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Alpi e Mediterraneo si incontrano nei vini dell’Alto Adige

Dai 200 ai mille metri di altitudine “la qualità è su più quote”, come recita il titolo del seminario che si è svolto di recente a Milano. In Alto Adige la varietà del territorio ha portato a scelte agronomiche originali

 
14 luglio 2017 | 11:43

Alpi e Mediterraneo si incontrano nei vini dell’Alto Adige

Dai 200 ai mille metri di altitudine “la qualità è su più quote”, come recita il titolo del seminario che si è svolto di recente a Milano. In Alto Adige la varietà del territorio ha portato a scelte agronomiche originali

14 luglio 2017 | 11:43
 

L’Alto Adige è un territorio in cui si incontrano l’aria del Mediterraneo e i freddi venti alpini, in una varietà paesaggistica che va dai 200 agli oltre 3mila metri di altitudine. Anche se la coltivazione della vite si concentra in una stretta fascia al di sotto dei mille metri, i vini dell’Alto Adige sono figli di questo contrasto. La complessità geologica, le diverse esposizioni, insieme alle altitudini, hanno determinato scelte agronomiche originali: oltre 20 vitigni si dispongono su più livelli in un territorio viticolo che copre solo 5.400 ettari (circa l’1% della superficie nazionale).

Alpi e Mediterraneo si incontrano nei vini dell’Alto Adige

Di questo si è parlato lo scorso maggio all’hotel The Westin Palace di Milano nel corso del seminario “Alto Adige, qualità su più quote” condotto da Pierluigi Gorgoni, wine educator del Consorzio Vini Alto Adige. L’incontro ha preso in esame 6 vini del territorio, rappresentativi del tema dell’altitudine, e ha visto la partecipazione degli enologi di tre importanti aziende del territorio: Ivan Giovanett di Castelfeder, Harald Schraffl di Cantina Nals Margreid e Gerhard Kofler di Cantina Girlan.

«In Alto Adige - ha detto Schraffl - abbiamo tantissime varietà ad altitudini diverse, e abbiamo dovuto individuare dove piantare la varietà giusta. Per il nostro Pinot Bianco è ideale la fascia dei 500-600 metri, poi si va fino agli 800-900 metri del Kerner. In pianura coltiviamo Pinot Grigio e Chardonnay, che hanno bisogno di caldo e terreni calcarei. Quello che ancora mi sorprende è che pur con tutta questa varietà, abbiamo anche una forte identità, tutti i vini del territorio parlano dell’Alto Adige».

«Castelfeder produce vino da tre generazioni - ha dichiarato Giovanett - originariamente producevamo solo rossi, mentre oggi abbiamo 12 varietà in totale, su vitigni con esposizioni, climi e terreni molto diversi. Più andiamo in alto, più possiamo coltivare varietà precoci, perché a 900 metri la curva di maturazione si allunga e otteniamo una maggiore mineralità e sapidità. Queste altezze sono ideali per il Müller Thurgau e il Kerner».

Alpi e Mediterraneo si incontrano nei vini dell’Alto Adige

Kofler ha sottolineato le caratteristiche tipiche dell’Oltradige, dove la cantina Girlan ha sede: «Questa zona rappresenta la vallata più ampia dell’Alto Adige, con una forte ventilazione calda che porta a temperature alte e umidità in periodo di maturazione. Noi ci concentriamo sul Pinot Bianco, che è di zona, sul Sauvignon con forti ventagli climatici, sulla Schiava e sul Pinot Nero».

Sempre a maggio, all’Hotel The Westin Palace, in contemporanea al seminario si è svolto il banco di assaggio “Dalle valli alle vette, l’Alto Adige nel calice”, organizzato dal Consorzio Vini Alto Adige in collaborazione con la Delegazione Ais di Milano. Cinquanta i vini del territorio proposti in occasione dell’appuntamento, che ha registrato un totale di oltre 700 presenze.

Per informazioni: www.vinialtoadige.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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