglia a 3.660 euro

 
29 marzo 2016 | 16:52

Spesometro, Astoi richiede la deroga La demagogia apre la strada all'evasione

Dopo che la deroga concessa agli operatori del turismo riguardo il cosiddetto “spesometro” non è stata rinnovata per il 2015, Astoi ne richiede la proroga oltre a un innalzamento della soglia a 3.660 euro

29 marzo 2016 | 16:52
 

Astoi Confindustria Viaggi, a beneficio di tutto il comparto, ha chiesto la proroga e la stabilizzazione del regime in deroga concesso agli operatori del turismo in materia di “Spesometro”, termine con cui si intende quello strumento contro l’evasione fiscale, in cui confluiscono non solo le vendite di beni o le cessioni di servizi oltre 3.600 euro effettuati nei confronti di privati cittadini, ma anche le operazioni fatturate tra imprese o tra imprese e professionisti o ancora tra professionisti e professionisti, ossia i titolari di partita Iva.



Come noto, con il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che risale al 31 marzo 2015, era stato previsto che “per motivi di semplificazione”, con riguardo alle prestazioni relative al 2014, gli operatori turistici potessero limitarsi a comunicare le sole operazioni attive certificate, con fattura di importo unitario pari o superiore a 3.600 euro (lo stesso regime derogatorio era stato concesso dall'Agenzia delle Entrate per gli anni 2012, 2013 e 2014).

Con il mancato rinnovo della deroga, ad oggi, tour operator e agenzie di viaggi sarebbero formalmente soggetti all'obbligo comunicativo previsto in via ordinaria per lo “Spesometro”, ovvero comunicare tutte le operazioni, anche quelle di importo inferiore. A fronte della situazione che si verrebbe a creare con la cessazione di tale regime derogatorio, attraverso il proprio ufficio fiscale, Astoi ha richiesto, in tempo utile, all’Agenzia delle Entrate non solo una conferma della deroga in materia, ma anche un innalzamento della soglia a 3.660 euro, sia riguardo alle prestazioni relative al 2015 che per quelle future, quindi con carattere di stabilità.

«È nostra opinione - dichiara il presidente di Astoi - Confindustria Viaggi, Luca Battifora - che la deroga in oggetto debba essere prorogata sine die. Ciò perché circostanze fondanti la decisione di riconoscere un periodo transitorio in deroga permangono tutt’ora, in quanto sono di ordine sistematico ed operativo e, dunque, hanno natura strutturale e permanente. Va da sé che il mantenimento della deroga, pienamente giustificabile in punto di diritto, eviterebbe al settore turistico di scontrarsi con problemi e complicazioni d’ordine burocratico spesso insormontabili. Restiamo quindi in attesa di un pronunciamento in merito, sperando che la logica e il buon senso diano luogo ad una risposta positiva alle nostre richieste. Ciò implicherebbe un’innegabile semplificazione che andrà a beneficio sia dei tour operator che delle agenzie di viaggio».

Sta di fatto che il provvedimento di cui si chiede una proroga non sia altro che una norma “demagogica” che negli anni ha spinto molti clienti ad acquistare viaggi di un certo valore all’estero, con perdite di lavoro per le nostre agenzie di viaggio e i nostri tour operator. L’innalzamento a 3.660 euro della soglia prevista - dovuto semplicemente all’aumento dell’iva - è un importo ridicolo, che oltretutto in molti casi viene aggirato suddividendo gli importi delle fatture fra i vari partecipanti del viaggio. Di certo questo non è il modo migliore di contrastare l’evasione fiscale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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