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Vent'anni di vino per Capitoni, tre etichette in degustazione

L'azienda con sede a Pienza (Si), nell'area dell'Orcia Doc, ha ripercorso la propria storia attraverso diverse annate di Capitoni Orcia Riserva Doc, Frasi, Troccolone e lo speciale Sangiovese creato per il ventennale

di Mariella Morosi
 
24 settembre 2021 | 08:30

Vent'anni di vino per Capitoni, tre etichette in degustazione

L'azienda con sede a Pienza (Si), nell'area dell'Orcia Doc, ha ripercorso la propria storia attraverso diverse annate di Capitoni Orcia Riserva Doc, Frasi, Troccolone e lo speciale Sangiovese creato per il ventennale

di Mariella Morosi
24 settembre 2021 | 08:30
 

Venti anni di lavoro in vigna e in cantina e ricordarli tutti nei minimi particolari, presentando altrettante annate delle sue etichette con l'orgoglio di chi ha scelto la terra con passione e di chi vuole esaltarne i valori. Lo ha fatto Marco Capitoni, vignaiolo della Val d'Orcia,  in una verticale dei suoi vini condotta dal critico enologico Armando Castagno nella sua cantina di Pienza (Si), nell'area dell'Orcia Doc.

Prima di dedicarsi al vino, la famiglia Capitoni coltivava cereali Vent'anni di vino per Capitoni, quattro etichette in degustazione

Prima di dedicarsi al vino, la famiglia Capitoni coltivava cereali

 

Per l'Orcia Doc, 40 produttori e 160 ettari vitati compresi quelli della famiglia Capitoni

È una denominazione nata nel 2000 con l'obiettivo di valorizzare le particolarità del vitigno principe, il Sangiovese di quell'area limitata - circa 160 ettari - stretta tra quelle dei due giganti Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano. Una quarantina sono i produttori iscritti al Consorzio di tutela. Ma la famiglia Capitoni prima di dedicarsi al vino produceva cereali dal 1968 nei 50 ettari di proprietà del podere Settime e ancora oggi i vigneti sono intervallati da campi coltivati, uliveti e cipressi rispettando quell'armonia di bellezze che ha fatto di quella terra un Patrimonio Unesco. Il sogno però era quello di fare vino, di riportare alla vita vigneti abbandonati e impiantarne di nuovi, intraprendendo un processo complesso e coinvolgente. Del resto la Val d'Orcia non è forse «un luogo concreto ma aperto a tutti i sogni», come scriveva il poeta toscano Mario Luzi?

 

Le 4 etichette di Capitoni: Capitoni Orcia Riserva Doc, Frasi, Troccolone e il Sangiovese del ventennale

Da agricoltore prima che vignaiolo Marco Capitoni sapeva che il vino prende forma e nasce nel vigneto e ai suoi sei ettari continua a dedicare cura e attenzione estreme, in relazione alla variabilità e alla imprevedibilità delle condizioni pedoclimatiche. Libero da protocolli agronomici ed enologici, ha realizzato le sue tre etichette: il Capitoni Orcia Riserva Doc, il Frasi e il Troccolone, più recente e vinificato in anfora dell'Impruneta. Un'etichetta speciale di Sangiovese è nata per il ventennale con una frase significativa: «Vent'anni di vita-vent'anni di vite» ed è contrassegnata, come tutte le altre, dall'antica Cariatide della Pieve di Corsignano dell’VIII secolo, simbolo dell'azienda. Attivissimi e appassionati, lavorano a tempo pieno in azienda la moglie Antonella e il figlio Angelo.

 

Nelle degustazioni il risultato del lavoro svolto in vigna e cantina

Nella degustazione condotta con Castagno, Capitoni ha raccontato i particolari di tutte le annate, facendo rivivere attraverso il calice le anomalie primaverili, le estati torride e le piogge salvatrici, le maturazioni anomale e le vendemmie memorabili, ma anche le sconfitte che portano alla decisione di non vinificare le uve che tradiscono le aspettative. Come è accaduto talvolta per il Frasi, espressione del primo vigneto impiantato nel 1974, e prodotto solo nelle annate in cui il livello qualitativo dell'andamento stagionale lo consente. La prima etichetta nasce con la realizzazione della cantina. È il Capitoni Orcia Riserva Doc, il più rappresentativo del progetto, connubio felice tra Sangiovese (il disciplinare dell’Orcia Doc richiede che ve ne sia almeno il 60%) e un 40% al massino di Merlot, una produzione costante anche negli anni a seguire. Le uve vengono dai quattro ettari di vigna a 450 m di altitudine, impiantate nel 1999. Il suolo presenta stratificazioni di sabbie e argille di formazione marina come testimoniano le tante conchiglie fossili presenti nel terreno. La raccolta è manuale e sempre si selezionano i grappoli migliori. Le fermentazioni sono spontanee, senza lieviti secchi nè batteri lattici e poi il passaggio in legni grandi o barriques mai nuove. Il tempo conferisce morbidezza ed eleganza al vino che con il rispetto che gli è dovuto viene lasciato libero di esprimersi. Spesso la decisione di Marco Capitoni è quella del "non fare" o almeno di limitarsi all'essenziale. «La cantina - dice - è il luogo dove il risultato del lavoro svolto in vigna trova compimento e per questo poniamo il massimo impegno in tutte le fasi di trasformazione, consapevoli che ogni annata avrà una caratteristica diversa dalle altre che si rispecchierà nel risultato finale, fedele comunque alle particolari caratteristiche organolettiche e sensoriali di ogni vino».

Da sinistra, Marco Capitoni e la moglie Antonella Vent'anni di vino per Capitoni, quattro etichette in degustazione

Da sinistra, Marco Capitoni e la moglie Antonella

 

La sfida: «Misurarsi con i grandi vini della Toscana»

Anche le uve per il Frasi, Orcia Doc Riserva, Sangiovese in purezza, la più alta selezione aziendale, vengono da un vigneto di un ettaro e sono attentamente controllate con la scelta gli acini migliori. La vinificazione avviene in tini di acciaio a temperatura controllata per tre settimane, e anche in questo caso il processo è spontaneo senza lieviti o batteri lattici. Poi per due anni va in botte di rovere francese da 33 hl. «È il mio vino il mio pensiero per ogni annata - dice Capitoni - Il primo anno di produzione è stato l'inizio di una nuova serie di sfide. La voglia, il piacere di misurarsi con i grandi vini della tradizione toscana ... proprio come sfidare una lepre a correre. Impossibile raggiungerla?». Di recente produzione è il Troccolone , Sangiovese 100%, da una porzione di vigneto che da anni dava un risultato speciale per profumi e freschezza e per questo meritava una vinificazione speciale. E per valorizzarne la particolarità è stata scelta quella in anfora di terracotta da 5 hl, contenitore inerte, naturale, senza vetrificazione o smaltatura perché, secondo il produttore, «il rapporto uva-legno, potrebbe essere talvolta conflittuale. L'etichetta prende il nome di un furbo commerciante che girava la Val d'Orcia cercando di fare buoni affari con i contadini. «Ho scelto di dare al vino questo nome - racconta Capitoni - per legarlo di più al territorio e alla storia delle nostre campagne».

Le anfore dove viene vinificato il Troccolone Vent'anni di vino per Capitoni, quattro etichette in degustazione

Le anfore dove viene vinificato il Troccolone

 

Le uve provengono da una singola porzione di vigneto e dal 2012 vengono vinificate separatamente. Accurata la cernita degli acini perché solo quelli a giusta maturazione subiscono una soffice pigiatura prima di andare in anfora, dove sostano 8 giorni con follature manuali. Dopo la svinatura il mosto torna in anfora per completare la fermentazione alcolica e malolattica, ma prima che quest'ultina sia completata il vino viene imbottigliato e diventa presto godibile e adatto ad essere gustato giovane e fresco anche d'estate. Dalla degustazione del ventennale il Troccolone, anche se molto apprezzato a tavola, è stato escluso per la sua storia ancora giovane.

 

Una passione ereditata da generazioni

Per la continuità delle annate la verticale si è svolta alternando il Frasi, quasi tutte le annate in formato magnum tranne ma le ultime due (2019 e 2020) con i vetri bordolesi del Capitoni con il risultato di fare un confronto sulle diverse evoluzioni del vino a seconda del proprio contenitore. Ogni annata, anche la più vecchia, è stata fatta rivivere nei particolari, dalla situazione in campo a quella in cantina, senza nascondere difficoltà e con la consapevolezza di aver potuto, talvolta, fare anche meglio. Ma si sa che quando le scelte agronomiche sono giuste e l'andamento stagionale va per il meglio, arrivano i risultati migliori. «È allora - dice Capitoni - che siamo davvero orgogliosi per quello che abbiamo fatto. La cantina è il luogo dove il risultato del lavoro svolto in vigna trova compimento e per questo poniamo il massimo impegno in tutte le fasi di trasformazione, consapevoli che ogni annata avrà una caratteristica diversa dalle altre che si rispecchierà nel risultato finale, fedele comunque alle particolari caratteristiche organolettiche e sensoriali di ogni vino. Come nel filare le viti si susseguono, così nella mia famiglia le generazioni si sono succedute. Perseveriamo nel lavoro di vignaioli con l'impegno di ogni giorno e con un forte attaccamento alla terra perché con essa abbiamo ereditato anche tanta passione».

Il vigneto di Capitoni Vent'anni di vino per Capitoni, quattro etichette in degustazione

Il vigneto di Capitoni

 

Al Podere Sedime non solo vino ma anche olio

Il Podere Sedime, dal latino "luogo dove tutto si ferma tace e riposa" comprende anche un antico oliveto ed è perfettamente integrato nell'armonica bellezza del paesaggio della Val d'Orcia. L'area della Doc si estende per circa 160 ettari e comprende 13 comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia e Trequanda, e - solo in parte - Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Torrita di Siena e la stessa Montalcino. Il lavoro degli agricoltori disegna un paesaggio, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2004, che è il più fotografato del mondo arrivando ad essere il simbolo di tutta la Toscana. Qui sopravvive, più che in altri luoghi storici, l'artigianato artistico e le eccellenze alimentari sono una forte attrattiva turistica: oltre al vino ci sono olio extravergine, tartufi bianchi, salumi, zafferano, allevamenti bradi di maiali medievali “Cinta senese”, ovini e bovini di razza chianina per la produzione dei vari pecorini. Tutto è da gustare nei ristoranti e lungo la Strada del Vino, nata nel 2003 e  con sede ai piedi della Rocca a Tentennano di Castiglione d’Orcia. Molte cantine organizzano degustazioni con assaggi di specialità locali e tour nel territorio in collaborazione anche con Il Parco Artistico Naturale Culturale e con i borghi e le città d'arte.

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