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Feudo Nico, nuovo Pinot Grigio e olio evo per superare la crisi

L'azienda dell'Oltrepò Pavese presenta in anteprima a Italia a Tavola l'ultima etichetta che insieme ad un ampliamento degli ettari di uliveti rilancia l'attività.

di Stefano Calvi
 
08 gennaio 2021 | 09:32

Feudo Nico, nuovo Pinot Grigio e olio evo per superare la crisi

L'azienda dell'Oltrepò Pavese presenta in anteprima a Italia a Tavola l'ultima etichetta che insieme ad un ampliamento degli ettari di uliveti rilancia l'attività.

di Stefano Calvi
08 gennaio 2021 | 09:32
 

Il 2020 si apre per la storica cantina Il Feudo Nico di Mornico Losana, sulle colline dell’Oltrepò Pavese, con una serie di novità. L’emergenza Covid 19 non ha fermato l’attività della famiglia Madama che ha puntato sue due segmenti produttivi tanto diversi, quanto simili per affinità con il territorio. Da una parte c’è il vino con la messa in commercio, a breve, di un nuovo Pinot Grigio in versione frizzante. Dall’altra il potenziamento della produzione dell’olio con la piantumazione, nel corso dell’anno appena trascorso, di altre 200 piante di ulivi.

Lo scenario in cui sorge Feudo Nico - Feudo Nico, nuovo Pinot Grigio e olio evo per superare la crisi

Lo scenario in cui sorge Feudo Nico

Novità per superare la crisi
«La nostra cantina - spiega il vignaiolo Massimo Madama, ultima generazione della famiglia di produttori di Mornico Losana – ha da sempre diversificato la produzione. È stata tra le prime in Oltrepò ad associare, già una ventina di anni fa, la cantina alla ristorazione. Poi siamo stati i primi a piantare ulivi, sfruttando i terreni adatti ed il microclima di questa zona per produrre olio da mettere in commercio. Per questo non ci vogliamo fermare davanti a questa crisi pandemica e, nonostante i tempi poco positivi, abbiamo voluto incrementare la superficie coltivata ad olivo e proporre ai nostri clienti un nuovo vino che entrerà in commercio con i primi mesi dell’anno».

Pinot Grigio frizzante aromatico e fruttato
Nasce, infatti, un Pinot Grigio in versione frizzante che la famiglia Madama presenta in anteprima per Italia a Tavola. Un prodotto che secondo Massimo, papà Edoardo e l’enologo Francesco Cervetti potrà regalare parecchie soddisfazioni all’azienda grazie alla sua freschezza, alla sua piacevole aromaticità e a delicati sentori fruttati. «Abbiamo investito su questo vitigno perché lo riteniamo un ulteriore punto di forza del nostro Oltrepò - spiega Edoardo Madama, colonna portante dell’azienda, vignaiolo lungimirante capace di capire già decenni fa quanto fosse importante fare enoturismo associando alla cantina anche un collaudato ristorante dove degustare i propri prodotti e quelli del territorio - nella nostra zona rende particolarmente bene e può essere una valida alternativa al classico Pinot Nero che rimane comunque il vitigno principe, capace di entusiasmare con la sua versione metodo classico».

Edoardo e Massimo Madama - Feudo Nico, nuovo Pinot Grigio e olio evo per superare la crisi
Edoardo e Massimo Madama

Il figlio Massimo, che oggi cura da vicino la cantina, aggiunge: «Nasce dopo 5 mesi in fermentazione, pari ad uno charmat lungo. Si noterà per una gradevole aromaticità, espressione del vitigno stesso e per un perlage fine. Usando come base il Pinot Grigio e non il Pinot Nero possiamo non usare nessun coadiuvante di chiarifica che vada a regolare il colore. Sarà un prodotto fresco, fruttato, vivace e da bene nell’annata. Abbiamo ipotizzato la presentazione a primavera prossima confidando in tempi migliori».

L'olio evo nasce dal coraggio
La visita alla cantina Il Feudo Nico, nel suggestivo borgo di Mornico Losana, dominato dall’accogliente Castello Lorini ma anche da ville storiche, cortili e frazioni contornate da vigneti, continua tra gli uliveti dell’azienda. La produzione di Olio Evo dell’Oltrepò Pavese rappresenta un altro significativo segmento produttivo dell’azienda, perfezionato negli ultimi 7 anni. Una produzione di nicchia e di estrema qualità che ha permesso alla famiglia Madama di affermarsi come la prima realtà oltrepadana a produrre Olio Evo da commercializzare. «Coraggio è la prima parola che sentiamo dirci quando diciamo di aver piantato ulivi in Oltrepò - spiega Edoardo Madama - per noi invece è stata una scelta oculata e ponderata, valutata con la collaborazione di un agronomo specializzato su questa bellissima cultura. Analisi di terreno, microclima, correnti e poi la scelta delle cultivar sono i primi parametri che abbiamo valutato, poi alcune ricerche storiche che ci han certificato la presenza di Olivi già nel 1600 sulle nostre colline sono state il vero start del nostro bellissimo progetto».

L'olio dell'azienda - Feudo Nico, nuovo Pinot Grigio e olio evo per superare la crisi
L'olio dell'azienda

Gli fa eco il figlio Massimo: «Leccino, Pendolino e Casaliva queste sono le 3 cultivar che compongono il nostro uliveto. Esposto a sud pieno ha un terreno povero di argilla e molto scosceso. Le olive vengono raccolte presto per avere un’estrema qualità, col metodo della brucatura, cioè una ad una, senza l’uso di pettini o reti, per preservare al massimo la qualità delle olive. Per la frangitura ci affidiamo all’ esperienza e alla Passione di Milko Duretti. Grazie ai suoi consigli e alla nostra passione miglioriamo di anno in anno la qualità del nostro olio extravergine d’oliva. Nella primavera del 2020 abbiamo piantato un nuovo uliveto, il Poggio degli Spiaggi mettendo a dimora circa 200 piante in più al posto di un vecchio vigneto di Croatina completamente esposto a sud. Qui abbiamo osato di più e qui vogliamo produrre il Cru del nostro Olio con un bland di cultivar ancora più spinto verso la finezza e la freschezza».

Storia centenario di un'azienda di famiglia
Il rientro in jeep dall’uliveto, posto proprio sotto alla cantina/ristorante, ci ha permesso di scoprire la storia ultra centenaria dell’azienda. «La nostra famiglia è ben radicata sul territorio, già nel 1825 Carlo Madama registrava il figlio Francesco alle nascite: era d’obbligo dichiarare la professione, che lì risultava essere quella di contadino – ci spiega orgogliosamente Massimo - Quattro generazioni si susseguirono fino alla fine della Grande Guerra, quando Emilio iniziò a trasformare una piccola azienda in una vera e propria attività strutturata. Sposatosi poi con Maria Antonietta, Emilio consolidò l’azienda vitivinicola di famiglia producendo le prime bottiglie di vino, ancora conservate in qualche esemplare. Nel 1972 papà Edoardo prese ufficialmente in mano le redini dell’attività, ampliando in un primo momento la superficie aziendale, fino ad arrivare agli attuali 10 ettari, ed in un secondo momento, grazie all’appoggio incondizionato della moglie Gabriella, a consolidare un marchio associando alla produzione vitivinicola anche la ristorazione con l’omonimo ristorante. Con orgoglio, infine, ci tengo a ricordare che siamo una delle poche Aziende Centenarie dalla nostra Provincia».

I vini degustati - Feudo Nico, nuovo Pinot Grigio e olio evo per superare la crisi
I vini degustati

Ed il lavoro in vigna ed in cantina. Massimo Madama è chiaro: «Le nostre vigne sono infatti dislocate in tutto il territorio di Mornico e la loro posizione è stata individuata in base a parametri quali altitudine, terreno, esposizione e microclima. In alcuni casi uniamo le uve di più vigneti per sfruttarne al meglio le caratteristiche, apportando al vino finale più tipicità. Tutte le nostre vigne hanno un toponimo, un nome storico riconosciuto e inscritto al registro Viticolo. Questo certifica ancora di più che in ogni bottiglia di vino ci sia l’uva della specifica vigna. In cantina entra in gioco la maestria di papà Edoardo che definisce: tempi di pressatura, fermentazioni, travasi e imbottigliamenti sono decisi dall’annata, dall’uva e dalle sensazioni del vinaio. In cantina, quindi, possiamo massimizzare le qualità che i nostri terreni conferiscono alle uve, sfruttando la sapiente esperienza nel vinificare uve bianche e rosse secondo la naturale tradizione, abbinata allo studio e all’innovazione. Un ruolo chiave in tutte queste attività lo svolge l’enologo oltrepadano Cervetti».

La degustazione
Seduti nell’accogliente ristorante, situato al piano superiore della cantina, con una magnifica veduta sulle colline che sorreggono il maestoso castello di Montalto Pavese, dall’altra parte della vallata, iniziamo la degustazione dei prodotti. Iniziamo con lo Schiavighetto, un Pinot Grigio in purezza, il Cru della vigna Belvedere della Fonda. Giallo paglierino il colore alla vista, di buona carica. Il naso è fruttato, con chiari richiami alla pesca e al melone, seguiti da sfumature minerali e da nuance di erbe aromatiche. La stessa strada dell’olfattiva viene percorsa anche dal palato, che risulta essere fresco, di discreto corpo e di buona lunghezza. Un prodotto versatile, ideale con insalate di pollo.

Proseguiamo con il Riesling Superiore, un renano in purezza, il Cru della Vigna Palasco. Alla vista è di un colore giallo paglierino. Il naso è avvolto da sensazioni delicate, dove pesca e albicocca risuonano con una certa intensità, accompagnate da nuances minerali che escono alla distanza. Al sorso è di buon corpo, raffinato e fasciante al palato, con un sorso fresco ed ovviamente aromatico. Perfetto da accostare ad una grigliata di pesce oppure primi piatti con molluschi e crostacei.

Proseguiamo con gli spumanti. Partiamo con il Blanc de Blanc, un metodo classico pas dosè, sboccatura inizio 2020. Nel bicchiere è giallo paglierino; perlage fine e persistente. Al naso si rivela, fin da subito, piacevolmente fine; emergono note fruttate, toni di fiori bianchi e cenni di lievito. Al palato è elegante, fresco ed equilibrato. Per queste caratteristiche è ideale per un aperitivo oppure su crostacei.

Proseguiamo con il Maria Antonietta, un Metodo Classico Brut con uve Pinot Nero 100%. Giallo brillante il colore, quasi dorato, con perlage fine e persistente. Il naso si apre su richiami floreali, poi seguiti da delicate note fruttate e dai classici ricordi di crosta di pane, lievito e pasticceria. Al palato è ben bilanciato, fresco e scorrevole, piacevole e di buona persistenza. Perfetto da aperitivo ma si presta bene anche a tutto pasto.

Chiudiamo la degustazione con Edoardo, un blend di Merlot, Cabernet Souvignon e Syrah. Nel bicchiere si presenta di un bel rosso rubino. Al naso è ricco e vinoso, ricorda piacevoli sentori di frutti rossi come more e ciliegie che si mixano a note di viola. Buona la lunghezza al palato, contraddistinto da tannicità non aggressiva e un buon corpo. Da accompagnare a piatti abbastanza complessi come arrosti e selvaggina. Oppure a primi con ragù di cacciagione.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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