Il 2003 è un anno che resterà impresso per sempre nella storia della Champagne, l’anno in cui tutto cambiò. Gli effetti dei cambiamenti climatici, osservati già dalla fine degli anni ‘80, si rivelarono inesorabilmente tangibili nel 2003, catturando definitivamente l’attenzione collettiva. La combinazione di una rigida gelata primaverile, che fece perdere il 70% della vendemmia potenziale di uve Chardonnay della Côte des Blancs, e un agosto torrido che chiunque ricorda benissimo, portarono alla vendemmia più precoce nella storia della Champagne dal 1822.
Il 2003 illustra perfettamente l’idea di Dom Pérignon su cosa significhi prendersi dei rischi. Non si tratta affatto di avventatezza, quanto piuttosto di un approccio ispirato dall’intuizione. È esattamente ciò che ha fatto Dom Pérignon, che per la prima volta ha deciso di lasciar ossidare e scurire il vino nella pressa, in modo da alleggerire una struttura tannica troppo imponente. Poi si è aumentato il
Pinot Noir, in proporzioni mai provate prima nell’assemblaggio, per dare maggiore equilibrio agli
Chardonnay, dal carattere più simile a un Borgogna che a uno Champagne.
Dom Pérignon è stata una delle poche Maison a interpretare il 2003. E oggi, “
Dom Pérignon Vintage 2003 - Plénitude 2” offre la possibilità di rivivere in modo differente questa annata, con una nuova lettura della storia. Dal 2003,
Dom Pérignon ha assecondato la natura e ha assimilato i cambiamenti climatici nella regione della Champagne. La Maison ha colto questa opportunità per perseguire un’intensità sempre maggiore dei suoi Champagne, affrontando al contempo un’altra sfida, quella di preservarne la freschezza. Le vendemmie degli ultimi anni hanno avvalorato le scelte lungimiranti compiute nel 2003, permettendo a Dom Pérignon di perseguire una traiettoria di impegno a lungo termine, con
modifiche strutturali sia a livello di viticoltura che di pratiche enologiche.
Oggi la creazione del 2003 ci dà l’opportunità di rileggere nuovamente 17 anni di storia. Dal 2003, Dom Pérignon ha colto progressivamente un’opportunità:
perseguire una maggiore ricchezza dei suoi vini affrontando al contempo un’altra sfida, quella di preservarne la freschezza. E 17 anni dopo, le sfide poste dalla vendemmia 2020, hanno spinto l’azienda ancora oltre nei cambiamenti strutturali dell’approccio alla vinificazione e all’enologia.
Per informazioni:
www.domperignon.com