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Fiere rinviate, il Governo intervenga Fondi mirati per evitare il collasso

Il rinvio degli eventi in tutta Italia rischia di creare danni ingenti all’intero sistema enogastronomico e turistico italiano. Gli investimenti fatti rischiano di andare a vuoto o dover essere rivisti. Tra rimborsi, contratti e accordi serve che l’esecutivo metta mano al portafogli (anche in fretta).

di Federico Biffignandi
06 marzo 2020 | 12:07
Fiere rinviate, il Governo intervenga 
Fondi mirati per evitare il collasso
Fiere rinviate, il Governo intervenga 
Fondi mirati per evitare il collasso

Fiere rinviate, il Governo intervenga Fondi mirati per evitare il collasso

Il rinvio degli eventi in tutta Italia rischia di creare danni ingenti all’intero sistema enogastronomico e turistico italiano. Gli investimenti fatti rischiano di andare a vuoto o dover essere rivisti. Tra rimborsi, contratti e accordi serve che l’esecutivo metta mano al portafogli (anche in fretta).

di Federico Biffignandi
06 marzo 2020 | 12:07
 

«Vinitaly non è una festa, non è un ritrovo tra amici, è una cosa seria». Le parole sono di Riccardo Cotarella che a Italia a Tavola aveva commentato nei giorni scorsi così il rinvio a giugno della manifestazione a causa del coronavirus con lucidità e serietà. Il fatto che non sia una festa - soprattutto per gli addetti ai lavori - impone riflessioni approfondite perché di mezzo non c’è solo un evento di ritrovo, ma anche molto denaro che ognuno a modo suo ha investito: la fiera per organizzare, gli espositori per gli stand, i buyer per raggiungere Verona dall’estero, alberghi e ristoranti per ospitare i partecipanti. Abbiamo preso Vinitaly come esempio perché è per distacco, almeno per quanto riguarda l’Italia, l’evento enogastronomico principale del calendario, ma il discorso può essere esteso ad ognuna delle altre fiere che sono state organizzate (clicca qui per conoscere le nuove date).

Federico Sboarina (sindaco di Verona), Maurizio Danese (presidente di Veronafiere) e Luigi Di Maio - Fiere rinviate, il Governo intervenga Fondi mirati per evitare il collasso

Federico Sboarina (sindaco di Verona), Maurizio Danese (presidente di Veronafiere) e Luigi Di Maio all'ultima edizione di Vinitaly

Molti, molti soldi e quando di mezzo c’è il dio denaro (anche giustamente, va detto) la questione si fa seria. Potrebbe già essere un grosso problema per le aziende saltare l’edizione del Vinitaly di turno, figuriamoci se dovesse saltare dopo che sono stati investiti fondi e si è strutturato un anno intero di bilanci attorno ad uno o più eventi. Anche perché organizzare e partecipare una fiera non significa soltanto sottoscrivere un contratto espositore-organizzatore e sborsare soldi per installare lo stand, ma il circo messo in atto è molto più ampio e coinvolge ristoratori, albergatori, per non parlare delle pubblicità, della comunicazione, un intero territorio insomma.

E allora il rischio è che qualcuno resti con il cerino in mano. Chi può aiutare il sistema intero a non collassare - perché si sta giocando una partita davvero importante dove si rischia un pesante ko - o a limitare i danni non può che essere il Governo stanziando fondi per sostenere chi rischia di rimetterci di più. Nei giorni scorsi avevamo richiamato l’esecutivo a mettere mano al portafogli in maniera più massiccia e tempestiva per aiutare il motore Italia ad accelerare per far fronte alla bufera che sta soffiando contraria sulla Penisola. Qualcosa è stato fatto perché a poche ore di distanza dal “richiamo”, l’esecutivo aveva annunciato il raddoppio dei fondi stanziati: da 3,6 miliardi a 7,5.

Ma ancora non basta perché bisogna capire dove vanno a finire quei miliardi. A richiamare l’attenzione sul tema delle fiere rinviate o annullate è stato il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, ex ministro delle Politiche agricole e del turismo: «Le misure che il Governo intende adottare per rianimare il settore turistico italiano devono rispondere ad una logica di sostegno del comparto e non di un ulteriore aggravamento delle difficoltà dello stesso. Il ministro Di Maio, invece, crea figli e figliastri: attraverso l’Ice, annuncia sostegno e rimborsi dei costi che le nostre imprese hanno dovuto sostenere per confermare la loro presenza nelle varie fiere programmate all'estero e poi annullate, ma nulla prevede per il sistema fieristico italiano fortemente radicato proprio nelle regioni maggiormente colpite dalla diffusione del virus. Di Maio quindi ci faccia capire: se un'azienda vuole partecipare al Vinitaly o al Salone del Mobile deve provvedere da sé mentre se intende partecipare ad una fiera concorrente all'estero c'è lo Stato pronto a pagare?».

In particolare sono state previste le seguenti azioni di sostegno: verranno annullate le quote di partecipazione già fatturate dall'Agenzia Ice alle aziende, per la partecipazione alle iniziative promozionali (fiere estere, seminari, mostre autonome, workshop ecc.) con svolgimento a partire dal 1  febbraio 2020, in qualsiasi parte del mondo; verranno rimborsate le spese già sostenute per la partecipazione alle iniziative sopra descritte per un tetto massimo pari a 6mila ad azienda per quelle dei settori agroalimentare e beni di consumo, e a 10mila ad azienda per quelle del comparto beni strumentali; sarà offerto gratuitamente un modulo espositivo allestito in tutte le manifestazioni organizzate dall'Agenzia Ice (fiere, mostre autonome, ecc.) che si svolgeranno nel periodo marzo 2020 - marzo 2021, in qualsiasi parte del mondo.

Domanda che facciamo nostra e rivolgiamo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio riservandoci però di ampliarla anche agli altri protagonisti a Palazzo Chigi, soprattutto quelli impegnati per tutelare e valorizzare il settore turistico ed enogastronomico. Di Maio ha agito per una fetta, quella estera, che lo riguarda più da vicino ma qualcuno dei suoi “colleghi” deve seguirlo a ruota. Anche in fretta perché di mezzo c’è il futuro del turismo e dell’enogastronomia italiana (e quindi di una percentuale di cassa del Sistema Italia non indifferente). Ogni giorno che passa è un macigno in più che cade sui bilanci delle aziende e sarebbe gravissimo non porvi rimedio, proprio adesso che stavamo comprendendo il potenziale che abbiamo tra le mani. Ripartire, non sarebbe affatto cosa semplice.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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