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Prosecco rosé Doc, niente crisi E nel futuro si punta sull'export

La nuova proposta di sparkling rosé sta piacendo tanto in Italia quanto all'estero. Lo conferma Flavio Geretto (Villa Sandi): in un periodo di grave crisi si è retto il colpo. L'obiettivo per il 2021 è quello di aprire nuovi mercati esteri e potenziare quelli già esistenti sfruttando un nuovo modo di comunicare e vendere, tutto a distanza.

di Vincenzo D’Antonio
 
22 dicembre 2020 | 08:30

Prosecco rosé Doc, niente crisi E nel futuro si punta sull'export

La nuova proposta di sparkling rosé sta piacendo tanto in Italia quanto all'estero. Lo conferma Flavio Geretto (Villa Sandi): in un periodo di grave crisi si è retto il colpo. L'obiettivo per il 2021 è quello di aprire nuovi mercati esteri e potenziare quelli già esistenti sfruttando un nuovo modo di comunicare e vendere, tutto a distanza.

di Vincenzo D’Antonio
22 dicembre 2020 | 08:30
 

Il racconto della nascita del Prosecco Rosè Doc e dei suoi primi passi sul mercato estero vive momento interessante ed al contempo piacevole, grazie alla conversazione avuta con Flavio Geretto, direttore export di Villa Sandi. La nascita di questa formula arriva dopo anni e anni di crescente successo delle bollicine e, con scostamento di qualche anno, successo crescente dei vini rosati. Le bollicine sdoganarono il preconcetto di essere i vini delle feste ed i rosati sdoganarono il preconcetto del vino debole che può piacere forse alle donne. Da qui l’idea di cavalcare in abbinata i due trend di successo e pensare ad una bollicina rosa. La risultante di due successi quasi certamente esita un terzo successo. Ecco nato lo sparkling rosé.

Il Prosecco rosato di Villa Sandi -

Il Prosecco rosato di Villa Sandi

L’Italia al momento produce 49 milioni di bottiglie sparkling rosé. Nel 2021 le bottiglie prodotte dovrebbero superare i 60 milioni, rispetto a una produzione mondiale, praticamente Francia e Spagna, che dovrebbe attestarsi su circa 160 milioni di bottiglie. Circa i consumi nel mondo, le previsioni al 2021 dicono 95% di bollicine bianche (3,1 miliardi di bottiglie) e 5% di bollicine rosa (150 milioni di bottiglie).

V: Nel porgerti la prima domanda, coltivo sogno interiore: cha la tua risposta non sia lamentevole. La domanda è: in situazione di preconsuntivo, Villa Sandi archivia il 2020 con risultati mediocri?
F: Non sarò lamentevole. E perché mai dovrei esserlo, d’altronde? Villa Sandi in anno corrente che volge al termine, è riuscita a mantenere stabili i volumi di vendita, nonostante la pandemia.

V: E come è stato possibile? La pandemia non ha costituito per voi una grave minaccia commerciale, una disfatta sul mercato?
F: Sì, certo che ha costituito e purtroppo ancora costituisce minaccia questa brutta pandemia, ma noi abbiamo saputo capovolgere la minaccia in opportunità. Siamo riusciti a conseguire gli stessi volumi del 2019 grazie alla continua ricerca di nuove opportunità, attivando nuove iniziative a sostegno dei nostri marchi.

V: Vi siete anche ulteriormente espansi all’estero?
F: Siamo adesso presenti su otto Paesi, nuovi per noi, tra cui Colombia e Venezuela in America e Corea del Sud in Asia. Siamo arrivati così ad un totale di 110 Paesi nel mondo in cui siamo presenti con i nostri marchi Villa Sandi, La Gioiosa, Casa Gheller, Borgo Conventi e Opere Trevigiane.

Stefano Gava e Flavio Geretto -
Stefano Gava e Flavio Geretto (fonte: The Drinks Business)

V: E come ciò è stato possibile, a fronte di impedimenti ai viaggi di lavoro da un Paese all’altro quando non all’interno della singola nazione?
F: E difatti l’export team non ha praticamente quasi viaggiato quest'anno. Ci siamo messi alla ricerca di nuovi modi di comunicare con i nostri partner e con i nostri clienti. Abbiamo dovuto inventare nuove relazioni off-trade e online. Insomma, quando la pandemia ha colpito, è diventato chiaro che una presenza dedicata sui social media nei nostri mercati principali sarebbe stata la chiave per avere un forte impatto sui nostri interlocutori in un momento in cui le opportunità di interazione diretta andavano rapidamente contraendosi.

V: Nell’ambito dell’online, agite sui social media?
F: Certamente. Quest’anno Villa Sandi ha lanciato due nuovi siti di social media, uno nel Regno Unito ed uno negli Stati Uniti; siamo presenti anche con un sito di WeChat in Cina. La pandemia ha catalizzato un processo comunque già in atto. Noi avevamo già implementato nel 2019 la nostra campagna di marketing digitale.

V: Ah, bene. E facendo cosa?
F: Il progetto è iniziato con i nostri due blog: Villa Sandi (villasandiblog.com) e La Gioiosa (lagioiosablog.com) rivolti a consumatori internazionali, che includono educational in inglese tenuti insieme con l'enologo di Villa Sandi, Stefano Gava. In un'epoca in cui non possiamo viaggiare e incontrare i nostri clienti di persona, le piattaforme digitali sono essenziali per qualsiasi attività commerciale che voglia avere successo.

V: Del Prosecco rosato cosa ci racconti?
F: Villa Sandi ha lanciato quest'anno un Prosecco rosato che a nostro avviso ha il potenziale per aumentare la percezione dell'immagine del territorio del Prosecco in tutto il mondo. Abbiamo prodotto un milione di bottiglie di Prosecco rosato Doc 2019, e lo stiamo vendendo in 20 mercati esteri, oltre che qui in Italia. Su alcuni mercati chiave, quali Cina, Germania, Regno Unito e Russia ci gioviamo dell’importante lavoro solertemente svolto dai nostri brand ambassador. E questi ruoli assumono ancora maggiore importanza quando non puoi viaggiare e ti rassicuri sapendo che hai persone ben skillate che possono adeguatamente rappresentare l'azienda.

V: Hai parlato, ed io condivido pienamente, dell’aumento della percezione dell’immagine del territorio del Prosecco. Ma non pensi, allora, che la presenza di tre consorzi di Prosecco sia eccessiva? Forse ne bastava uno solo.
F: Ti ho parlato di territorio, è vero, ma tu sai quanto questo territorio nella sua prodigiosa bellezza, si presenti sfaccettato in tre zone ciascheduna con sue peculiari caratteristiche. Quindi va bene che i consorzi siano tre ma deve andare altrettanto bene che pur esprimendo diversità, sappiano poi essi marciare uniti nelle occasioni propizie, soprattutto all’estero.

V: Hai saputo certamente della decisione degli organizzatori, di saltare anche l’edizione 2021 del ProWein e di schedulare direttamente l’edizione 2022. Cosa ne pensi?
F: Decisione tanto saggia quanto coraggiosa. Denota senso della realtà, rispetto verso i loro stakeholders e intimo convincimento di avere forza tale che un’assenza di due anni consecutivi può solo minimamente scalfire.

V: Tra poco più di trecento ore, arriva l’anno nuovo e si brinda. Cosa ci sarà nel tuo calice?
F: Prova tu ad indovinare. Piccolo aiutino: bollicine con il colore dell’ottimismo. Dobbiamo essere ottimisti ed aspettarci dal 2021 le cose buone che il 2020 non ci ha dato. Auguro il ritorno allo human touch perché, vuoi mettere quello human touch che si sublima con il tintinnare dei calici?

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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