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Sicilia en Primeur 2023, ottime le prospettive per i vini della vendemmia 2022

Se la vendemmia 2022 ha avuto una produzione inferiore dell’8,9% rispetto alla media degli ultimi 13 anni, la produzione siciliana ha una resa media di 67 quintali per ettaro. E l’isola risponde bene anche ai cambiamenti climatici

di Antonio Iacona
 
22 maggio 2023 | 13:02

Sicilia en Primeur 2023, ottime le prospettive per i vini della vendemmia 2022

Se la vendemmia 2022 ha avuto una produzione inferiore dell’8,9% rispetto alla media degli ultimi 13 anni, la produzione siciliana ha una resa media di 67 quintali per ettaro. E l’isola risponde bene anche ai cambiamenti climatici

di Antonio Iacona
22 maggio 2023 | 13:02
 

Che non si parli più “solo” di vino, ma che si facciano invece riflessioni sempre più ampie e corali su quanto dalle vigne si sprigioni cultura, oltre che agricoltura, è ormai un dato di fatto. L’isola più grande del Mediterraneo è matura oltre che strategica enologicamente (studio UniCredit-Nomisma), consapevole delle sue potenzialità e l’annuale appuntamento con “Sicilia en Primeur” lo ha rimarcato notevolmente. “Ambasciatori e custodi di cultura e territorio” è stato infatti il tema del convegno che ha concluso l’edizione 2023 della manifestazione di Assovini Sicilia, andata in scena dal 9 al 13 maggio tra Taormina (Me) e Radicepura (Giarre, Ct) e che raccoglie le tante cantine associate, grandi e piccole espressioni variegate dell’isola, ciascuna con le proprie caratteristiche e produzioni.

Sicilia en Primeur 2023 ottime le prospettive per i vini della vendemmia 2022

Molte le degustazioni a Sicilia en Primeur 2023

Sicilia e vino connubio inossidabile

Il vino è inteso dunque come complesso fattore culturale, sempre più contemplato (e gustato!) da turisti e connazionali nell’ambito di manifestazioni molto più ampie, che mirano alla fruizione di appuntamenti culturali, visite alla scoperta di paesaggi meravigliosi, wine tour circondati da architetture uniche al mondo e, infine, ciò che più intriga i visitatori, sia nei racconti orali che nei piatti e nei calici: il tramandare la forte identità siciliana!

Non a caso, sottotitolo del convegno era: “Sicilia: top wine, film, tourism destination”, concetti rimarcati dagli interventi dei prestigiosi relatori. «In 25 anni di attività abbiamo dimostrato che la Sicilia del vino è espressione di un grande lavoro di squadra - ha sottolineato Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia - e siamo passati da 6 cantine associate alle cento di oggi. All’inizio si parlava solo di com’era andata la vendemmia, oggi si parla di temi attuali che toccano da vicino il mondo del vino, come i cambiamenti climatici o lo sviluppo dell’enoturismo, argomenti en primeur. L’associazionismo funziona e forse trent’anni fa nessuno ci avrebbe mai creduto nel contesto del vino. Oggi Assovini è una realtà unica e i suoi frutti sono visibili. La Sicilia ha tutte le carte in regola per proporre un turismo sul vino di qualità, sostenibile per l’ambiente e l’economia».

Numeri sempre più importanti per la Doc Sicilia

«La Doc Sicilia oggi rappresenta cifre importanti e prodotti di qualità - ha ribadito Antonio Rallo, presidente del Consorzio Doc Sicilia - Nel primo decennio ci siamo concentrati tanto nel far conoscere i vini siciliani, con la nostra qualità nei mercati più importanti, dagli Usa (il mercato più grande al mondo) al Canada, alla Germania, alla Cina. Oggi sicuramente viviamo anche un grande successo turistico della Sicilia e dei suoi vini, che sono stati fondamentali per la ripartenza dell’isola. Grazie alle visite in cantina avremo molti più ambasciatori del vino siciliano nel prossimo futuro, che agevoleranno il nostro lavoro. Bisogna lavorare per una maggiore collaborazione tra le strutture turistiche e le cantine, per fare vivere esperienze uniche».

Sicilia en Primeur 2023 ottime le prospettive per i vini della vendemmia 2022

Il contesto di Radicepura per Sicilia en primeur

Sicilia, sempre più meta per gli enoturisti

Auspici e speranze confermati anche dall’intervento del vicepresidente della Regione Siciliana e assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, che ha sottolineato la grande attenzione delle istituzioni per la realtà vitivinicola dell’isola: «L’evento annuale di Assovini racconta la straordinaria capacità e saggezza dei nostri produttori siciliani, che negli anni hanno investito per fare grande la nostra regione. C’è già, sin dal suo insediamento, una pianificazione programmata da parte del Governo regionale e dell’assessorato e abbiamo iniziato a investire sull’internazionalizzazione del prodotto, oltre che su un programma pluriennale di investimenti da dedicare al settore vitivinicolo. Oggi più che mai il settore enogastronomico è una grande leva anche per il rilancio turistico della nostra terra».

«Oggi il turista è onnivoro e vuole vivere tante esperienze diverse - ha detto Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico - e non gira solo per le cantine. Le vuole vivere, come ad esempio chi sceglie di sposarsi proprio in cantina! La pandemia ha lasciato la voglia di stare in spazi aperti, naturali, e la marcia in più per la Sicilia è quella di avere una forte identità, in un momento in cui il mondo in generale tende ad essere omologato. Il turista ama contesti originali e autentici, come il cibo e le ricette del territorio».

Importanti e concreti anche gli altri interventi al convegno, tra cui quelli di Lorenzo Maraviglia, general manager del San Domenico Palace di Taormina, Benedetto Puglisi, direttore scientifico Master THEM in Tourism Hospitality & Event Management di BeAcademy, e Alberto Tasca, presidente Fondazione SOStain.

Bindi

Il vino in Sicilia, tutti i numeri dell’annata 2022

Un capitolo a parte per l’intervento di Mattia Filippi, fondatore di Uva Sapiens, che ha relazionato sulla presentazione dell’annata 2022, sottolineando come la Sicilia, rispetto alle altre regioni vitivinicole italiane, abbia una produzione abbastanza stabile rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Se la vendemmia 2022 ha avuto una produzione inferiore dell’8,9% rispetto alla media degli ultimi 13 anni, ciò è dovuto in parte alla diminuzione degli ettari vitati. Tuttavia, la produzione siciliana ha una resa media di 67 quintali per ettaro e l’isola risponde bene anche ai cambiamenti climatici, con appena il +0,6°C rispetto al +1°C di tutto il Sud, il +1,13°C del Centro e il +1,37°C del Nord. L’indice SPI (rischio siccità) descrive una situazione nella norma.

Tra le varietà che meglio hanno resistito ai cambiamenti, nella Sicilia occidentale, il Lucido (che ha segnato un’ottima annata), il Grillo (con ottima maturazione e buona acidità), il Syrah (definito una “garanzia” per l’isola, per la sua ottima capacità di adattamento), il Perricone (con la sua perfetta evoluzione aromatica e fenolica). Bene anche le altre varietà nella Sicilia centro-sud, con Chardonnay (sempre molto performante), Viognier (con maturazione ottimale), Nero d’Avola (ottima maturazione delle uve). Nella Sicilia sud-orientale, buone le produzioni di Moscato Bianco, Nero d’Avola e Frappato, e nord-orientale con il Carricante, Nerello Mascalese, Nocera. Maturazioni ottimali, infine, anche per le isole, con la loro Malvasia e il Corinto, tipico delle Eolie.

C’è, dunque, da aspettarsi grandi assaggi e degustazioni dalle nuove bottiglie che arriveranno, mentre la grandezza enoica delle cantine presenti è stata confermata da alcune delle etichette che abbiamo provato. Come i vini di Terra Costantino, una garanzia delle produzioni di alta qualità dell’Etna, con Fabio Costantino che si è detto particolarmente soddisfatto anche dell’edizione di quest’anno di “Sicilia en Primeur” e della produzione che la sua cantina ha affrontato. O come i vini di Serafica, piccola realtà anche questa del vulcano, ma tra le poche a riuscire a chiudere la filiera in piena autonomia. Con i titolari Giuseppe e Maria Ausilia Borzì abbiamo potuto degustare alcune delle loro etichette, come il Mirantur da Catarratto, da vigneti a 900 metri s.l.m. O ancora il Versante Sud, macerato 2021. Degustazioni su cui ci siamo ripromessi di tornare, come per il rosato da Nero d’Avola di Principi di Butera, extra brut, illustratoci da Irene Milazzo, hospitality manager dell’azienda: «L’ultimo arrivato, rosato da 100% Nero d’Avola, metodo classico extra brut, 24 mesi, rientra nel nostro progetto avviato anni fa sugli spumanti appunto 100% dal vitigno principe della Sicilia, iniziato nel 2016 con Nero Luce, metodo charmat. L’azienda oggi produce un totale di circa 900 mila bottiglie all’anno, per il 40% destinate all’estero. Stiamo estirpando vecchi vigneti di Merlot e Cabernet Sauvignon per fare posto a varietà autoctone, come Nero d’Avola, Insolia e Grillo. Oggi la tenuta conta 320 ettari, di cui 170 vitati e 50 in variazione. Ne abbiamo già reimpiantati 30 ettari e stiamo anche rafforzando la nostra proposta di accoglienza turistica per questa parte affascinante dell’isola».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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