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Bergamo, tassa di soggiorno da Airbnb versata direttamente al Comune

 
18 aprile 2018 | 10:40

Bergamo, tassa di soggiorno da Airbnb versata direttamente al Comune

18 aprile 2018 | 10:40
 

Bergamo riscuoterà direttamente da Airbnb la tassa di soggiorno da giugno. Una novità che porterà 300mila euro in più nelle casse comunali che già incassano 1,3 milioni di euro dal comparto alberghiero ed extralberghiero. Bergamo non è la prima città a godere di questo accordo, già Genova e Milano lo avevano sottoscritto.

A bilancio - alla voce tassa di soggiorno - Palafrizzoni per quest’anno ha previsto un’entrata di 1,3 milioni di euro da. Cifra che a questo punto potrebbe aumentare di almeno 300 mila euro, l’evasione stimata finora per il settore degli affittacamere non professionali registrati su Airbnb, settore in crescita del 36% nell’ultimo anno, con le strutture passate da 514 nel 2017 a 780 nel 2018.

(Patto tra Bergamo e Airbnb Tassa di soggiorno al Comune)

Il regolamento prevede che sarà la piattaforma a riscuotere automaticamente l’imposta al momento della prenotazione e a versarla poi con cadenza trimestrale alle casse comunali. Tassa che - con la novità approvata il 26 marzo scorso in Consiglio comunale - è quantificata nella misura del 5% sul costo del pernottamento (al netto di Iva e di eventuali servizi aggiuntivi) con il limite massimo di 4 euro a persona per pernottamento. «Bergamo - ha ricordato il sindaco Giorgio Gori a L’Eco di Bergamo - sta avendo una crescita turistica significativa, con l’aumento del 40% dei turisti negli ultimi tre anni Una crescita che va di pari passo col cambiamento dei modi della ricettività e dell’accoglienza».

I numeri Airbnb parlano chiaro: attualmente, sono circa 780 gli annunci sul sito legati a Bergamo (+36% rispetto al 2017); 31.300 gli ospiti che nel 2017 hanno soggiornato in città (+52% rispetto all’anno precedente) scegliendo questa sistemazione, per una durata media del soggiorno di 2,5 notti. Nell’ultimo anno, l’utente tipico bergamasco ha condiviso la propria casa per 34 notti, per un ricavo di circa 3.400 euro, forma di integrazione al reddito. Una crescita dell’«accoglienza diffusa» che non è andata a discapito della residenza, ci tiene a sottolineare Gori:
 
«Anzi, in alcune zone di pregio, come Città Alta, la popolazione è aumentata; questo sistema, inoltre, ha permesso di recuperare appartamenti fermi e vuoti, mettendoli a reddito». Ora l’obiettivo è che tutto sia trasparente e rendicontato. «Con questo accordo - fa notare il sindaco - recupereremo l’elusione, con la garanzia che chi affitta queste strutture paghi il piccolo “obolo” che va a beneficio della comunità, perché serve a finanziare iniziative culturali, turistiche e di promozione-comunicazione». Sarebbe opportuno - ha poi concluso Gori - che questo accordo venisse esteso anche fuori dal capoluogo, in quei paesi che operano con Airbnb».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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