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Due piatti firmati Niko Romito per i 50 anni della Doc Montepulciano

di Mariella Morosi
 
24 aprile 2018 | 15:32

Due piatti firmati Niko Romito per i 50 anni della Doc Montepulciano

di Mariella Morosi
24 aprile 2018 | 15:32
 

Dopo gli appuntamenti di Milano, Roma e Düsseldorf, la festa per i 50 anni della Doc del Montepulciano d’Abruzzo non poteva non approdare a Vinitaly e ancora nuovi eventi sono in programma in Italia e all'estero.

Alla grande fiera del vino di Verona il mezzo secolo della denominazione è stato celebrato con una degustazione di annate dal 2014 alla 2009 insieme a due piatti creati appositamente da Niko Romito, cuoco tristellato del ristorante Reale di Castel di Sangro (Aq).

(Due piatti firmati Niko Romito per i 50 anni della Doc Montepulciano)

L'abbinamento alla cucina regionale ha accompagnato a Vinitaly anche i "Racconti sul Montepulciano" di storici produttori che hanno parlato della propria esperienza e la serata conviviale e celebrativa conclusiva al Palazzo della Gran Guardia. Intervenuti all’evento, presentato dal giornalista Massimo Di Cintio, il presidente del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, Valentino Di Campli, e l’assessore regionale alle Politiche agricole, Dino Pepe.

Niko Romito ha illustrato agli ospiti i suoi piatti al Montepulciano. Il vino, questa la loro originalità, non era stato usato come ingrediente ma era versato sopra in purezza, integrandosi perfettamente al palato con gli altri sapori. Il primo piatto è stato Pane di grani antichi con fegatini di pollo e agnello “cotto in maniera aggressiva per estrarne il sapore” e il secondo Pancetta di maiale con cipolla stufata e pomodoro in polvere.

Dino Pepe, Valentino di Campli e Niko Romito (Due piatti firmati Niko Romito per i 50 anni della Doc Montepulciano)
Dino Pepe, Valentino di Campli e Niko Romito

«Al Vinitaly - ha detto Romito - ho trovato una nuova immagine dell’Abruzzo. La strada intrapresa dai produttori e dalle istituzioni regionali è giusta e si sta anche consolidando un’intesa con i ristoratori. Oggi questi vini sono sempre più apprezzati e conosciuti fuori dai confini nazionali ed io sono molto soddisfatto e felice di contribuire a festeggiamenti dei 50 anni della denominazione».

Il Montepulciano, rosso rubino intenso, dal sentore di frutti rossi, fiori e spezie, morbido e moderatamente tannico, è divenuto portabandiera di tutta la migliore produzione enologica. Del suo successo ha parlato il presidente del Consorzio, Valentino di Campli: «Ogni anno si registra una crescita nel numero delle aziende aderenti all’area consortile consolidando la svolta verso la massima qualità e anche i numeri dell’export ci fanno ben sperare per il futuro».

Il Montepulciano rappresenta oggi il 56% del della base ampelografica regionale con 19mila ettari vitati e la produzione ammonta a circa 900mila ettolitri, imponendosi sul totale di 2,5 milioni di ettolitri delle altre tipologie di vini abruzzesi. Grazie al lavoro del Consorzio di Tutela cresce anche l’immagine degli altri autoctoni, soprattutto bianchi come il Trebbiano d’Abruzzo, un bianco dalle grandi potenzialità. Vi è poi il Pecorino, che dà origine a produzioni di grande pregio, in grado di esaltarne il frutto e il bouquet, o ancora la Passerina, la Cococciola e il Montonico, da cui vengono apprezzati bianchi.

(Due piatti firmati Niko Romito per i 50 anni della Doc Montepulciano)
Pancetta di maiale con cipolla stufata e pomodoro in polvere

«Il Montepulciano - ha detto l’assessore Dino Pepe - è una delle più importanti Doc nazionali che da molti decenni resiste e rappresenta nel mondo il vino abruzzese per antonomasia. Vogliamo coniugarlo alle nostre eccellenze della terra perché la filiera enogastronomica è sempre più un efficace attrattore turistico».

Numerosi documenti storici dimostrano che il vitigno Montepulciano è presente nella regione sin dalla metà del ‘700 e che ha trovato in questa terra il suo posto ideale. Coltivato in passato nella Valle Peligna, in provincia de L'Aquila e nelle colline interne della provincia di Pescara, a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso la sua coltivazione si è estesa a tutta la fascia collinare litoranea e oggi costituisce il principale vitigno rosso d'Abruzzo occupando il 57% dell’intera superficie vitata regionale. La Doc è ottenuta unicamente da vigneti ubicati in terreni collinari o di altopiano, la cui altitudine non deve essere superiore ai 500 metri s.l.m. ed eccezionalmente ai 600 metri per quelli esposti a mezzogiorno. Il disciplinare prevedere l'impiego esclusivo delle uve del vitigno omonimo, con l'eventuale piccola aggiunta (max 15%) di altre provenienti da vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione nel territorio abruzzese.

Per informazioni: www.vinidabruzzo.it/montepulciano-d-abruzzo-doc

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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