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In 1.500 al rave party sull'Adda senza mascherine né distanze

Indignazione per un raduno non autorizzato sulle rive del fiume in provincia di Cremona. L'allarme è scattato dopo che alcune immagini sono state fatte circolare sui social network.

 
17 agosto 2020 | 17:55

In 1.500 al rave party sull'Adda senza mascherine né distanze

Indignazione per un raduno non autorizzato sulle rive del fiume in provincia di Cremona. L'allarme è scattato dopo che alcune immagini sono state fatte circolare sui social network.

17 agosto 2020 | 17:55
 

Mentre il Governo si decide a chiudere le discoteche, in Lombardia, in riva al fiume Adda, 1.500 giovani provenienti da tutta Italia e, pare, persino dall’estero, si sono dati appuntamento per un rave party non autorizzato di tre giorni a cavallo del Ferragosto. A farla da padrone, come in tutte le feste di questo tipo, sono stati la musica ad alto volume, l’alcol e la droga.

Un rave party tra gli alberi - In 1.500 al rave party sull'Adda senza mascherine né distanze

Un rave party tra gli alberi

Insomma, nulla di nuovo rispetto ai rave di cui da sempre si ha notizia (molto spesso soltanto dopo la loro conclusione) nel nostro Paese. Solo che questa volta a far discutere è il fatto che centinaia di persone sono rimaste stipate per ore e ore in un luogo isolato alla periferia di Spino d’Adda, in provincia di Cremona, senza mascherina e senza rispettare il distanziamento. Francamente, conoscendo le peculiarità dei rave party, sarebbe stato sorprendente il contrario. Il tam tam dell’indignazione è partito dopo che sui social sono apparse alcune immagini della festa, che hanno fatto scattare l’allarme, insieme alle segnalazioni di alcuni residenti della zona.  



Sul posto sono giunte le forze dell'ordine, che hanno presidiato l'area senza però poter intervenire. Il raduno ha sollevato moltissime proteste, tra cui quella dell'assessore lombardo alla Sicurezza, Riccardo De Corato, che ha dichiarato: «Da una parte - sottolinea l'assessore - la recente ordinanza del governo con la quale vengono chiuse le discoteche per evitare assembramenti che favorirebbero la diffusione del Coronavirus, dall’altra un rave party con 1.500 partecipanti provenienti da tutta Europa che continua indisturbato da oltre tre giorni nel cremonese».

Riccardo De Corato - In 1.500 al rave party sull'Adda senza mascherine né distanze
Riccardo De Corato

«Quanto sta accadendo in queste ore è gravissimo - rimarca De Corato - Un serio pericolo per la salute dei partecipanti e per quella pubblica. Secondo quanto riportato dai residenti e dalla stampa locale, la Prefettura non ha sgomberato l’area lasciando che gli “irriducibili della musica” potessero continuare con lo sballo nel weekend di Ferragosto, fino ad oggi. Le forze dell’ordine sono state messe a presidio dell’area, non in condizioni di poter intervenire. Oltre a ciò, si sono registrati diversi interventi di ambulanze per numerosi partecipanti che si sono sentiti male».

Episodi come questo non fanno altro che avallare le parole dei gestori delle discoteche, i quali da tempo ripetono che la chiusura di luoghi “controllati”, come appunto i locali da ballo, non fa che accrescere il rischio di proliferazione di feste abusive totalmente fuori controllo (come i rave party), molto più pericolose delle serate in discoteca.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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