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Hugonis e Conte Hugues di Rapitalà, vini siciliani che omaggiano il fondatore

Una cantina che è riuscita a cavalcare il successo, prima pionieristica nel ricercare la qualità in Sicilia, poi con il sostegno del gruppo Giv. Oggi tutta la produzione è biologica

di Gianni Paternò
 
27 febbraio 2021 | 07:33

Hugonis e Conte Hugues di Rapitalà, vini siciliani che omaggiano il fondatore

Una cantina che è riuscita a cavalcare il successo, prima pionieristica nel ricercare la qualità in Sicilia, poi con il sostegno del gruppo Giv. Oggi tutta la produzione è biologica

di Gianni Paternò
27 febbraio 2021 | 07:33
 

Tutto inizia nel 1968 quando Hugues Bernard conte De La Gatinais, un bretone che per 8 anni aveva servito la Marina Francese e che aveva compiuto studi economici, sposa Gigi Guarrasi, discendente di una ricca famiglia palermitana che porta in dote 185 ettari di terreni di cui 145 a vigneto quasi tutto di Catarratto, in contrada Rapitalà,nel comune di Camporeale (Pa), sulla strada per Alcamo.

Il Conte Hugues e Hugonis - Rapitalà, Hugonis e Conte Hugues Vini siciliani, omaggio al fondatore

Il Conte Hugues e Hugonis

Dalle origini al successo
Il terremoto del 1969 nella valle del Belice fece molti danni all’azienda, ma Hugues comunque la ricostruisce, nelle strutture e in particolar modo nella campagna. Introduce vitigni francesi ed altri autoctoni siciliani, ma specialmente - in un periodo in cui il vino isolano, fatto con poche cure, serviva per fortificare quelli continentali - comprende che il futuro sta nella qualità. Bisognava imitare i connazionali francesi sia
nella conduzione della vigna che nelle operazioni di cantina.

L’avventura commerciale del marchio Tenute Rapitalà iniziò con la vendemmia 1974. Rapitalà fu tra le prime tre realtà ad introdurre nell’isola l’agroenologia di grande qualità. Il successo fu strepitoso, non c’era ristorante che non avesse in carta i vini Rapitalà ed un corretto rapporto qualità-prezzo li fece apprezzare sulle tavole di tutto il mondo. Già nel 1983 le bottiglie vendute erano ben oltre il milione, il cavallo di battaglia era il Bianco d’Alcamo,con cui ormai la cantina si identificava.

Mantenere il successo non è facile e oltre a fare vini buoni bisogna saperli vendere: alla fine degli anni '80 andarono in declino le strutture commerciali con distributore unico, mentre gli enologi si sedettero sugli allori. Il marchio allora indietreggiò, fin quando nel 1999 entrò massicciamente nella società il Gruppo Italiano Vini, colosso privato del vino italiano, forte di 15 aziende e 20 marchi di grande prestigio.

La barricaia - Rapitalà, Hugonis e Conte Hugues Vini siciliani, omaggio al fondatore
La barricaia

L’arrivo di capitali freschi ma specialmente di un entusiasmo volto a rilanciare il marchio ha portato al rinnovamento della cantina e dei vigneti, di cui si è deciso di tenere soltanto il cru di Chardonnay, mentre tutti gli altri, in testa Nero d’Avola e Catarratto, sono stati reimpiantati. Giv ha puntato molto su questa realtà storica siciliana, tanto da affiancare il giovane Laurent, intervenuto alla scomparsa del padre, con i suoi big. La cantina rinverdisce i successi passati mettendo in campo 13 etichette della linea Tenuta Rapitalà destinata all’Horeca e le 7 Rapitalà per la Grande distribuzione.

Un'azienda certificata bio
Oggi l’azienda è arricchita di ulteriori 30 ettari, tutti accorpati agli antichi, allevati secondo la filosofia di “fare quello che serve dove serve”. Nel 2017 inizia il periodo di conversione al biologico, quindi con la vendemmia 2020 tutte le uve dell’azienda sono bio certificate. Un’agricoltura attenta e rispettosa dell’ambiente che si basa anche sulle fotografie satellitari per giudicare lo stato e il bisogno delle vigne. Queste sono comprese tra i 300 e i 600 m, tutte a spalliera, potate, oltre che nei classici cordoni speronati e a guyot, anche a testa di salice, dove non si taglia sul duro per aumentare la longevità della pianta. Sia l’enologo Silvio Centonze che l’agronomo Ignazio Arena sono cresciuti nell’azienda.

In degustazione
Assaggiamo due vini top, che riportano al padre Hugues, in quanto hanno uno stile francese coniugato al siciliano: Hugonis 2016 Igt Terre Siciliane rosso e Conte Hugues 2019 Chardonnay Igt sempre Terre Siciliane.

Inerbimento tra i filari - Rapitalà, Hugonis e Conte Hugues Vini siciliani, omaggio al fondatore
Inerbimento tra i filari

Hugonis è un blend di Cabernet Sauvignon e di Nero d’Avola che sostituisce il bordolese Merlot, un taglio che piaceva al conte. Un cru dalle stesse vigne poste più in alto, vinificazione separata con lunga fermentazione in acciaio per poi passare in barriques miste per 10 mesi, dopo i quali i due vini si miscelano al 50% in botti di rovere da 50 hl, dove affinano ulteriormente fino all’imbottigliamento, rimanendo a lungo in vetro.

Sta per uscire l’annata 2018 ma noi degustiamo la 2016, chiaramente più equilibrata e matura. Versato nel calice il colore è rosso rubino, fitto, quasi granato; al naso è un coacervo di equilibrio, un mix di freschezza e austerità dove emerge la frutta di fragola, lampone, prugna, ciliegia, più fresca che sotto spirito, accompagnata da uno speziato di pepe bianco, chiodi di garofano, liquirizia e poca vaniglia, perfettamente franco, invita a scoprire le sue note; al palato è un vino fresco, quasi giovanile, moderno con una struttura affatto pesante, una beva elegante e armonica dove acidità e tannini passeggiano al braccio in amicizia, abbastanza lungo, 14 i gradi; vino che si sposa con carni grasse, con zuppe di legumi e formaggi mediamente stagionati. Ne sono state tappate 10mila bottiglie.

L’altro vino, sempre omaggio al conte, è lo Chardonnay, ricavato dalla vigna più vecchia e più in alto, a 550 metri. Macerazione pellicolare a freddo, dopo la pressa soffice il mosto fiore fermenta in acciaio per 2/3 per poi finire in barriques miste dove riposa 10 mesi sur lie. Travaso in botte grande dove affina per ulteriori 3 mesi chiarificando, prima di essere chiuso in bottiglia, pochi i solfiti aggiunti.

Nel calice colore giallo quasi dorato scarico; all’olfatto è fine, senza eccessi, con profumi di agrumi, albicocca, qualcosa di esotico, perfettamente franco; al palato sempre l’equilibrio è il suo forte, struttura media che ne fa anch’esso un vino moderno, acidità sottile affatto invadente, invita particolarmente alla bevuta, 13,5 i gradi; un bianco universale a tavola, se ne fanno 50mila bottiglie.

Entrambi li trovate nello shop online della cantina, che poi è quello del gruppo Giv, a 27 euro.

Per informazioni: www.rapitala.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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