Il racconto della nascita del Prosecco Rosè Doc e dei suoi primi passi sul mercato estero vive momento interessante ed al contempo piacevole, grazie alla conversazione avuta con Flavio Geretto, direttore export di Villa Sandi. La nascita di questa formula arriva dopo anni e anni di crescente successo delle bollicine e, con scostamento di qualche anno, successo crescente dei vini rosati. Le bollicine sdoganarono il preconcetto di essere i vini delle feste ed i rosati sdoganarono il preconcetto del vino debole che può piacere forse alle donne. Da qui l’idea di cavalcare in abbinata i due trend di successo e pensare ad una bollicina rosa. La risultante di due successi quasi certamente esita un terzo successo. Ecco nato lo sparkling rosé.
Il Prosecco rosato di Villa Sandi
L’Italia al momento produce
49 milioni di bottiglie sparkling rosé. Nel 2021 le bottiglie prodotte dovrebbero superare i 60 milioni, rispetto a una produzione mondiale, praticamente
Francia e
Spagna, che dovrebbe attestarsi su circa 160 milioni di bottiglie. Circa i consumi nel mondo, le previsioni al 2021 dicono 95% di bollicine bianche (3,1 miliardi di bottiglie) e 5% di bollicine rosa (150 milioni di bottiglie).
V: Nel porgerti la prima domanda, coltivo sogno interiore: cha la tua risposta non sia lamentevole. La domanda è: in situazione di preconsuntivo, Villa Sandi archivia il 2020 con
risultati mediocri?
F: Non sarò lamentevole. E perché mai dovrei esserlo, d’altronde? Villa Sandi in anno corrente che volge al termine, è riuscita a mantenere stabili i
volumi di vendita, nonostante la
pandemia.
V: E come è stato possibile? La pandemia non ha costituito per voi una grave minaccia commerciale, una disfatta sul
mercato?
F: Sì, certo che ha costituito e purtroppo ancora costituisce minaccia questa brutta pandemia, ma noi abbiamo saputo capovolgere la minaccia in
opportunità. Siamo riusciti a conseguire gli stessi volumi del 2019 grazie alla continua ricerca di nuove opportunità, attivando nuove iniziative a sostegno dei nostri
marchi.
V: Vi siete anche ulteriormente
espansi all’estero?
F: Siamo adesso presenti su otto Paesi, nuovi per noi, tra cui
Colombia e
Venezuela in America e Corea del Sud in Asia. Siamo arrivati così ad un totale di 110 Paesi nel mondo in cui siamo presenti con i nostri marchi Villa Sandi, La Gioiosa, Casa Gheller, Borgo Conventi e Opere Trevigiane.
Stefano Gava e Flavio Geretto (fonte: The Drinks Business)
V: E come ciò è stato possibile, a fronte di impedimenti ai
viaggi di lavoro da un Paese all’altro quando non all’interno della singola nazione?
F: E difatti l’
export team non ha praticamente quasi viaggiato quest'anno. Ci siamo messi alla ricerca di nuovi modi di
comunicare con i nostri
partner e con i nostri
clienti. Abbiamo dovuto inventare nuove relazioni off-trade e online. Insomma, quando la pandemia ha colpito, è diventato chiaro che una presenza dedicata sui
social media nei nostri mercati principali sarebbe stata la chiave per avere un forte impatto sui nostri interlocutori in un momento in cui le opportunità di interazione diretta andavano rapidamente contraendosi.
V: Nell’ambito dell’
online, agite sui social media?
F: Certamente. Quest’anno Villa Sandi ha lanciato due nuovi siti di social media, uno nel
Regno Unito ed uno negli
Stati Uniti; siamo presenti anche con un sito di WeChat in
Cina. La pandemia ha catalizzato un processo comunque già in atto. Noi avevamo già implementato nel 2019 la nostra campagna di
marketing digitale.
V: Ah, bene. E facendo cosa?
F: Il progetto è iniziato con i nostri due blog: Villa Sandi (villasandiblog.com) e
La Gioiosa (lagioiosablog.com) rivolti a consumatori internazionali, che includono educational in inglese tenuti insieme con l'
enologo di Villa Sandi,
Stefano Gava. In un'epoca in cui non possiamo viaggiare e incontrare i nostri clienti di persona, le piattaforme digitali sono essenziali per qualsiasi attività commerciale che voglia avere successo.
V: Del
Prosecco rosato cosa ci racconti?
F: Villa Sandi ha lanciato quest'anno un
Prosecco rosato che a nostro avviso ha il potenziale per aumentare la percezione dell'immagine del
territorio del Prosecco in tutto il mondo. Abbiamo prodotto un milione di bottiglie di Prosecco rosato Doc 2019, e lo stiamo vendendo in 20
mercati esteri, oltre che qui in Italia. Su alcuni mercati chiave, quali Cina,
Germania, Regno Unito e
Russia ci gioviamo dell’importante lavoro solertemente svolto dai nostri brand ambassador. E questi ruoli assumono ancora maggiore importanza quando non puoi
viaggiare e ti rassicuri sapendo che hai persone ben skillate che possono adeguatamente rappresentare l'azienda.
V: Hai parlato, ed io condivido pienamente, dell’aumento della percezione dell’immagine del territorio del Prosecco. Ma non pensi, allora, che la presenza di tre
consorzi di Prosecco sia eccessiva? Forse ne bastava uno solo.
F: Ti ho parlato di territorio, è vero, ma tu sai quanto questo territorio nella sua prodigiosa
bellezza, si presenti sfaccettato in tre zone ciascheduna con sue peculiari caratteristiche. Quindi va bene che i consorzi siano tre ma deve andare altrettanto bene che pur esprimendo diversità, sappiano poi essi marciare uniti nelle occasioni propizie, soprattutto all’
estero.
V: Hai saputo certamente della decisione degli organizzatori, di saltare anche l’edizione 2021 del
ProWein e di schedulare direttamente l’edizione 2022. Cosa ne pensi?
F: Decisione tanto saggia quanto
coraggiosa. Denota senso della realtà, rispetto verso i loro
stakeholders e intimo convincimento di avere forza tale che un’assenza di due anni consecutivi può solo minimamente scalfire.
V: Tra poco più di trecento ore, arriva l’anno nuovo e si brinda. Cosa ci sarà nel tuo
calice?
F: Prova tu ad indovinare. Piccolo aiutino:
bollicine con il colore dell’ottimismo. Dobbiamo essere ottimisti ed aspettarci dal 2021 le cose buone che il 2020 non ci ha dato. Auguro il ritorno allo human touch perché, vuoi mettere quello
human touch che si sublima con il tintinnare dei calici?